Arrestato iracheno, programmava attentato alla Questura di Crotone?

Il presunto terrorista arrestato andava in giro con un taglierino e con foto di funzionari di Polizia. Nel suo passato anche un viaggio a Roma per testare quanto allarme riuscisse a suscitare 
 
 
 

Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, sono state condotte dai poliziotti della Digos di Crotone. L’Iracheno,  Hussien Abss Hamyar, considerato dagli investigatori persona violenta, è accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere.

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Dall’inchiesta è emerso che l’uomo – che aveva esultato in occasione dell’attentato di Manchester – svolgeva l’attività di proselitismo nei confronti dei migranti ospitati nel Centro Sprar di Crotone fornendo notizie, chiarimenti e materiali dello Stato Islamico.

L’iracheno, “ritenuto persona violenta e fortemente incline alle attività criminali, aveva manifestato esaltazione” in occasione del recente attentato terroristico di Manchester.

Andava in giro con un taglierino in tasca e sul suo cellulare gli agenti della Digos di Crotone hanno trovato le foto di funzionari e dell’edificio di Questura di Crotone. «È un’indagine importante e delicata, alla luce di quanto accade in Europa», ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.

«Istigava alcuni ospiti del centro di Crotone, invitandoli a partecipare all’organizzazione dell’Isis con atti violenti e con finalità terroristiche».

Gratteri ha poi detto «L’attività di proselitismo veniva svolta fornendo notizie, chiarimenti e materiali sullo Stato islamico e le sue finalità». Hussien, secondo quanto dichiarato dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, “lavorava” così”.

Ed era pericoloso. «Siamo dovuti intervenire perché abbiamo ritenuto concreto il rischio di una fuga. Temevamo, come è già successo, che il soggetto lasciasse la Calabria per compiere un attacco terroristico». È anche per questo motivo che il magistrato ha parlato di «Un’indagine importante. Abbiamo monitorato costantemente i suoi spostamenti e i suoi contatti, lo abbiamo visto esultare per l’attentato di Manchester il 22 maggio. La sua radicalizzazione era diventata sempre più pericolosa».

Gratteri ha poi parlato sulle criticità del sistema di accoglienza dei migranti, spiegando che esiste «certamente» un rischio di radicalizzazione jihadista, come in alcune carceri: «Sono luoghi dove si va a relazionarsi con disperati, persone che hanno perso tutto, deboli e fragili sul piano psicologico ed è certamente più facile convincerli a diventare jihadisti». 

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Redazione

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