Intervistiamo

Cinquanta sfumature di Preiti

Scritto da Francesco Panza
L’uomo, il dirigente, lo sportivo
 
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Antonello Preiti. Direttore sportivo. È lui l’uomo della ricostruzione giallorossa. L’ennesima del Catanzaro versione araba fenice. Ma poco importa. Il giallorosso era nel suo destino. Lo dice come fosse una cosa scontata, ma che a pensarci così scontata non è.

Con lui abbiamo chiacchierato a lungo. Nessuno scoop di mercato, nessuna anticipazione su quello che accadrà nelle prossime settimane. Solo la voglia di conoscersi e dare una risposta a qualche ‘come’ e una manciata di ‘perché’.

Cosa l’ha convinta a scegliere il Catanzaro, sposando un progetto pluriennale, dopo un solo anno a Pagani?

“Sicuramente le radici, avendo avuto un genitore tifoso del Catanzaro. L’aspetto sentimentale ha contato moltissimo. Così come il corteggiamento della famiglia Cosentino in tempi abbastanza lontani da questo finale di stagione. Di conseguenza, poter fare qualcosa di importante a Catanzaro, con un contratto pluriennale, mi stimolava. Significava poter gettare basi solide per far sì che il club possa trovarsi fra qualche anno in categorie che gli competono”.

Quindi, in realtà, il primissimo contatto con il Catanzaro è avvenuto molto presto?

“Diciamo che ho sempre avuto un buon rapporto con la proprietà già dai tempi in cui lavoravo a Parma, mettendo a disposizione quelli che erano i migliori giovani del vivaio gialloblù. In realtà è arrivato il solo Pisseri ma con il Catanzaro i rapporti sono sempre stati buoni, leali e soprattutto corretti. C’è sempre stata stima reciproca”.

Era un matrimonio che prima o poi si doveva fare quindi?

“Sì! Penso di sì, al di là del fatto che poi mi abbiano scelto. Ma nel mio cuore sapevo da anni che prima o poi sarei arrivato a Catanzaro”.

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Nonostante sia passato poco tempo dal suo arrivo in città, che idea si è fatto della piazza giallorossa?

“Sicuramente abbiamo tante cose da fare ma il calore della gente e quanto hanno a cuore l’interesse della squadra lo so da sempre, grazie a mio padre. Non mi è stato difficile capire tante cose perché le dinamiche sono chiare. Ripeto, c’è tanto lavoro da fare ma, questo non mi preoccupa. Non mi spaventava prima e non mi spaventa neanche adesso. Secondo me ci sono tutte le basi, tutte le componenti, per far sì che questo programma porti dei buoni risultati”.

Tanto lavoro da fare, anche al livello di riorganizzazione societaria. Che situazione ha trovato?

“È la prima volta che al management c’è la dottoressa Gessica Cosentino, una validissima manager. Con lei stiamo lavorando su tanti aspetti visto che il presidente ha affidato la riorganizzazione e la gestione di questa società ad entrambi. Una ragazza dinamica, con molte idee. Per cui cambiare le cose che non vanno bene non è difficile. Così come non ha senso intervenire dove le cose funzionano. Diciamo che ogni tassello deve stare al posto giusto. Cambieremo e sistemeremo ciò che secondo noi non porta utilità alla società”.

Per portare il Catanzaro dove merita secondo lei conteranno più i soldi o le idee?

“Questa proprietà è stata criticata dicendo che ha sempre lavorato al risparmio. Onestamente ho avuto modo di poter vedere i bilanci degli ultimi cinque anni di gestione Cosentino e posso dire che questo imprenditore ha fatto moltissimo, investendo tanto. Probabilmente ha investito male, tirando fuori tanti soldi senza purtroppo ottenere grandissime cose. Quindi non credo che sia un problema di soldi ma piuttosto quello di trovare disponibilità a 360° da parte di tutte componenti affinché questo progetto vada a buon fine. È chiaro che quando parlo di tutte le componenti mi riferisco alle istituzioni locali, all’imprenditoria del territorio, alla tifoseria, alla squadra e alla società. Se abbiamo questa voglia, questo amore per la squadra, sono convinto che alla lunga i risultati si possono anche ottenere”.

Soldi, idee ed unità di intenti. 

“Per quello che ho potuto notare da fuori, da semplice simpatizzante, figlio di un tifoso del Catanzaro, questa società è stata lasciata sola. Ha fatto molto per quelle che erano le proprie possibilità ma poco per quello che ci si aspetta dal Catanzaro. Perché dal Catanzaro ci si aspetta molto. Abbiamo una storia da difendere. È chiaro che tornare a certi livelli è difficile. I tempi sono cambiati. La politica del calcio oggi è molto diversa”.

Dunque qual è la sua ricetta?

“Sono convinto che una proprietà solida deve essere affiancata da sponsor che non ho trovato. Da un dialogo con la politica che probabilmente non è stato il top. Da uno stadio che va rimesso a regime perché non abbiamo bisogno solamente dei 7000 posti disponibili ma di tutto l’impianto. Sono tutte componenti necessarie per far sì che si possa tornare a far bene. Solo così possiamo recuperare il terreno perduto. Catanzaro è presente in tutto il Mondo, non solo nella provincia o nella regione Calabria. Abbiamo tantissimi tifosi, dobbiamo fare in modo di non disperdere questo potenziale ma consolidarlo con qualcosa di buono e duraturo”.

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È nelle intenzioni della società l’idea di affiliarsi ad un club di prima fascia da cui poter prelevare i migliori giovani oppure verrà creata una rete di osservatori in grado, anche a livello regionale, di scoprire nuovi talenti?

“Il Catanzaro ha una sua identità ben chiara e ben definita. Non credo ci sia bisogno di affiliarsi ad un’unica squadra. È importante avere rapporti con tutti i club del panorama calcistico italiano ed anche internazionale. Abbiamo le potenzialità di crescere sia in ambito locale ma anche con scouting sul territorio nazionale. E non escludo che lavoreremo con qualcuno che ci possa dare una mano anche oltre i confini nazionali. Abbiamo bisogno di tutti, non di seguire una sola strada. Senza dimenticare mai che le cose si creano piano piano non come i funghi, dalla sera alla mattina”

Il calciomercato deve ancora partire ufficialmente però lei si è mosso in anticipo portando in giallorosso giocatori importanti. Tra questi Giuseppe Prestia, un ragazzo dal grande talento. 

“Quando portammo Prestia a Parma dal Palermo fu un autentico colpo. Poi ha avuto un infortunio al crociato che ha rallentato la sua crescita e la sua carriera ma credo che Giuseppe, in condizioni fisiche perfette, sia un lusso per la categoria. Molto importante sarà il suo recupero fisico ma abbiamo valutato bene con i nostri medici la situazione. Credo possa essere un valore aggiunto per il Catanzaro e per il reparto difensivo”.

È inutile fare nomi perché sono stati accostati in tanti ai colori giallorossi. Ma esiste la possibilità che l’attacco parli un po’ di portoghese nella prossima stagione?

“Perché prendiamo qualche brasiliano probabilmente (ride, ndr). Adesso vediamo. Quello che posso dire è che a Catanzaro vogliono venire in tanti. Ogni ragazzo che è stato interpellato o sondato ha dimostrato grande apprezzamento per la piazza. Questo è importantissimo sia per la società che per la città. In questo momento ci associano tanti calciatori, ed è vero che ho sondato diverse piste m a il profilo giusto deve avere il sangue giallorosso nelle vene. Ho bisogno di calciatori che vengono per sudare la maglia. Che hanno voglia di correre, di lottare fino alla fine per il risultato. Al di là delle qualità tecniche, fisiche, tattiche di un calciatore, l’aspetto che sto valutando di più in assoluto è proprio quello di capire quanta voglia hanno di Catanzaro. Questo è fondamentale anche a costo di non prendere qualche calciatore bravo. Serve gente innamorata, pronta a pedalare forte, con voglia, perché ogni domenica sarà difficile”.

Dei calciatori che hanno fatto parte della rosa della passata stagione quanti di questi hanno ancora voglia di sudare e lottare per la maglia?

“A volte si fanno delle scelte che non sono definitive. Si fanno valutazioni, si sondano mercati. È chiaro che bisogna ringraziare chi è stato a Catanzaro lo scorso anno facendo sì che questa squadra, insieme all’allenatore ed alla società, mantenesse la categoria. C’è voglia di cambiare tanto, di un restyling. Stiamo facendo delle valutazioni attente perché a volte è più difficile non confermare un calciatore che confermarlo. Qualcuno ha tantissima voglia di restare a Catanzaro. Mentre c’è chi ha intenzione di cambiare aria e di misurarsi in un’altra piazza. Va comunque fatto un ringraziamento per quello che hanno dato per la maglia. Oggi però guardo al futuro non al passato. Penso a chi farà parte del Catanzaro non a chi è stato qui”. 

Per quanto riguarda Grandi, potrebbe essere acquistato a titolo definitivo?

“Questo lo valuteremo con il Cesena. Prima di affondare il colpo su Grandi è stato chiesto al ragazzo quanta voglia avesse di restare a Catanzaro. Lui ha dimostrato, insieme al suo procuratore, con le parole di volere rimanere qui. Stiamo facendo di tutto per trovare la formula migliore che possa garantire tranquillità al ragazzo e continuità a noi come Catanzaro”. 

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Capitolo Giampà. Vi siete incontrati, avete parlato del futuro?

“No. Non abbiamo ancora avuto modo di parlarci e mi dispiace, ma sicuramente ci incontreremo e spiegherò a Giampà quelli che sono i progetti del Catanzaro”.

Il migliore acquisto della passata stagione è stato senza dubbio mister Erra. È d’accordo?

“Il lavoro che ha fatto a Catanzaro nello scorso campionato è stato meraviglioso. Non solo da un punto di vista tecnico ma anche umano, tant’è che la società si è mossa con grande anticipo per rinnovargli la fiducia con altri due anni di contratto. E dopo averlo conosciuto, confrontandomi con lui, posso dire che non solo merita la piazza di Catanzaro ma merita di togliersi delle grandi soddisfazioni. Non si vive solo di sofferenza. Sono convinto che insieme faremo un grande lavoro. Lo ritengo un tecnico capace, serio, professionale che sa come si fa questo mestiere”.

State lavorando in sinergia per la costruzione della squadra?

“Assolutamente. Erra non è solo il tecnico del club. L’allenatore fa parte del progetto a tutti gli effetti. Entrambi, con la società, abbiamo voglia di costruire un gruppo in grado di dare soddisfazioni alla città”.

Negli anni di Parma, e non solo, ha scovato molti giovani talenti. Tra i tanti, quest’anno è esploso in maniera definitiva Gianluca Lapadula.

“Quando si sceglie un calciatore bisogna essere convinti. Serve un grande lavoro di gruppo per andare ad individuare i futuri campioni. Solo la programmazione porta ai risultati. E ci vuole tanta pazienza. I giovani vanno difesi, tutelati sempre, perché se hanno delle qualità prima o poi escono fuori. Non bisogna avere fretta di giudicare dicendo “forse non è all’altezza”. Serve equilibrio. Lapadula è proprio il classico esempio. Stiamo parlando di un ragazzo del ’90 che era andato a Cesena in B e non aveva funzionato, all’Atletico Roma uguale. Poi a San Marino e a Teramo bene. Era andato in Slovenia ma si diceva che il campionato sloveno non era all’altezza. Ora, a 26 anni, nel pieno della sua maturità, sta dimostrando il suo reale valore. Il prodotto finito non dà gusto, mentre quello lavorato, poi modellato e che ottiene dei risultati, diventa un vanto per la società e per tutti quelli che hanno contribuito”

Esiste un nuovo Lapadula da portare a Catanzaro?

“Esiste, ma quando arriverà non si chiamerà di certo Lapadula”.

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Il 22 luglio inizierà il ritiro. Alla fine avete optato per Rivisondoli, in Abruzzo.

“La cosa che mi ha fatto più piacere è stata che tutti, dal Trentino in giù, hanno manifestato molto piacere ad ospitare il Catanzaro. Alla fine per date, aspetto logistico ed altri fattori, abbiamo scelto Rivisondoli”.

Sono state già programmate delle amichevoli?

“Ancora nulla di ufficiale. Comunque l’intenzione con il mister è quella di procede durante il pre-campionato con una serie di amichevoli che aumenteranno di difficoltà con l’avvicinarsi della stagione”.

A che punto sarà la rosa per l’inizio del ritiro?

“Il campionato inizia a fine agosto. Il mercato apre i primi di luglio. È difficile immaginare che per l’inizio del ritiro saremo al completo. Ovviamente abbiamo fatto già delle operazioni ma non voglio avere fretta. Spesso negli ultimi 15 giorni può succedere di tutto. Sicuramente una buona parte del gruppo sarà a disposizione”.

Come vede il prossimo campionato, sarà più difficile dell’ultimo?

“Come sempre sarà un torneo difficile e molto lungo. Non ci sarà più il Benevento ma ci sono squadre come il Foggia, il Lecce, il Catania senza penalizzazione, o squadre che possono confermarsi dopo l’ottimo campionato scorso come il Matera, la Casertana ed il Cosenza. Il girone meridionale è anche pieno di insidie da un punto di vista ambientale. Non esistono campi facili o sfide dall’esito scontato. Serviranno calciatori con gli attributi per andare in campo”.

Le piace questa nuova formula del torneo?

“Sì. Sono sempre per le innovazioni. In particolare l’ammissione ai play-off portata a dieci squadre garantirà partite giocate fino all’ultimo. Mi piace l’idea che una squadra che non ha più nulla da dire può giocarsi fino alla fine un posto nei play-off ed ottenere magari una promozione insperata. Non ci saranno partite morte durante l’arco della stagione”.

Cosa ne pensa del nuovo corso intrapreso dal neo presidente della Lega Pro Gabriele Gravina?

“Mi auguro che sia veramente florido e duraturo perché lo ritengo un dirigente capace non solo a livello manageriale. La sua esperienza messa a disposizione delle nostre società di Lega Pro sarà importante”.

Lega Pro, Agenzia delle Entrate ed Inps hanno firmato, il 15 giugno scorso, un protocollo in favore della legalità e del rispetto delle regole contro le frodi sportive. Cosa ne pensa?

“Le regole ci sono. Sono solo da far rispettare. Non esiste in una buona famiglia, come la Lega Pro o qualsiasi altra Lega, che non ci siano delle regole. Sono le regole del rispetto, le regole dello sport. E uno sport senza regole semplicemente non è sport”.

 

 logo twitterMatteo Pirritano

Autore

Francesco Panza

4 Commenti

  • Penso che molti,me compreso, apprezzano la nuova impostazione della Società. Apprezzo l’inizio della campagna acquisti, mi piacerebbe che anche Squillace e Agnello restassero. In futuro spero che si ritorni in serie B, anche non subito, ma mi auguro fortemente che, qualsiasi siano i risultatati, non si cambino ogni anno 20 giocatori per volta. Questo è il male maggiore che non ci fa decollare.<br />
    Piccolo inciso: vista la partita ITALIA vs IRLANDA di ieri, visto di come hanno giocato gli elementi di centrocampo, penso che con MAITA e Agnello si sarebbe visto di più e di meglio. Ma che se li è portati a fare Thiago Motta e Sturaro in Francia ??

  • Alcuni pensano che i soldi crescano sugli alberi e che gli sia tutto dovuto a seguito di un’affluenza media al ceravolo di 2000 tifosi, poi la questione degli sponsor non l’ho mai capita, a pensar male…. forza aquile!!!!

  • BENE QUELLO CHE VIENE SCRITTO E DESCRITTO ………………..ORA OCCORRONO I RISULTATI CHE DARA’ IL CAMPO ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,IMBOCCA A LUPO ,,,,,,,,,,,,,,,,E SI RICORDI TANTO PER CHIARIRCI CHE LA STORIA SIAMO NOIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

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