La caduta degli Dei

Un pregevole dialogo, da un nostro vecchio lettore

“Cosa vedi?”

“Niente di nuovo. Il solito buio, il solito niente.”

“Ma il fondo, lo vedi il fondo?”

“Credo di si, credo che ormai ci siamo. D’altra parte
cosa volevi sentirti dire, lo sai benissimo in che situazione siamo.
E non da oggi.”

“Già, quanto tempo sarà passato da quando abbiamo
cominciato a sprofondare?”

“Anni, un sacco di anni. Ho perso il conto a dire il vero. Ho
ricordi sempre più confusi, consumati dal tempo e da tutto
questo buio. Qualche gol, ogni tanto; qualche trasferta felice, il
resto penso di averlo solo sognato. Ma quando cominciò la
caduta era tutta una battaglia, si scivolava precipitosamente e si
tentava sempre la risalita, c’era un’aria feroce,
un’atmosfera bestiale, un succedersi infinito di eventi. Poi è
cominciata la discesa lenta, senza strattoni né combattimenti,
e la caduta è diventata triste e inarrestabile.”

“E noi sempre qui, a resistere, a rinviare la fine, a
difendere una speranza. Con le nostre bandiere giallorosse annodate
dove capitava, per ritardare la caduta, per prendere tempo.”

“E poi cercare di allontanarci dal fondo. Ci avevamo creduto,
ricordi? Ci sembrava possibile, pensavamo di vedere la salvezza, di
tornare a respirare. Era solo due anni fa e sembrano passati secoli.”

“Te l’ho già detto, era un’illusione ottica,
un colpo di vento, uno scherzo del destino. Non ci siamo mai
avvicinati alla superficie, era solo un gioco di prestigio, come una
riffa improbabile, come un ripescaggio fortunoso, come un biglietto
contraffatto”.

“Resistere, dunque. Consumarsi le mani aggrappati a questa
fune, non mollare, non farsi domande per paura delle risposte, non
guardare in giù per non vedere il baratro, cercare nuove forze
e resistere. Non possiamo fare altro.”

“Già, e pur sapendo che probabilmente sarà
inutile, cercare di resistere ancora, fino all’ultimo minuto
possibile.”

“E’ che non dipende solo da noi. Lassù sembra che
non gliene freghi niente, pensano ai loro interessi, programmano e
scombinano, comprano e vendono. Affari, è solo un vorticoso
succedersi di affari ed sms. E nel frattempo noi continuiamo a
scivolare, sempre più vicini al fondo.”

“Tutto questo mi ricorda l’Italia.”

“L’Italia di Lippi?”

“No, l’Italia di Berlusconi.”

“Già, le stesse promesse impossibili e poi dimissioni,
scuse, inganni. E‘ proprio uguale: proclami improbabili e
declino inesorabile.”

“E nel frattempo si preparano al nostro funerale”.

“E se non volessimo scomparire?”

“Mica facile, non dipende solo da noi, ricordi? Noi possiamo
influire solo sui dettagli. Magari avremo una Corona funebre tutta
per noi, assolutamente speciale”.

“Così tutti guarderanno la Corona, e diranno che bella
Corona, che Corona splendida e si dimenticheranno che sono ad un
funerale”.

“Proprio così, proprio così”

“Sono stanco, e sono anche vecchio, non so per quanto tempo
ancora resisterò”.

“Dovresti esserne felice”.

“Di cosa?”

“Del fatto che sei vecchio. Almeno hai visto. La tua vita non è
stata solo oscurità e delusioni. Hai visto che poteva essere
diverso, almeno questo non lo possono rescindere”.

“Bella consolazione, preferirei conoscere il modo di toglierci
da qua”.

“La verità è che ci vorrebbe un miracolo”.

“Non basterebbe.”

“Che vuoi dire?”

“Ne servono almeno due, uno per restare in serie B e uno per
sbarazzarci di chi ci spinge giù. Se ci salviamo e restiamo
così non servirà a niente. Affondare sarebbe solo una
questione di tempo.”

“Due miracoli, mica facile. Ma tu ci credi ai miracoli?”

“Assolutamente no.”

“Bene …”

“Aspetta!”

“Che c’è?”

“Mi sa che ci siamo avvicinati ulteriormente al fondo.”

“Cosa sarà stato? Una dichiarazione di Poggi, uno
spumante stappato da Improta, un nuovo allenatore scelto a caso?”

“Non so, forse solo il lento passare del tempo. Anche il tempo
è contro di noi, te ne sei accorto?

“Bah, siamo proprio messi bene”.

“C’è chi sta peggio”.

“Chi?”

“Chi non ha ancora capito. E ora taci, mi servono tutte le mie
forze, è il momento di resistere, dopo ci sarà solo
questa melma putrida di cui sento già l’odore”.

“L’odore della serie C?”

“Magari …”

Beniamino Durruti

Autore

Tony Marchese

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