Il Rompicalcio

L’orgoglio e l’appartenenza

Il senso della giornata di sabato al “Ceravolo”. Per ricostruire insieme il nuovo Catanzaro
 

Ma siete pazzi?“, “Ma quale orgoglio? Semmai disonore“, “Non ci sarà nessuno, dobbiamo lasciare lo stadio deserto“. Sono solo alcune delle critiche, le più morbide, che ci vengono rivolte per aver invitato tutti i tifosi del Catanzaro a ritrovarsi sabato al “Ceravolo”, dentro o fuori dallo stadio, prima, durante o dopo la partita, in occasione della sfida con la Lupa Roma, ultimo atto di una stagione da dimenticare. “Ma qual è il senso?“, “Non è meglio una giornata al mare?“, “Ma la organizzate per sostenere la società?“.

Sì, lo ammettiamo. C’è un po’ di follia in tutto questo. Ma il senso è molto semplice: l’appartenenza. Ad altre latitudini, in altri campionati, in altre categorie, sarebbe tutto normale. In Italia no. Questione di cultura, o forse di ignoranza, dipende dai punti di vista. Il tifoso italiano molto spesso rivendica la proprietà della propria squadra del cuore, salvo poi dimenticarla quando è in difficoltà, quando i risultati sono negativi. Ecco, noi non la pensiamo così.

Noi di UsCatanzaro.net pensiamo che il Catanzaro sia del suo proprietario, del suo presidente. Ma pensiamo anche che i tifosi siano i custodi unici di un patrimonio che va al di là della società di turno. Un patrimonio fatto di storia, di cultura, di emozioni, di vittorie, di sconfitte, di passione giallorossa. Un patrimonio costruito a poco a poco, mattone su mattone, da chi nel corso di 85 anni ha avuto un ruolo nel Catanzaro, in campo o dietro una scrivania. Noi ci dobbiamo essere sempre, perché altrimenti si rischia di disperdere quel patrimonio costruito con fatica e sudore dai nostri padri e dai nostri nonni.

Lo stadio come luogo in cui restare comunità. Il Catanzaro come collante sociale in una città sempre più sfaldata. Un’idea da coltivare, da coccolare e da tramandare di padre in figlio. Ecco il senso della giornata di sabato. Oltre all’occasione per discutere di questo brutto campionato, di come stimolare la società in vista della nuova stagione, di come rispondere alla disaffezione e all’apatia che rischiano di trascinare Catanzaro al livello di altre piazze. Quelle che spesso abbiamo snobbato, a volte deriso, per la loro pochezza, per la loro scarsa tradizione calcistica. 

Certo questo Catanzaro brutto e arrendevole di fine stagione non ci dà una mano. Il primo obiettivo stagionale, lottare per vincere, è fallito a dicembre con il repulisti di Cosentino. Il secondo, mantenimento della categoria e piccole soddisfazioni, si è realizzato solo a metà. La nave di Sanderra è approdata subito alla salvezza  con un filotto di vittorie assolutamente non scontato per una squadra completamente nuova e da assemblare in fretta e furia. Se il Catanzaro avesse smesso di giocare dopo la vittoria di Matera, tre mesi fa, coi punti accumulati si sarebbe comunque salvato. Le piccole soddisfazioni, invece, si sono fermate alla mitraglia di Bernardo nel derby col Cosenza. Poi il campionato giallorosso, a parte qualche trascurabile vittoria, è diventato un calvario di partite non giocate, giocate male, regalate, con sconfitte imbarazzanti e la miseria di tre punti racimolati contro le ultime sei della classifica.

Alla fine a pagare è stato ancora una volta l’allenatore, Stefano Sanderra, cacciato alla fine della terrificante prestazione offerta dai giallorossi ieri pomeriggio al “Granillo”. Il suo destino era già segnato. Cosentino era convinto potesse fare meglio. Poi l’episodio-Rigione. La sconfitta nel suo derby personale con la Reggina il presidente non l’ha digerita e l’ha fatto infuriare. Un esonero di pancia più che di testa, un inutile sfregio di fine stagione che non serve a mascherare gli errori marchiani commessi da luglio in poi.

In meno di dodici mesi il Catanzaro ha buttato all’aria tre progetti tecnici (Brevi, Moriero, Sanderra) e liquidato una cinquantina di giocatori. Un inutile dispendio di forze, non solo economiche. È il risultato di un’organizzazione societaria deficitaria. Il calcio non è matematica, ma senza le professionalità giuste al posto giusto, i conti non torneranno mai. Brevi e Sanderra sono stati liquidati nonostante abbiano compiuto due mezzi miracoli, pur con i loro errori.

Il trait d’union di tutti gli allenatori dell’era Cosentino si chiama Armando Ortoli. Fu lui, con Cosentino in Cina, a licenziare Cozza che non aveva scelto; è stato lui a portare gli ultimi tre allenatori e a fare il mercato. Ortoli è ancora lì, presente nella sua assenza polemica dopo i fatti del derby di Coppa. Che hanno sfasciato l’ambiente oltre a regalare un pezzo di Coppa Italia di Lega Pro al Cosenza. Il silenzio nell’ultimo periodo è quasi disarmante. Se la proprietà si è fatta sentire attraverso le parole di Ambra Cosentino, è difficile giustificare l’assenza della società nelle partite in trasferta. Da una squadra abbandonata e senza obiettivi, fatta di giocatori senza un futuro contrattuale a Catanzaro, è difficile pretendere impegno e costanza.

Questo è il calcio dei procuratori, dei direttori sportivi e dei calciatori. Partite come quelle di Reggio sono purtroppo all’ordine del giorno in questo calcio malato e senza dignità. Proprio quella dignità che abbiamo chiesto e ottenuto da Cosentino e da questa proprietà negli ultimi anni. Quella dignità bastonata in questo girone di ritorno da un format di campionato sconsiderato, da troppe scelte sbagliate della società, da troppe partite senza senso e senza obiettivi. Quella dignità di chi spera sempre di vincere e non si accontenta della pancia confortevole di un campionato di terza serie. Quella dignità, figlia della nostra appartenenza che, comunque, sabato rivendicheremo al “Ceravolo”. Per tentare di ricostruire insieme a chi vorrà esserci il nostro Catanzaro.

logotwitterIvan Pugliese 

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Salvatore Ferragina

22 Commenti

  • Chi AMA davvero il Catanzaro, NON può mancare, anzi DEVE proprio esserci, primo per se stesso e poi per buttare basi d’unione quindi di Crescità.

    • Dispiace dirlo ma come al solito saremo sempre i soliti. <br />
      se si organizzava una giornata dell’orgoglio bianconero/nerazzurro/rossonero allora magari in tanti avrebbero portato anche i figli.<br />
      ecco da dove deve ripartire questa società e cioè dai più piccoli , dai tifosi del futuro, senza di questi tra qualche anno ci ridurremo ad essere allo stadio "io mamma e tu".<br />
      Forza giallorossi!!

  • Come da 53 anni a questa parte…io ci sarò…come ci sono stato, con altri 5 amici, alle prime due partite del famoso campionato poi giocato a porte chiuse per mancanza di soldi per pagare gli stewards…Le vave le lascio agli altri, il tifo contro lo lascio agli altri…Io ho sempre tifato pro Catanzaro…e, davvero ma davero davvero "finchè morte non ci separi"…al diavolo chi fa di queste parole un vuoto slogan dei tempi belli…<br />

  • L’orgoglio di avere il sangue giallorosso non può neanche essere messo in discussione.<br />
    Purtroppo i tempi sono infelici e la realtà amara è riassunta nell’articolo che invito tutti a leggere. <br />
    Continuiamo ad amare il Catanzaro e Catanzaro per quello che possono essere e non per come vorremmo che fossero!<br />
    Ecco il Link.<br />
    http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2015/05/04/news/il_fallimento_della_lega_pro-113488733/?ref=HREC1-7

  • ECCO UNA BELLISSIMA NOTIZIA Il Matera pensa ad Ortoli come prossimo direttore sportivo<br />
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    05.05.2015 13:40 di Massimiliano Chiaravalloti articolo letto 376 volte <br />
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    Fonte: tuttomercatoweb<br />
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    Il Matera pensa ad Ortoli come prossimo direttore sportivo <br />
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    Il Matera inizia a programmare il futuro pur non essendo ancora certo dei play-off e dell’eventuale promozione. Secondo quanto raccolto da Radio Tifo, infatti, il presidente Saverio Columella starebbe pensando di farsi affiancare da un direttore sportivo e il nome ideale sarebbe stato identificato in Armando Ortoli, ormai in rotta di collisione con il Catanzaro da gennaio. Contatti già avviati tra le parti.<br />

  • Come si fa a non essere d’accorso con uscatanzaro.net. E come si fa a criticare un Presidente che è anche il primo tifoso della squadra. Sono sicuro che ogni decisione presa da Cosentino fino a oggi sia stata a fin di bene per la società. E poi come si fa a dire "Cosentino lascia". A chi? Ai tanti imprenditori di Catanzaro che si sono fatti avanti dopo che lo stesso Cosentino ha detto di cedere la società "gratis"? Come si fa a dire "io non ci sarò"? Come, giustamente, dice Ivan è questione di cultura (ignorante) di chi parla senza orgoglio. Sabato vi sarò vicino con il cuore…giallorosso! FORZA CATANZARO

  • Ragà, dal cuore ve lo dico, ma ci sono tanti passatempi, perché lasciarli a pochi intimi? Il golf per esempio, capisco che ci siano pochi impianti dalle nostre parti, ma è pur sempre un nobile sport per gente sofisticata e ricercata….<br />
    Si non vinda futta nenta, pecchì aviti ma ci l’ammusciati all’atri???<br />
    Non esiste l’obbligo di frequenza per lo stadio, ma neanche il dovere di condizionare gli altri…<br />
    Io al posto di chi dissente, per manifestare apertamente la mia dignità, come ho sempre fatto, me ne andrei in silenzio… senza far rumore, senza dare "soddisfazione" a tutti sti cazzuni ca a lu Catanzaru ci dezaru u cora e vonnu ma c’u dunanu ancora, puru a rischiu ma si fannu pigghiara ppo culu….!

  • SENZA SE E SENZA MA!!!!<br> FORZA MAGICHE AQUILE!!!!<br> Cosentino?<br> Anche se qualche errore lo ha fatto ha investito molte risorse, ci ha messo la faccia e alla fine una squadra senza sponsor, con poco pubblico, senza santi in paradiso e con lo stadio da rifare siamo sicuri che un 4° e un 8° posto in serie C siano così male? Ricordiamoci come stanno andando le altre squadre calabresi e anche grandi club di tutta Italia.<br> Ma anche se la situazione fosse quella di 6 anni fa (inferno totale) noi siamo sempre i veri tifosi del grande CZ.<br> FORZA CATANZAROOOOOOOOOO!!!!!!!!!

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