Rassegna stampa

Catanzaro costretto a giocare al San Francesco di Nocera

Respinte le richieste da parte della società giallorossa di disputare il retour match in uno stadio con maggiore capienza

CATANZARO – Il secondo round con la Nocerina si giocherà nella sua sede naturale, ovvero al «San Francesco» della città campana. Sono, infatti, tramontate ieri le ultime speranze di spostare la sede in una più agibile, soprattutto per consentire alla migliaia di tifosi giallorossi (oltre a quelli locali erano stati preannunciati spostamenti da alcuni centri della provincia e dal centro nord dell’Italia, in particolare da Roma e Firenze) di assistere alla partita decisiva per l’accesso alla finale, contro la vincitrice tra Acireale e Brindisi. Ha, quindi, prevalso il proposito dei dirigenti della Nocerina di disputare l’incontro appunto nella sua sede naturale, nonostante il «San Francesco» sia di capienza limitata, pur dopo l’aumento accordato dalla Commissione di vigilanza da 5.300 a 9.000 spettatori. Peraltro dopo una iniziale offerta di 580 biglietti da parte della Società campana, la stessa ne ha offerto 2.000 di curve e distinti. Al Catanzaro è arrivato ieri il preannuncio di una «ordinanza» della stessa Lega con la quale si imponeva al Catanzaro di allestire un maxischermo per consentire ai tifosi giallorossi di assistere alla partita senza muoversi dalla sede. La Società giallorossa, giustamente, non si è sentita obbligata ad aderire a quella che è stata definita una ordinanza da un funzionario della Lega: «Non compete a noi – è stato commentato – allestire maxischermi. Semmai compete alla stessa Lega organizzatrice degli incontri di playff e playout». Il Catanzaro rifiuterebbe anche di distribuire l’esiguo numero di biglietti che la Lega deve quantificare e che, in ogni modo, non andrebbero al di là del 10 per cento della capienza dello stadio di Nocera. Pochi anche 900 biglietti che la Lega è obbligata a mettere a disposizione dei tifosi ospiti. I tifosi, a dir poco, sono rimasti delusi dal mancato spostamento della sede. Schiumano di rabbia, in particolare, gli «Ultras ’73» che dietro prenotazione hanno organizzato una autentica carovana di pullman. Sono, infatti, venti. Promettono di presentarsi egualmente domenica al «San Francesco». Per il che sembra che sia stata responsabilizzata la questura locale che già nei giorni scorsi aveva reso edotto il Ministero dell’Interno, oltre che le autorità di polizia di Salerno. In forte disagio di fronte all’organizzazione della trasferta per i propri soci il Catanzaro Club: «Non si può vietare – ha commentato il presidente del noto sodalizio locale, Franco Rotella – a una tifoseria di seguire la propria squadra e per giunta in una partita così decisiva. Oserei dire che si tratta di una limitazione della libertà di spostamento della gente. Fa solo sorridere l’imposizione di allestire un maxischermo in città. I tifosi non vogliono andare a Nocera per una gita, ma per sostenere la propria squadra». «E quanto alla Lega – ha aggiunto Rotella – in questa occasione arriva la conferma dell’incapacità di espletare la sua funzione, oltretutto, quando le sarebbe convenuto spostare l’incontro in uno stadio agibile per le due tifoserie. Va ricordato che domenica scorsa al «Ceravolo» ha incassato qualcosa come cento milioni delle vecchie lire; cioè il 50 per cento dell’incasso al netto delle spese. Comunque, sarebbero da rivedere le norme per lo svolgimento di partite così importanti come i playoff e i playout: le partite casalinghe, delle società che non dispongono di stadi capienti si devono giocare in impianti sportivi idonei appunto per ospitare le opposte tifoserie». Da parte sua la squadra ieri pomeriggio ha svolto la programmata partitella in famiglia. Da una parte l’allenatore Dellisanti ha schierato la formazione opposta domenica alla Nocerina, con l’unica variante di Ambrosino al posto di Ferrigno, leggermente acciaccato. Nel secondo tempo due sostituzioni scontate ed eventuali alternative nel corso della partita di domenica, ovvero De Sanzo al posto di Milone e Bertuccelli in quello di Moscelli. Se le indicazioni del collaudo sulla palla fossero attendibili, significherebbe che nel secondo decisivo incontro per la qualificazione si opporrebbe alla Nocerina lo stesso Catanzaro del primo. Quello che ha lasciato l’impressione della necessità di apportare qualche variante per vivificare un «undici» poco brillante anche in quella che doveva essere la sua arma migliore, ovvero la condizione fisica forse limitata dalla tensione nervosa. Ma evidentemente Dellisanti vuole puntare al riscatto della squadra che nel primo match, diciamolo, pure, ha compromesso la qualificazione alla finale.

Vito Macrina – Gazzetta del Sud

Autore

God

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