Rassegna stampa

Dellisanti: «Il giallorosso mi porta bene»

L’allenatore alla sua seconda finale Play-off, la prima vinta con il Benevento

CATANZARO – Franco Dellisanti è alla sua seconda finale dopo 4
anni. Nella stagione 98-99, l’aveva vinta con il Benevento, eliminando
prima il Catanzaro targato Soluri-Morrone e, poi, il Messina di Aliotta-Cuoghi.
Guarda caso, in quell’edizione dei giallorossi calabresi, insieme ai Bevo,
Marsich, Morfù e Mariotto, c’era Marco Ciardiello, attuale leader
e capitano. Al tecnico, dunque, non manca l’ispirazione giusta per fare
il bis e regalare una grande gioia alla piazza di Catanzaro. “Magari avessi
in frigorifero gli ingredienti di quel successo! –esclama- Certo, in questi
giorni il pensiero mi è spesso andato a quel ricordo, ma non ho rintracciato
nulla che possa aiutarmi più di tanto.” L’emozione di quel
risultato, però, è ancora intatta: “La nostra vittoria fu
per tutti una sorpresa. Invero, non nascondo la soddisfazione del tempo nell’avere
eliminato squadre come Catanzaro e Messina, che si classificarono prima di noi.
Aggiungo che i siciliani, in particolare, erano un’ottima squadra, con
elementi di grande caratura tecnica, fra cui spiccava il super cannoniere Torino,
autore nella stagione di 24 reti. Il Messina aveva ancora gente come Corona,
Bertoni, Catalano, De Blasio e Romano.” Se, poi, gli si chiede quale siano
le analogie fra quell’esperienza con questa in corso, così risponde:
“Innanzitutto, direi il colore delle maglie. Il giallorosso mi porta fortuna.
Sono anch’io un po’ scaramantico e mi sta bene che il Catanzaro
abbia gli stessi colori del Benevento. Anche i campani attendevano da vari anni
la promozione. Aggiungo che quella squadra giocava come il mio Catanzaro. Tutte
le mie squadre si somigliano. Amici di Benevento che sono venuti a vedere la
gara a Nocera, mi hanno confermato d’aver riscontrato forti somiglianze
tattiche. Forse, a voler essere più precisi, direi che quel Benevento
era, sul piano tattico, ancora più compatto e squadra. Il Catanzaro,
invece, è certamente più importante sul piano della qualità
dei singoli.” Le differenze principali, il tecnico le individua nel campionato
e nella piazza: “Quel campionato era, forse, più difficile. MI
riferisco alla media delle squadre. Tutto il calcio e quello di C in particolare,
negli ultimi tempi, ha perso qualità.” Poi, dando quasi l’impressione
d’esser pressato da qualche responsabilità di troppo, rifinisce
la risposta: “La differenza principale, comunque, sta nelle due piazze.
Infatti, vincere a Catanzaro è diverso. Non voglio con questo sminuire
Benevento, che, al contrario, rimane per me un ricordo importante ed una tappa
fondamentale della mia carriera. Mi guarderei bene dal fare un torto ai miei
amici campani. Voglio dire soltanto che vincere a Catanzaro, è un’altra
cosa. Il pubblico, la tradizione, i rapporti di questa piazza non reggono paragoni.
La storia non è un qualcosa che s’archivia, ma un qualcosa di tangibile,
che ci responsabilizza e, nel contempo, ci inorgoglisce e ci carica a far bene.”
Poi, il discorso scivola decisamente sul presente ed il tecnico non ha dubbi
nell’affermare: “Abbiamo un nostro immodificabile atteggiamento.
Pur volendo non lo possiamo modificare. Se tentassimo di giocare in maniera
diversa, sarebbe deleterio. Non siamo squadra che s’accontenta del pari.
Non sappiamo impostare le gare a veder giocare gli avversari. Rispettiamo l’Acireale
e non sono frasi di circostanza. Hanno gente importante e le loro imprese stagionali,
con in testa il loro trionfo sul Brindisi, sono un biglietto da visita che luccica
senza impressionarci. Questo Catanzaro, pur nell’imprevedibilità
del calcio, non teme nessuno.” Per l’assenza di Corazzini non esprime
allarmi ma un solo rammarico: “Una squadra organizzata come la nostra,
possiede adeguate alternative di qualità. Ciò non toglie che mi
dispiace rinunciare a Marcello, che stava facendo molto bene.” Per il
resto, è confermato lo schieramento delle semifinali. Fra i giocatori
circola un controllato ottimismo. Tutti, cioè, ripetono che superare
l’Acireale è possibile, purchè si ricorra al massimo impegno
ed alla migliore concentrazione. Anche nella circostanza, la squadra non modifica
le abitudini. A differenza delle altre squadre di questi playoff, ancora una
volta i giallorossi non hanno anticipato il ritiro e partiranno in giornata
dopo l’allenamento di rifinitura.

Salvatore Blasco – Gazzetta dello Sport


Al Catanzaro ancora soltanto 700 biglietti

CATANZARO – I biglietti continuano a restare 700, nonostante le pressioni
dei tifosi. Come si sapeva, la notizia della diretta televisiva ha solo parzialmente
arginato la voglia di passare lo stretto. Addirittura, sono apparsi ieri sui
muri della città manifesti d’associazioni che esortavano la gente a partire,
munendosi di bandiere e sciarpe. Sommersa dalle dirette pressioni dei tifosi
e dai mille convergenti segnali di pericolo, la Questura di Catanzaro ha continuamente
avvertito quella di Catania, rimasta, però, insensibile. C’è,
fra l’altro, il pericolo che i tifosi abbiano direttamente acquistato
il biglietto, confondendosi così con quelli avversari. Senza un intervento
d’autorità, s’è guardata bene dal prendere posizione
la Lega, nonostante confortata da previsioni regolamentari, limitandosi ad autorizzare
la diretta televisiva che, come ieri riferito, sarà trasmessa da Telespazio.
(F.B.)

Autore

God

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