Rassegna stampa

Gentili: «Catanzaro formato C1»

«Il fatto che non abbia dovuto fare una parata evidenzia quanto i compagni siano stati bravi»
«Nella finale persa 2 anni fa non ho giocato, quella ferita ora va rimarginata»
Ascoli chiede scusa

CATANZARO — È già clima da ultimo atto. La prima mossa è del presidente Claudio Parente, che ha invitato per domenica Macalli. « Non è la prima volta che lo faccio — ha riferito il massimo dirigente giallorosso — , sarebbe per me un piacere averlo ospite al Ceravolo, anche perché vorrei che si rendesse direttamente conto della forza e della civiltà dei nostri tifosi. Mi auguro che, questa volta, la risposta sia positiva » .
È stata, dunque, archiviata in fretta la gara di domenica. É rimasta l’utilità di un risultato positivo e la rinnovata emozione di un grande pubblico. Un altro esodo che, questa volta, è stato preceduto da una non visibile e perfetta regia, sottovalutata dalla Questura di Catania e sfuggita, almeno nelle proporzioni, alla società dell’Acireale. Non sarebbe stato altrimenti possibile, che quei 700 biglietti messi a disposizione dei tifosi giallorossi, si triplicassero di colpo ed oltre 2mila persone si ritrovassero di colpo al Tupparello. Resta l’imperdonabile comportamento delle autorità, impreparate a fronteggiare la pur annunciata sorpresa, preannunciata dal Catanzaro ed ipotizzata dalla stampa.
« Il servizio d’ordine pubblico del Tupparello — ha dichiarato il vicepresidente Poggi — è stato indecente. É stato consentito ad una ventina di teppisti locali di sistemarsi accanto ai nostri tifosi, fatti oggetto di bottiglie e razzi » .
S’aggiunga che anche la promiscuità delle due tifoserie, ha innescato incidenti, sia pur di poco conto, nella tribuna centrale.
« Mi dispiace che la nostra gente abbia avuto fastidi. — dice il portiere Luca Gentili — . Voleva solo vedere la partita ed ha fatto di tutto per esserci. É stata una colpa? Assegno loro un bel 10. Per l’ennesima volta, i tifosi sono stati i migliori » . Sullo stato di salute della squadra, in vista della gara di ritorno, il portiere continua: « Il fatto che domenica non abbia fatto una sola parata vera, sta a significare quanto i miei compagni siano bravi. Siamo una formazione tosta e ben equilibrata. Non sarà stata una prestazione esteticamente ineccepibile, ma abbiamo ottenuto quel che cercavamo. Forse, avremmo potuto fare qualcosa di più in avanti, ma i nostri attaccanti si sono troppo sacrificati a chiudere gli spazi, per poi trovarsi lucidi in fase propositiva.
Anche nelle ripartenze abbiamo sofferto, avendo un baricentro più basso del solito. Toledo e Ferrigno così son stati costretti a fare fatica doppia. Poi, ricordo a tutti che il Brindisi ha rischiato di più, ha avuto maggiori occasioni da rete e, alla fine, s’è trovato fuori » . Quella di domenica è, per Luca Gentili, la più importante rivincita della sua carriera: « Nella maledetta finale di 2 anni addietro, ero assente per squalifica. La ferita di quel giorno, è ancora aperta. Si può rimarginare solo in una maniera » .
C’è una scaramanzia maniacale fra i giocatori e in tutto l’ambiente. Non è un caso che Gentili non dica apertamente quale sia la maniera per ripagare i tifosi. Questi ultimi, da parte loro, indossano la domenica e non solo, una maglietta su cui, in dialetto calabrese, c’è scritto: ‘ Forha u gabbu’ ( vai via sfortuna,
ndr).
« È normale, dopo quel che accaduto 2 anni addietro — riferisce Nicola Ascoli, — , mi addolora che domenica sia squalificato.
Avrei pagato di tasca mia per esserci. Per me, che sono fra i reduci di quella maledetta finale col Sora, non sarebbe stata una semplice partita. Consegnerò con fiducia ai miei compagni, una parte del mio cuore, insieme alla mia voglia di rivincita » . Intanto, sono attivate le iniziative per elevare la capienza del Ceravolo, dagli attuali 14mila posti ad almeno 18 mila.

Fabio Blasco – Gazzetta dello Sport

Autore

God

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