Intervistiamo

Tutto Improta. Società, Ufficio Stampa, Clubs, Fallimento.

Tutto il Baronetto parola per parola.

Dopo l’annuncio di Cuttone, raggiungiamo telefonicamente Improta per avere una conferma ufficiale. Ne nasce una chiacchierata a 360° con molti spunti interessanti. Riportando parola per parola, sforzandoci di non trascurare neanche le pause. Per la massima correttezza verso l’interessato ed il lettore e per far immaginare al lettore stesso come l’intervista si sia svolta. L’imprescindibile inflessione partenopea è l’unico ingrediente mancante alla lettura, per il resto c’è tutto. Ognuno, come al solito, ci troverà qualcosa di diverso.

Direttò perché Cuttone?

“Ci sembrava che fosse la persona più adatta, in questo momento. Ci sembrava di aver fatto una cosa giusta, logica , senza togliere nulla al lavoro di Cittadino. Che rimane sempre nei ranghi dell’Fc, un uomo di società, uno che si è fatto trovare pronto nei momenti di emergenza…

Secondo sarà Miceli e Cittadino resterà in società, dunque…

“Si, si, certo…”

Il fatto che sia stato chiamato un allenatore vuol dire che la crisi societaria è stata risolta, immaginiamo…

“la crisi è un conto, la crisi societaria un altro. Mi auguro che in settimana ci possa essere qualche segnale positivo, sono due cose distinte e separate ma che fanno pensare alla svolta in positivo, ecco.”

Ci spieghi, direttò.

“Può sembrare un piccolo segnale, diversamente non ci saremmo mossi, nel senso che una società che è in crisi non si permette di cambiare allenatore e di andare sul mercato per fare qualche modifica, anche in virtù di quello che ci chiederà Agatino.”

Cioè? Si speghi meglio…

“La realtà la conoscete tutti, siamo alle prese con un problema societario che speriamo di risolvere al più presto ma non trascuriamo quello tecnico che comunque sta a cuore di tutti i catanzaresi come stanno a cuore le sorti della società, che tutti vorrebbero vedere stabile e solida economicamente e si sta lavorando per fare questo

Vorrei capire. Si sta lavorando ma questo lavoro da quello che Lei dice sembra essere in dirittura d’arrivo?

“Si, diciamo di si, siamo a buon punto è la verità. Più che altro dovrei dire “il Presidente è a buon punto” perché è lui che si sta prestando a questo tipo di lavoro che dovrebbe sfociare al più presto in una soluzione buona, ecco.”

Ci sono dei nomi che hanno dato il loro placet ufficioso?

“Si, ci sono, ci sono, e il Presidente mi diceva che se ne sono aggiunti anche altri, insomma c’è gente che vuole dare una mano per risolvere il tutto ma non con interventi fini a stessi, no…. Ma, almeno stando a quello che mi ha detto il Presidente per programmare interventi da 3 a 5 anni.”

Può farci dei nomi?
“No, li faremo quando saranno sicuri al 100%”

Il mercato di gennaio è legato alla crisi societaria ma al trentuno di gennaio chiude…

“Eh beh, un po’ di tempo ce l’abbiamo, domani arriva Agatino e insieme vedremo se intervenire, dove intervenire e come intervenire.”

Come è maturata la decisione di allontanare Cittadino e di ingaggiare un allenatore, è conseguenza di una ritrovata serenità societaria o quantomeno di una luce che si intravede?

“A parte la luce che si intravede, è perché la squadra ha bisogno di uno scossone perché dopo la gara di ieri il primo ad essere preoccupato sono stato io, veder giocare una gara così… evidentemente non recepivano più i dettami tecnici e tattici di Franco e allora si è deciso di far arrivare un nuovo allenatore. E’ solo per questo motivo”

Le facciamo una domanda a cui Lei come Dg dovrebbe essere in grado di dare una risposta: le dimissioni di Lo giudice sono ancora sul tavolo di Pittelli, sono state respinte o accettate, verrà preso un nuovo Ds, qual è la situazione?

“Deve decidere Pasquale, noi le abbiamo respinte perché è giusto che chi ha iniziato (ancor prima di me) in quest’avventura è giusto che continui, però credo che dando le dimissioni abbia dato uno schiaffo morale a chi lo vedeva di intralcio alle trattative per la soluzione della crisi. Si è sentito toccato nell’orgoglio e ha inteso dare le dimissioni, prontamente da noi respinte e ci auguriamo possa presto tornare sulle sue decisioni.

Anche la responsabile dell’Ufficio Stampa Emanuela Gemelli ha abbandonato i quadri societari…

“C’è stato un disguido con un dirigente che evidentemente era molto nervoso ma prontamente siamo intervenuti per ristabilire i giusti rapporti che ci devono essere fra la società e la stampa. E’ stato solo un disguido ed Emanuela rimarrà con noi fermo restando che bisogna mettere i puntini sugli i per far si che ognuno faccia quello che gli compete, non deve assolutamente prevaricare il campo altrui.”

Dunque Emanuela Gemelli di nuovo nei ranghi e ancora addetto stampa di questa società?

“Si, assolutamente”

Ma la Gemelli lo sa? E’ al corrente di ciò?

“Abbiamo parlato una mezz’oretta fa per preparare il comunicato che avevate anticipato (quello di Cuttone, ndr).”

Si, ci permettiamo di aggiungere che una scossa andava data anche in questo senso.
Aggiungiamo che abbiamo provato a contattare la diretta interessata in serata ma non ci è stato possibile, per cui rimaniamo fermi alle parole del direttore generale che evidentemente avrà incassato l’Ok della dott.ssa Gemelli a riassumere l’incarico. O almeno così dobbiamo presumere…

Torniamo a noi. Il comunicato dei tifosi in cui si chiedevano esplicitamente le Sue dimissioni: la urta, non la tange, la amareggia, la fa riflettere…

“Assolutamente, nulla di tutto questo. Evidentemente questo gruppo non sa esattamente il mio lavoro dove arriva e quindi si lascia prendere dal momento oppure si lascia spingere da qualcosa, ma… no, no assolutamente. Qualcuno che faceva parte di quella riunione mi ha già chiamato dicendomi di essere dispiaciuto perché poi il comunicato trattava tutt’altro argomento e quindi di conseguenza molti ci sono rimasti male, evidentemente è stata la ciliegina sulla torta di qualcuno a cui non va a genio il mio comportamento. Ma no, no, non mi tocca nella maniera più assoluta. No, vado avanti per la mia strada tranquillamente”

Chi l’ha chiamata?

“No, no, non è il caso, mi hanno chiamato…”

Come giudica il lavoro di Improta a tutt’oggi come Direttore Generale? Si sente esente da errori?
“Chi non opera non sbaglia, noi tutti siamo tutti bravi e colpevoli e ci assumiamo le nostre responsabilità
Ci siamo spiegati male… allora: che responsabilità si assume Gianni Improta da Luglio a ora? Dove ha sbagliato Improta fino ad oggi?

“No, qua se andiamo dietro ai risultati si è sbagliato sulla squadra. Qualcuno dirà che abbiamo sbagliato a esonerare Silipo, purtroppo si sa, nel calcio le cose possono andar bene anche se c’è confusione societaria, il calcio è fatto di risultati, il fatto è che anche durante la mia militanza in cui c’erano stati dei successi importanti non si evidenziava il problema societario, che si acuisce quando non ci sono i risultati sportivi. Eh, questo nessuno lo dice, perché noi pur andando in B per due volte poi ci sono state retrocessioni ma i problemi economici sono sempre rimasti, non so se rendo l’idea. Quando non ci sono i risultati sportivi è normale che si tiri fuori pure il problema della società. Però siamo arrivati a un punto che il Presidente ha capito che bisogna ripartire dalla società per fare in modo di poter lavorare più serenamente tutti perché se c’è tranquillità economica della società un po’ tutti lavorano meglio. Diversamente dobbiamo arrabattarci  e qualche errore lo commettiamo”

Vede continuità fra la gestione della vecchia Uesse e la nuova effeccì e….

Il direttore ci interrompe: “No, assolutamente. La vecchia Us era oberata di debiti da tanto, anche quando l’hanno rilevata Poggi e Parente. Qua non si scappa. La nuova società invece pur avendo avuto un normale disavanzo di gestione riesce col prossimo aumento di capitale a ripianare i debiti. No, nella maniera più assoluta…”

Nella sua veste di direttore generale, Lei vede un stadio che si svuota sempre di più, con gente sempre più disamorata, e dall’altro verso uno stadio che se non viene ristrutturato l’anno prossimo deve chiudere. I due aspetti la preoccupano?

“Il disamore dipende dai risultati, è la quarta sconfitta in casa che subiamo ed è normale che la gente si allontani. Per quanto riguarda i lavori se non si fanno i lavori di ristrutturazione qui voglio dire, è ovvio, ma  la palla qua passa all’Amministrazione perché noi siamo responsabili solo per la manutenzione. Però se non si attivano questi lavori rischiamo il prossimo anno di giocare a porte chiuse. Ma da quello che vedo e dai contatti che ho con l’Amministrazione comunale si stanno adoperando anche se con un po’ di ritardo i lavori da quello che mi dicono dovrebbero iniziare e rendere agibile lo stadio per l’inizio del prossimo campionato. Ovviamente coi dovuti interventi.”

Che restituiscano alla gente tutti i settori, aggiungiamo. Un’ultima cosa, direttò, e poi la mandiamo a cena. Una domanda spontanea a sentire molti tifosi che avendo paura dello spettro fallimento, dicono: Improta ci tranquillizzava due anni fa e poi siamo falliti, Improta ci tranquillizza oggi e magari anche oggi Improta non ci dice il vero e le sue parole non troveranno riscontro nella realtà…

“Sono due situazioni totalmente diverse. All’epoca cercavo di tranquillizzare perché i proprietari tranquillizzavano me, e quindi di conseguenza neanche io m’aspettavo che s’arrivava a un certo punto che… avete visto che sono stato messo da parte anche nell’operazione Corona, se ben ricordate, il sottoscritto non ne sapeva niente quando sono partiti i dirigenti per cedere Corona ancor prima del fallimento, e però per certi versi è normale che se ti dicevano che le cose si sarebbero messe a posto non avevo motivo per dubitare perché dopo aver liquidato un socio di maggioranza se non erro per un miliardo e seicento milioni… è vero questo?”

Rispondiamo…Si dice che Princi e Procopio siano stati liquidati per quella cifra, ma noi non leggiamo i bilanci delle società e non vediamo gli assegni…

“…E dopo aver liquidato un socio se la società è carente economicamente  parlando come si permette di liquidare un socio e poi di ricapitalizzare?”

Ma i soci della vecchia Uesse liquidati furono Princi e Procopio o il solo Princi?

“Ah, questo non lo so perché sinceramente andai via e sono subentrato successivamente dopo quello che avevano fatto Princi & company (testuale anche questo, ndr)…
Invece nell’attuale situazione escludo nella maniera più assoluta che si possa parlare di nuovo fallimento, la stuazione è totalmente differente e non ci sono questi rischi, nella maniera più assoluta…”

Dunque il Suo fu un peccato di ingenuità, quello di credere ai proprietari…

“Si, si.  Sono d’accordo, sono d’accordo su questo. Anche se ora che ricordo c’è da dire che all’epoca quando poi dopo avermi detto quelle cose, mi dissero come stavano (davvero, ndr) le cose io le comunicai a chi di dovere, ovviamente non potevo divugarle attraverso internet o andare sui giornali ma lo dissi a chi di dovere, e poi se non ce l’hanno fatta sono stato il primo a esserne dispiaciuto…”

Queste le parole del Signor Giovanni Improta detto Gianni, baronetto a Posillipo e diggì a viale de filippis.
L’interpretazione la lasciamo ai nostri attentissimi quanto intelligenti lettori. Da quelli che “Si ‘u dissa Improta è veru” a quelli “Direttò, accà nisciun’è fesss”, a quelli che si limiteranno a osservare l’andamento dei fatti aspettando i risultati per giudicare. Noi ci limitiamo a registrare i fatti, provando a darne un’interpretazione quanto più possibile obiettiva e competente. Ma proprio volendo giudicare in base ai fatti non sono stati solo i risultati sportivi ad essere mediocri nell’anno che se n’è appena andato.
Anzi… il campo è stato fin troppo lusinghiero per le carenze organizzative e strutturali osservate da un po’ di tempo a questa parte, e cioè dal primo giorno in cui l’effeccì ha avuto i natali a Palazzo Santa Chiara per mano congiunta di sindaco e tifosi.

E la rivoluzione dello scorso luglio non è che abbia avuto effetti granchè benefici.

Però ogni cambiamento può essere visto come una piccola inversione di tendenza, e noi in questo cambiamento, ancora una volta, vogliamo credere, senza prevenzione alcuna.
Se  la crisi societaria sarà effettivamente risolta come Improta ha lasciato intendere e nei termini che tutti auspichiamo, bene, forse si tornerà a parlare di calcio. Altrimenti saremo punto e daccapo, e queste saranno state le ennesime parole al vento. Ma niente paura: basta sedersi ed aspettare. Le parole trovano sempre un ingombrante quanto imprescindibile confine, quello dei fatti.

Intanto il clima è da otto di settembre. Troppe parole, troppe trincee, serenità manco a parlarne. In bocca al lupo, Agatì. Se non cambia tutto qua altro che Sora…

Giannantonio Cuomo

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Redazione

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