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Fidelis mea…Benvenuti nella Puglia Imperiale

Una domenica in Puglia coi ragazzi di Agatino. La consueta rubrica di Beppe Luglio.

Andria, Andria, terra di olio e di ottimi formaggi. Un weekend in un trullo o in un vecchia masseria ora agriturismo e il tifoso giallorosso potrà prepararsi al meglio a quello che si spera essere il primo blitz del Cuttone-ter. Comune assai grande e moderno con un vastissimo territorio agricolo,
grande produttore d’olio e di vino ma anche ricco centro manifatturiero
e commerciale, dall’ultimo dopoguerra ad oggi la città di Andria ha
dovuto fare i conti con gli effetti della sua straordinaria espansione,
iniziata nel novecento e non ancora conclusa. Ma ora la città sta
progressivamente recuperando il senso della sua identità complessa, un
poco appannato in passato dalla stessa «ombra», in qualche modo
ingombrante, dell’imperatore federiciano, che proprio in quell'”Andria
fidelis mea affixa medullis
” (leggendaria iscrizione-dedica, leggibile
ancor oggi sulla Porta di Sant’Andrea e che diede poi il nome alla squadra) parve voler legare
indissolubilmente l’immagine di questa città a quella del suo potere.
Ci piace oggi invece notare come, dell’influenza federiciana, Andria
stia sviluppando soprattutto il senso modernissimo della commistione
delle culture, della curiosità e dell’apertura al nuovo, testimoniato
anche dalle numerose iniziative a carattere nazionale che in questi
ultimi anni ha promosso. Ed è illuminante vedere come l’enorme piazza
nota col nome di «Catuma» (piazza Vittorio Emanuele II), che prima era
il luogo delle contrattazioni bracciantili, sia oggi diventata, oltre
che ingresso privilegiato al centro monumentale, luogo deputato per le
grandi manifestazioni cittadine e per gli importanti eventi culturali e
spettacolari.
Verso la fine del 1700, come buona parte dell’Italia, venne assediata e
saccheggiata dai Francesi. Segue poi le sorti del Regno delle Due
Sicilie fino all’Unità d’ltalia. Ma seppe riscattarsi nell’estate 2007 con l’acquisto del forte bomber siciliano Bobo Siclari, che domenica proverà a far male al suo amico Merito.

Da vedere in ANDRIA

Cattedrale
Rifatta nel 400 e più volte rimaneggiata fino al ‘900, ben poco
conserva della costruzione del sec. XII. E’ a tre navate, divise con un
transetto dall’ampio presbiterio. E’ un’antica Chiesa paleocristiana a
due navate con volte a crociera, dedicata al SS. Salvatore. Qui sono le
tombe di due mogli di Federico II: Jolanda di Brienne e Isabella
d’Inghilterra.

Castel del Monte
Edificato tra il 1240-1250 da Federico II, forse come residenza di
caccia, ma poi utilizzato soprattutto come prigione. La residenza è
l’espressione della più matura architettura sveva, con evidenti echi
dello stile gotico-cistercense. La regolare costruzione ottagonale, con
otto torri ha, in entrambi i piani, otto sale che racchiudono un
cortile ottagonale. Da notare, nella facciata orientale, il portone
principale. Il Castello è distante dalla cittadina 18 km.

Chiesa di Sant’Agostino
Risalente al XII secolo, ha un bel portale ogivale.

Chiesa di San Domenico
Risale al 1398, di età tardogotica risulta completamente alterata.
All’interno conserva la scultura lignea di una Madonna col Bambino (XVI
sec.) e il busto di Francesco II Duca di Andria, opera del Laurana
(1442).

Torre dell’Orologio
Il monumento s’innalza su via Corrado IV di Svevia, eretta su una
preesistente torre di avvistamento, ospita una meridiana di maioliche
policrome.

Museo Diocesano
Allestito nell’annesso Vescovado, conserva numerosi arredi liturgici e
opere d’arte fra cui un’icona bizantina della Madonna col Bambino, la
più bella delle Icone di Puglia, ancor più importante della celeberrima
icona della Tenerezza di Vladimir. È databile intorno al 1275. Si fa
l’ipotesi che sia prodotto della raffinata arte bizantina di corte,
importata in Italia nella seconda metà del XIII sec.

Porta Sant’Andrea o Arco di Federico II
Forse la porta più antica di Andria. Di epoca normanna (sec. XI), qui
passò Federico II di Svevia con la sua corte al ritorno dalla Crociata
detta “degli comunicati” prima di essere accolto dal patriziato
andriese, che gli giurò fedeltà.

Buona domenica a tutti.

Giuseppe Luglio

Autore

Redazione

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