CNC – Nuove rotatorie in città: bene per l’ANAS, male per la Provincia

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Da qualche tempo la nostra città è finalmente interessata da alcuni lavori di riqualificazione relativi a organizzare meglio la viabilità e l’impatto estetico di zone particolarmente critiche quali i bivi di strade ad intenso traffico. A dire il vero si tratta di lavori che, ancorché utili e indifferibili, rappresentano ben poca cosa rispetto alle reali e tante esigenze provenienti da un territorio come Catanzaro che, in quanto capoluogo e città leader della regione, attrae quotidianamente decine di migliaia di visitatori, dovendo di conseguenza sopportare un flusso veicolare affatto indifferente.

Per tali ragioni risulta evidente l’importanza di migliorare la funzionalità viaria sia in entrata che in uscita. D’altro canto il nostro movimento si batte da anni perché Catanzaro venga tenuta nella giusta considerazione dagli enti ed organismi competenti rispetto alla grossa problematica inerente le infrastrutture e le riqualificazioni viarie, così come da anni si batte per un restyling adeguato delle aiuole spartitraffico, di un rivestimento gradevole dei muri di sostegno ai lati delle strade, di un’illuminazione decente, di una manutenzione sistematica, di una segnaletica corretta e ordinata.

Da questo punto di vista vorremmo porre l’attenzione su due nuove rotatorie che, dopo anni di discussioni e  proposte di fattibilità, sono finalmente in corso avanzato di realizzazione: si tratta del nuovo svincolo sulla statale 106 che immette su Viale Emilia in direzione Catanzaro Est, e della nuova rotatoria costruita su Via Lucrezia della Valle. Parliamo dunque di due zone altamente strategiche all’interno della città che reclamavano una rivisitazione così come oggi possiamo vedere. Ma mentre per la prima, quella sulla 106,  non possiamo che elevare lodi all’ANAS sia per l’estrema funzionalità viaria che per la gradevolezza urbanistica create, sia per l’ottima illuminazione, sia per l’abbondante verde già previsto all’interno della rotatoria, altrettanto non possiamo dire del nuovo rondò realizzato su Via Lucrezia della Valle dalla Provincia: un vero fallimento! L’unica giustificazione che può essere dato all’ente intermedio per il palese pressappochismo di quei lavori è che gli stessi non siano ancora terminati e quindi, prima o poi, vedremo una rotatoria degna di questo nome. In caso contrario bisognerebbe seriamente avere delle spiegazioni dai progettisti, dalle ditte e da quanti vi hanno lavorato. Con l’aggravante che Via Lucrezia della Valle è un’arteria centralissima della città: rappresenta non solo il raccordo per chi proviene dall’autostrada, ma anche per il collegamento fra il centro storico e i quartieri a sud del capoluogo. A parte il pessimo impatto urbanistico e la sgradevole sensazione che si ha nel guardare o nell’attraversare la rotatoria, saltano agli occhi l’assenza totale di verde, di illuminazione, e il mancato livellamento del piano carrabile, ciò che costringe i veicoli a transitare in pendenza (cosa bizzarra per un rondò). Ma le manchevolezze sono tante altre: registriamo per esempio l’assenza del triangolo di preavviso di rotatoria che obbligatoriamente va posizionato nei centri abitati a 150 metri dalla rotatoria quando le condizioni del traffico ne consigliano l’impiego per motivi di sicurezza (art.96 Regolamento di Attuazione ed art. 39 C.d.S.); l’inesistenza di isole spartitraffico in ingresso rotatoria laddove il Regolamento di Attuazione all’art. 176 (art. 42 C.d.S.) descrive le modalità di realizzazione delle isole spartitraffico ed al punto 1-a) prevede la possibilità di realizzarle a raso, salvo poi al punto 3 specificare che le isole a raso possono essere adottate solamente durante il periodo di sperimentazione dell’isola spartitraffico (constatati i 7 incidenti avvenuti in 3 mesi di apertura della rotatoria, si può affermare che il periodo di sperimentazione dovrebbe essere terminato); mancanza di dispositivi di avvicinamento a punti critici stradale: mancando le isole spartitraffico permanenti mancano i dispositivi di cui all’art. 177 comma 6 (fig. II 472), all’art. 174 comma e) (quelli esistenti sono posizionati in modo errato) ed i dispositivi di rallentamento ottici ed acustici di cui all’art. 179 comma 3; mancanza di segnaletica verticale di indicazione: mancando le isole spartitraffico permanenti mancano tutti i gruppi segnaletici di indicazione previsti all’art. 128 fig. II 253 (sono presenti solamente due frecce di indicazione su cavalletto e sono pure errate perché sono frecce di cantiere essendo il fondo delle stesse giallo che viene usato nei casi di cantiere aperto).

Sarebbe il caso che la Provincia rifacesse tutto da capo seguendo i criteri del buon gusto e le regole.

Eugenio Riccio
Capogruppo Consiliare Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”

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