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Nel segno di Manfredi

Scritto da Redazione

Il figlio di Federico II, omonimo del celebre pizzaiolo di San Pio X, amò questa terra. Provenza proverà a conquistarla, ma ai Francesi nel 1528 andò buca.

In fondo al Golfo omonimo, accarezzata dalle spumeggianti onde
azzurre del Mare Adriatico, difesa dal Gargano, la Montagna del Sole,
sorge Manfredonia.

Qui le truppe Provenzali proveranno a far loro il bottino di tre punti, ma sul manto gommoso del Miramare non sarà una passeggiata. Però chi volesse farsi un giro turistico della cittadina o mangiarsi una farrata o una ciambotta può accomodarsi a leggere i seguenti cenni sulla cittadina pugliese.

Donia conta oggi circa sessantamila anime e si
estende lungo la fascia costiera; confina a Sud con Zapponeta ed a Nord
con il territorio di Monte Sant’Angelo, ai piedi del Gargano. Il clima
è temperato tutto l’anno con valori di 16° C. Situata a poca distanza
dalla progenitrice Siponto, divenuta una immensa palude a seguito
dell’evento tellurico del 1223 che la distrusse quasi interamente.

re ManfrediIl suo fondatore, il “biondo e bello e di gentile aspetto” re Manfredi,
figlio del grande Federico II, amò tanto la terra di Puglia ed in
particolare la Capitanata, da renderla immortale per avervi realizzato
numerose opere. ” Se il Signore”, disse Federico, “avesse conosciuto
questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a
vivere qui”. Infatti Pierotti ci rimase un anno e mezzo.

Ragioni strategiche, militari? , lo sviscerato amore per questa
terra benedetta da Dio, ricca di lussureggianti immense distese di
verde e di selvaggina?, oppure il desiderio di restituire pace e
serenità al tanto provato popolo sipontino scampato al terremoto ?, o
addirittura per emulare il grande condottiero Diomede che circa duemila
anni prima, reduce dalla guerra di Troia, per trovare pace, approdò in
questi luoghi per costruirvi una città?, indussero Manfredi a porre
mano alla costruzione della nuova Siponto?. Tanti sono gli
interrogativi. Certo è che egli, dopo averne disegnato la pianta,
convocò presso di se studiosi, maghi ed astrologi, perchè gli
consigliassero il sito più idoneo per collocarvi la prima pietra. Dotò
la nuova città, alla quale diede il suo nome, di strutture moderne.
Concesse agli abitanti privilegi perchè potessero ripopolarla
degnamente e prosperare.

La prematura scomparsa avvenuta il 1266, durante la battaglia di
Benevento, però, non gli consentì di vederla così come avrebbe voluto
che fosse. Purtuttavia, Manfredonia ha continuato il suo cammino verso
un futuro ricco di avvenimenti. Nonostante le mutate situazioni
ambientali, culturali e sociali, la città ha conservato la sua
connotazione originaria, consolidando il feeling con il passato. Il
nuovo si fonde con l’antico. Nel 1528 Manfredonia resistette all’assedio delle truppe francesi guidate dal maresciallo Lautrec. Ciò non vuol dire che Provenza non ci debba provare.

Regata nel golfo di Manfredonia

Oltre
alle bellezze naturali e paesaggistiche, Manfredonia conserva intatti
frammenti di storia di notevole interesse. Il castello svevo-angioino,
la cui pianta fu disegnata dallo stesso Manfredi che ne avviò i lavori
, proseguiti, poi, da Carlo I d’Angiò, come si rileva dai documenti
della cancelleria Angioina e che oggi, è sede del Museo Nazionale; la
Basilica Minore di Santa Maria Maggiore di Siponto (sec.XII); l’Abbazia
di S.Leonardo in Lama Volara (sec:XI); la chiesa di S.Domenico, con
annesso monastero (oggi sede municipale); la chiesa Cattedrale dedicata
a S.Lorenzo Majorano, vescovo di Siponto (488-545) dove sono custodite
pregevolissime opere d’arte: l’icòna della Madonna di Siponto
(sec.XII); la statua lignea della Sipontina (VI sec.), il Crocifisso in
legno (XIII sec) ed il Cristo alla colonna (XVI sec.).

Arco BoccolicchioTra
le diverse culture, tradizioni ed attività, quali: la marinara, montana
ed agricola, così diverse, così uguali, si è stabilito un meraviglioso
fil rouge tale da rendere questa città vivibile, a misura d’uomo.. Le
bianche case del quartiere “Boccolicchio”, il mercato ittico, luogo
d’incontro degli oltre tremila addetti alla pesca; la copiosa
flottiglia peschereccia, terza in Italia; a sera, lo ” struscio” in
Corso Manfredi, le botteghe artigianali, e, non ultima, la gastronomia,
con i suoi genuini prodotti tipici, sono gli ingredienti per
trascorrere una vacanza serena e spensierata a Manfredonia. E, “dulcis
in fundo”, il Carnevale sipontino con la sfilata di carri allegorici e
gruppi di maschere, tra balli canti e suoni. Questa, dunque, è
Manfredonia, porta del Gargano, centro pilota del Parco Nazionale del
Gargano.

Giuseppe Luglio


Notizie e immagini tratte dal sito ufficiale della città di Manfredonia, che ringraziamo insieme alla locale A.S.S.T

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