Rassegna stampa

Bellante e le speranze di C1

Us Catanzaro dietro le quinte. Intervista a tutto tondo al segretario generale
da Il Quotidiano

«Una B a 24 squadre mi sembra l’unica via d’uscita»

COMINCIAMO oggi, una breve serie d’interviste tra i dirigenti dell’Us Catanzaro, che operano lontano dalle scene ma che, allo stesso tempo, contribuiscono in modo determinante a portare avanti il lavoro, all’interno della società stessa. Il segretario generale Francesco Bellante, ha fatto da apripista.
Quali sono le sue mansioni specifiche all’interno della società? «Principalmente, mi occupo dei rapporti con la Lega calcio e di garantire l’attività agonistica della squadra. Mi riferisco cioè, a curare le trasferte, le amichevoli o quant’altro sia attinente a tale attività».
Cosa ha portato nella sua “valigia”, dell’esperienza maturata a Casarano?
«Innanzitutto, sono a Catanzaro da quattro anni, essendo arrivato un mese dopo (il 28 agosto 1999) l’insediamento della allora nuova società del presidente Mancuso. Da allora, ne sono successe di cose, a partire dal cambio al vertice, con l’ingresso di Poggi e Parente, che tra l’altro erano già soci di minoranza e con i quali, ho sempre conservato un ottimo rapporto. L’esperienza di Casarano, la ricordo con piacere. Allora, si trattava di una realtà calcistica venuta fuori quasi dal nulla, che ottenne determinati risultati grazie alla programmazione e all’impegno nel settore giovanile. I casi di Orlandoni, Passoni e Manca, non erano certamente frutto di operazioni fortunate ma di seria organizzazione, impostata dal presidente Filograma e supportata da tutti gli altri operatori. Il caso Miccoli, è differente. Fin da quando aveva 7-8 anni, si poteva intuire la sua classe nel giocare a calcio. è sempre stato dotato di una tecnica sopraffina e noi (al Casarano ndr) lo abbiamo seguito già nel settore giovanile del Lecce Club, piccola squadra leccese. La sfortuna volle, che un suo provino al Milan convincesse i dirigenti rossoneri a prelevare il suo cartellino. Ci fu poi girato in prestito, su consiglio dello stesso Braida, che indirizzò il giocatore, per consentirgli di farsi le ossa. Quella impostazione basata sui programmi, sulla necessità di puntare sul settore giovanile e sulle strutture dove far crescere i giovani, è quello che ho portato nella mia “valigia” ed è in questa direzione, che questa società sta operando».
Lei intrattiene i rapporti con la Lega, ricorda quindi tutte quelle convulse trasferte play off, organizzate chiedendo lo spostamento della sede?
«Ricordo perfettamente quanto avvenne nella gara con la Puteolana, nella quale chiedemmo di spostare la sede per scarsa disponibilità di tagliandi, inadeguatezza della struttura e mancanza di sicurezza all’interno degli spogliatoi. Il ruolo di Macalli, fu meno determinante di quanto non fosse sembrato allora. La Lega prese subito atto del parere del prefetto di Napoli, che aveva dichiarato inagibile la struttura di Pozzuoli. Il problema fu legato alla irreperibilità di altre strutture, che alla fine fecero ricadere la scelta su Benevento. L’unico motivo per cui allora si spostò la gara e, nelle gare di Nocera, Sora o Acireale, invece no, è dovuto alle differenti indicazioni fornite dai prefetti. Più che altro, rimane l’amarezza sulle due finali perse».
Per la prossima stagione, sono previste nuove regole nei campionati di C?
«No. Fortunatamente quella regolamentazione dei giovani, attuata due anni fa e poi modificata per incostituzionalità della norma, è stata oggi completamente abolita. Il problema è legato all’acquisto di extracomunitari che, in C2, non è possibile, a meno che il calciatore non sia già tesserato con una squadra italiana, come avvenne per Toledo che proveniva dal Perugia. Il fatto è che, se qualcuno decidesse di far ricorso ad un tribunale amministrativo avrebbe via libera al tesseramento. Purtroppo questo è un problema che mi tocca da vicino. Il caso Catania è emblematico, il pasticcio combinato dagli organi federali giudicanti, è quanto meno opinabile. Io mi sento di dissentire sul recente pronunciamento della Caf, relativamente alla posizione del giocatore Grieco. Tutto questo alla fine, mi auguro vada a vantaggio del Catanzaro, poiché una B a 24 squadre sembra l’unica via d’uscita e, in quel caso, il Catanzaro avrebbe grosse chance di ripescaggio. Attendiamo con fiducia l’evolversi degli eventi e, anche in questa prospettiva, stiamo provando a ripianare i bilanci e operare in modo adeguato. Una nota non lieta, che mi porto dietro dal mancato ripescaggio con il Sora, è la differenza dei parametri di ripescaggio tra una categoria e l’altra. Presto dovrebbe essere pronto il nuovo codice di giustizia sportiva e con quello, speriamo di riuscire finalmente ad ottenere delle norme più comprensibili, sempre che non torni di moda la giustizia amministrativa».

Domenico Concolino – Il Quotidiano

Autore

God

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