Notizie

Caso Catania, arriva un decreto

Il governo rafforzerà l’autonomia dello sport. Carraro rassicura: “Calendari e campionati non subiranno rinvii”. Quasi certa una B a 24 squadre.

MILANO, 23 luglio 2003 – E’ una giornata che riassume bene tutte le anomalie di un caso (che ruota intorno al Catania) che sta tenendo sotto scacco i vertici del calcio da quasi tre mesi. E’ una giornata in cui si è detto tutto e il contrario di tutto, ma dove alla fine l’uomo sotto assedio (Franco Carraro) ha portato a casa il risultato che voleva (il decreto che fissa l’autonomia dello sport nei confronti della magistratura ordinaria) e che fa comodo anche a Lega e Coni (rappresentate da Adriano Galliani e Franco Petrucci).
Tutto questo mentre ancora non è stato chiarito il passaggio più delicato: quante squadre parteciperanno al prossimo campionato di serie B? Senza un dato certo tutta l’impalcatura crollerebbe come un castello di carte. Considerata la mediazione politica (che ovviamente non vuole entrare nel merito della questione), però, è facile immaginare che ci sia un compromesso teso a evitare altri litigi. Questo compromesso ha un nome: cadetteria a 24 squadre, perchè la sola riammissione del Catania potrebbe scatenare altri ricorsi al Tar (la Salernitana già lo ha fatto). Ma all’interno della Lega ci sono molti malumori e per questa ragione non c’è stato nessun annuncio. Ma l’accordo c’è, tant’è vero che lo stesso Carraro al termine dell’incontro con il ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha dichiarato. “I calendari saranno compilati il 31 luglio e i campionati prenderanno il via a fine agosto così come programmato. Intanto Figc e Lega lavoreranno insieme per trovare una soluzione in tempi adeguati”.
Una vera e propria retromarcia sintomatica del compromesso. La giornata, infatti, si era aperta con una minaccia di Carraro: “Se non arriveranno assicurazioni dal governo, il 31 luglio i calendari dei campionati di serie A e B non si faranno”. Una posizione chiara (quasi una linea del Piave) per la Figc che intende uscire da questo pasticcio con una rassicurazione per il futuro che si materializza in un nuovo organo supremo a cui tutte le società di calcio dovranno rivolgersi per contenziosi. Insomma, un paletto per evitare nuove intrusioni da parte della magistratura ordinaria e ridare così fiato alla giustizia sportiva. In proposito il sottosegretario con delega allo Sport Mario Pescante aveva subito risposto: “Ci è stato chiesto un provvedimento che limitasse la possibilità di intervento della giustizia amministrativa. Credo che sia stata trovata la strada. Però il decreto sarà votato solo a caso Catania chiuso, probabilmente il 31 agosto. Non avrebbe senso farlo prima. Noi la risposta l’abbiamo data, loro hanno qualche difficoltà“.
E in effetti le spaccature all’interno delle società professionistiche non erano di poco conto. La serie B al completo (con l’eccezione di Como e Catania) votava nel primo pomeriggio un documento con cui si opponeva al blocco delle retrocessioni. Non solo, il presidente del Cagliari, Massimo Cellino (fresco vicepresidente di categoria), ipotizzava una forma di protesta singolare. “Se inseriscono il Catania in serie B, nessuno di noi ci giocherà contro. Non abbiamo niente contro i siciliani, ma il risultato del campo è l’unico che vale”. Di tutt’altro avviso la società etnea che provvedeva a diffidare Carraro invitandolo “a non ostacolare l’ammissione del Catania alla partecipazione nel campionato di serie B” e minacciando una denuncia nei suoi confronti per abuso d’ufficio.
Insomma, la battaglia continuava a colpi di fioretto. Ma era lo stesso presidente della Lega, Adriano Galliani, a far capire da quale parte spirasse il vento. “Tutti vogliono 20 squadre in B, è scritto nei formati dei campionati e le carte federali lo dicono chiaramente: 18 squadre in A e 20 squadre in B. Ma la realtà è quella che è: noi non possiamo disattendere le sentenze della magistratura e quindi c’è una serie B a 21 squadre”. Una frase pronunciata poco prima d’entrare nel palazzo dei Beni Culturali, per l’incontro tra i presidenti di Federcalcio, Coni e Lega con il ministro Urbani e il sottosegretario Pescante. Quasi una via libera al blocco delle retrocessioni nonostante, per il classico gioco delle parti, il suo vicepresidente, Antonio Matarrese, rilasciava dichiarazioni opposte. “Qualsiasi modifica al numero delle società di serie B deve essere presa all’unanimità dalla Lega. Tutti conveniamo che il numero di squadre debba rimanere di 18 in A e 20 in B. E né la federazione, né il governo possono imporci cambiamenti. Perchè il motore del calcio è qui ed è espresso dalla Lega”. Ma gli altri grandi capi dello sport hanno imboccato un’altra strada. Sarà quella giusta?

Francesco Ceniti – Gazzetta.it

Autore

God

Scrivi un commento