CRONACA – Proseguono indagini pestaggio di Bologna

A Bologna si cerca un quinto uomo che avrebbe partecipato materialmente al pestaggio di un gruppo di studenti, due dei quali rimasti feriti, nella centralissima piazza delle Mercanzia. Un nuovo arresto, su cui sta lavorando la Digos del capoluogo emiliano, che si andrebbe ad aggiungere a quello degli altri quattro giovani vicini al gruppo cittadino di Forza Nuova, fermati subito dopo l’aggressione di sabato notte. Intanto, il pm che si sta occupando della vicenda, Maria Gabriella Tavano, ha depositato questa mattina la richiesta di convalida degli arresti al giudice per le indagini preliminari. Le accuse ipotizzate sono pesantissime: lesioni personali, minacce, porto abusivo di armi in concorso, ingiurie e violenza privata. Tra le aggravanti vi sarebbe anche quella del numero elevato di partecipanti, dell’uso delle armi improprie durante il pestaggio e dei motivi abietti e futili. Ma la versione dei quattro fascisti, rappresentati dall’avvocato e dirigente nazionale di Fn Gianni Correggiari, non coincide con quella delle vittime. Com’era prevedibile, il gruppo di naziskin composto tra gli altri da Luigi Guerzoni, bolognese di 33 anni, Vincenzo Gerardi, 26, di Argelato, Alessandro Malaguti, 20, di Crevalcore, e Gunther Xavier Latiano, 25, originario di Foggia, sosterrebbe la tesi della rissa tra due gruppi di giovani ubriachi. Uno scontro ad armi pari insomma. Ma questa ricostruzione dei fatti non rispecchierebbe in alcun modo la posizione della Procura, avvalorata dai racconti dei feriti e dei testimoni che hanno assistito per puro caso al pestaggio. Il trentaquattrenne di Catanzaro, che ha riportato gravi traumi dopo i fatti della notte scorsa, racconta: “Non cercavamo certo dei guai, eravamo stati a una festa di laurea in un locale. Lì non potevamo suonare e cantare, allora siamo usciti per andare in piazza Santo Stefano, ma non c’era nessuno, così abbiamo deciso di andare a casa. Eravamo cinque ragazzi e cinque ragazze e avevamo le auto parcheggiate vicino alla Questura, quindi piazza Mercanzia era sulla strada. Siamo stati insultati a freddo, senza motivo: ‘Partigiani e comunisti di merda’. Io ho detto ‘bisognerebbe ringraziarli, i partigiani’ e in due secondi si è scatenato il finimondo, mi sono saltati tutti addosso. Sono stato stupido a non farmi i fatti miei…”. Ma i fatti accaduti in questi mesi dimostrano che il problema della violenza neofascista riguarda tutti noi. Il pericolo squadrista è in azione.

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Redazione

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