UNIVERSITA’ Magna Grecia La chirurgia antiaritmica e le prospettive future

La chirurgia antiaritmica e le prospettive future di tale trattamento sono state al centro del penultimo appuntamento per il 2008 con i Seminari di Medicina e Chirurgia Cardiovascolare, organizzati dall’Unità Operativa di Cardiochirurgia, diretta dal Professor Attilio Renzulli, e patrocinati dall’Ateneo catanzarese e dall’Azienda Ospedaliera Mater Domini.
Gli argomenti che sono stati affrontati durante il seminario, che si è svolto lunedì scorso all’Università Magna Graecia, hanno riguardato l’elettrogenesi della fibrillazione atriale, la diagnosi elettrocardiografica di sede anatomica delle aritmie cardiache, la terapia endocavitaria, il trattamento chirurgico delle aritmie e le nuove prospettive della chirurgia antiaritimica.

Sono intervenuti il Dottor Antonio Curcio dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, che ha illustrato i meccanismi elettrofisiologici e molecolari che determinano le aritmie cardiache, il Professor Giuseppe Oreto, direttore dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia interventistica all’Università di Messina, che ha portato la sua esperienza nel campo dell’aritmologia, avendo sviluppato degli algoritmi sulle modalità di effettuazione della diagnosi di sede dell’aritmia attraverso l’esame elettrocardiografico, il Dottor Antonio D’Onofrio dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale Monaldi di Napoli, che ha presentato l’esperienza di questo centro nell’ambito dell’ablazione transcatetere, il Dottor Francesco Onorati dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, che ha concluso il seminario relazionando sul trattamento chirurgico della fibrillazione atriale.

Ha moderato i lavori il Professor Ciro Indolfi, direttore della Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università Magna Graecia.

Coordinatore di questo penultimo appuntamento con i Seminari di Medicina e Chirurgia Cardiovascolare è stato il Professor Renzulli, che, venti anni fa, fu proprio tra i primi ad effettuare nell’Italia Meridionale la prima procedura di chirurgia antiaritimica.

“La terapia non farmacologica delle aritmie cardiache – ha detto il Professor Renzulli – rappresenta una delle ultime frontiere della medicina e della cardiologia. E’ particolarmente complessa perché richiede prima l’identificazione attraverso sofisticati sistemi dell’origine dell’aritmia e poi l’eventuale l’ablazione, sia essa con catetere oppure chirurgicamente, o, come testimoniato  in recenti esperienze, in casi di fibrillazione atriale, attraverso un approccio mininvasivo grazie al quale si riesce ad aggredire questa lesione. Nel trattamento chirurgico delle aritmie cardiache – ha proseguito Renzulli- la nostra unità operativa ha svolto notevoli progressi al punto che il numero di pazienti trattati per queste aritmie è in continuo aumento, così come sempre più pazienti si rivolgono alla nostra equipe per l’ablazione di questa aritmia. La percentuale di successo sta aumentando notevolmente con l’esperienza ed i risultati sono estremamente gratificanti, testimoniati anche da importanti riconoscimenti e apprezzamenti sulla nostra attività di clinica e ricerca in questo campo, come, ad esempio, quelli ottenuti durante il ventiquattresimo congresso della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca che si è tenuto a Roma agli inizi di novembre, nel corso del quale sono stati presentati i nostri risultati sulla chirurgia della fibrillazione atriale e dove, a conclusione dello stesso, il Dottor Onorati è stato eletto nel Consiglio Direttivo della stessa Società per il biennio 2008/2010”.

L’ultimo appuntamento con i Seminario di Medicina e Chirurgia Cardiovascolare si svolgerà il 15 dicembre e sarà incentrato sul trattamento dell’ipertensione polmonare.

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Redazione

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