Corrida a Isola del Liri: Di Maio timbra un pari agrodolce

Falli, provocazioni e arbitaggio scadente. Espulso Montella. Provenza: “Una buona prestazione. 33 punti non se li aspettava nessuno“.
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ISOLA DEL LIRI – Solstizio d’inverno agrodolce per il Catanzaro di Provenza. I giallorossi tornano con un pari dalla trasferta di Isola del Liri e chiudono il girone d’andata con 33 punti, imbattuti ma scavalcati in extremis dal Gela. Una partita strana, nervosa, rovinata dall’atteggiamento provocatorio della squadra di casa e da un arbitraggio assolutamente scadente.
BENTORNATI IN C2 – Lo splendido sole della bassa Ciociaria sembra preludere ad una bella giornata di sport. Falsa sensazione. L’ambiente è freddo. La storica promozione in Lega Pro non sembra entusiasmare più di tanto il pubblico locale. Il tasso tecnico dei laziali è chiaramente inferiore. E allora Zecchini imposta una partita di contenimento sulla propria trequarti. Provenza, con una difesa falcidiata da infortuni e squalifiche e orfano in avanti della fantasia di Caputo, sceglie la carta Mangiacasale, viste le non perfette condizioni fisiche di Iannelli. Bruno e il rientrante Berardi affiancano Zaminga con Mangiacasale e Cardascio esterni alti a supportare Antonio Montella.
OBIETTIVO MONTELLA –
Il Catanzaro parte bene senza timori reverenziali controllando facilmente le prime offensive laziali e ripartendo con le accelerazioni di Montella che affetta la difesa avversaria con i suoi tagli ad evitare il fuorigioco. Al 5’ minuto il centravanti giallorosso s’infila tra i due centrali e punta verso la porta. Sannibale lo stende da dietro. È chiara occasione da gol, ma l’arbitro non se la sente di tirare fuori il rosso. Dopo 10 minuti altra progressione di Montella, steso con uno schiaffo di cui a fine partita porta i segni sul volto. Ammonito per simulazione. La partita s’innervosisce. I difensori laziali non riescono a contenerlo e lo provocano per fargli saltare i nervi. L’Isola Liri è solo La Cava che sull’out sinistro salta ripetutamente F. Montella creando scompiglio nella retroguardia del Catanzaro. Ma i giallorossi non si fanno intimorire. E a metà tempo sfiorano il gol ripetutamente. Prima Berardi, spesso avanzato alle spalle di Montella, mette in mezzo un cross perfetto che Cardascio spreca colpendo il palo. Poi lo stesso Cardascio impegna Fiorini su calcio piazzato. Infine Montella, defilato ma solo davanti al portiere, manda sull’esterno della rete uno splendido filtrante di Tomi.
LA BEFFA DI PIGNALOSA – Proprio il terzino napoletano è la chiave della superiorità del Catanzaro. Le sue discese sulla fascia sembrano incontenibili, anche se a volta pecca di egoismo. Mentre il Catanzaro si mangia le mani l’Isola Liri segna. Punizione dai 25 metri, la barriera giallorossa si lascia sorprendere da un pallonetto in piena area che Pignalosa trasforma in solitudine davanti a Mancinelli. Il Catanzaro si getta rabbiosamente in avanti, ma Montella reagisce all’ennesima provocazione di mezza difesa avversaria che lo insegue dopo un fallo fischiato dall’arbitro. L’imbarazzante Irrati di Arezzo spedisce sotto la doccia per doppio giallo l’attaccante giallorosso e il terzino laziale Risi. La perdita è pesante. Provenza sposta qualche metro più avanti Berardi che si sacrifica. Il Catanzaro spinge ma senza terminale offensivo non punge.
MARCHANO E FRISENDA – Così nella ripresa Provenza inserisce Marchano per Cardascio, mentre Mangiacasale continua a latitare. L’unico guizzo è un cross su cui l’attaccante argentino si fa stoppare da Matrisciano. Al 6’ Berardi spreca un contropiede in superiorità numerica calciando altissimo anziché servire il liberissimo F. Montella. Provenza inserisce anche Frisenda ma l’intesa con Marchano latita. La stanchezza comincia a farsi sentire. Le idee sono annebbiate. L’Isola Liri continua a speculare sul vantaggio. Gli animi si scaldano intorno al 25’. Di Maio, già ammonito, dà un buffetto a Pignalosa che stramazza al suolo. I laziali invocano l’espulsione. L’assistente Giuliana Guarino non se ne accorge, scatenando la reazione del pubblico che se la prende contro un giornalista catanzarese e contro Provenza, insultato per tutta la partita. Ne fa le spese Improta, intervenuto per placare gli animi e allontanato dall’occhio “attento” del direttore di gara. Si riprende e Di Maio si fa perdonare andando a ribadire in rete un tiro ribattuto di Berardi su azione d’angolo. È il 27’ della ripresa. Il Catanzaro non ha più benzina. L’Isola Liri continua nella sua inconsistenza. La partita finisce qui con recriminazioni da una parte e dall’altra.
I SOLITI LIMITI – L’arbitraggio scadente e l’atteggiamento degli avversari giustificano in parte il risultato finale. Tuttavia rimangono i soliti punti dolenti: la difficoltà del Catanzaro di creare occasioni da gol, un altro gol subito su calcio piazzato, un po’ di stanchezza fisica e di nervosismo, il periodo non troppo positivo di Mangiacasale e Cardascio, fondamentali per scardinare dai lati le difese avversarie. Da sottolineare l’incontenibile mezzora di Montella, la consueta sapiente regia di Zaminga, l’ennesima prova positiva di Tomi e la straripante superiorità tecnico-fisica di Di Maio.
SPOGLIATOI – Negli spogliatoi Montella è affranto per l’espulsione e ci mostra i segni dello schiaffo ricevuto in occasione della prima ammonizione per simulazione, facendo capire chiaramente di non essere convinto della decisione arbitrale. “Mi dispiace soprattutto perché adesso non potrò giocare fino al 18 gennaio. Speriamo che questo periodo di pausa passi in fretta perché non vedo l’ora di tornare in campo”. Provenza difende a spada tratta la prestazione della squadra: “Nella prima mezzora abbiamo giocato un’ottima partita con Montella pericolo costante che dava profondità alla squadra. Abbiamo creato anche buone occasioni da gol. Poi, dopo l’espulsione siamo rimasti comunque molto compatti”. Sulla scelta di togliere Cardascio nell’intervallo, il tecnico difende il giocatore: “Cardascio ha giocato una partita importante, colpendo anche un palo. Ma in 10, senza Montella e sotto di un gol, avevamo bisogno di maggiore incisività in attacco. Per questo ho inserito prima Marchano e poi Frisenda”. Sul calo fisico della squadra nel finale Provenza lo considera ovvio “se si pensa a tutte le energie nervose spese nelle prime 17 partite. E comunque rimane una prestazione tecnico-tattica significativa. Nonostante l’espulsione abbiamo affrontato la partita come l’avevamo preparata. Anche se eravamo venuti per vincere. Le assenze erano pesanti, ma la forza di questa squadra è proprio il gruppo”. Alla domanda sul mercato l’allenatore giallorosso risponde molto diplomaticamente. “I 33 punti di questo girone d’andata non se li aspettava nessuno. Devono essere un aiuto per la società per continuare a lavorare e ad assestarsi con serenità”. Infine Di Maio ammette che “forse ci poteva stare la mia espulsione. Ero molto nervoso e stanco. Può capitare quando si giocano gare così nervose e tirate. Sono contento, però, di aver segnato subito dopo l’episodio questo gol importantissimo per la squadra”.

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Redazione

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