DIRITTO DI REPLICA – La risposta ad un destinatario sbagliato.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Dopo averci stupito una prima volta, con l’organizzazione del convegno sui testimoni di giustizia, la Fondazione Don Francesco Caporale ci stupisce una seconda volta con il suo comunicato stampa in merito a presunte “meschine illazioni” che il Meetup degli “Amici di Beppe Grillo” di Catanzaro avrebbe fatto nei confronti della stessa. Lo stupore deriva dal fatto che non comprendiamo a chi stia rispondendo la Fondazione visto che, nel nostro comunicato stampa, di tali illazioni non vi è traccia. Il comunicato infatti è visibile, nella sua integrità ed originalità, sul sito del Meetup e un testo per poter essere compreso va letto nella sua interezza, altrimenti il rischio è quello di ricadere in errori di interpretazione e di scrivere inesattezze ma soprattutto di inviarle al destinatario sbagliato. Forse la Fondazione sta rispondendo ai giornalisti o ai blogger che ne hanno riportato, aggiungendo propri commenti, parti o spezzoni, ma di questo ovviamente nè risponderanno i singoli autori. Questo comunicato ha pertanto, come unico scopo, quello di esplicitare meglio il senso del nostro intervento riguardo ciò abbiamo affermato e ciò che, invece, non abbiamo affermato ed evitare qualsivoglia fraintendimento.

In primo luogo gli “Amici di Beppe Grillo” non hanno fatto illazioni ma hanno fatto delle affermazioni di principio precise, che vanno al di là della specifica iniziativa e al di là della Fondazione Caporale. Hanno affermato che è ora di finirla con i convegni sulla mafia perché inutili e fini a stessi, tutti indistintamente. La società civile non ha bisogno di parole o di bei discorsi, ha bisogno di esempi concreti, in mancanza dei quali le parole perdono il loro significato. Abbiamo deciso di assumere tale posizione all’indomani di un altro convegno, andato in scena il 10 ottobre dello scorso anno presso il Comune di Catanzaro, dal titolo “Contro ogni mafia” questa volta organizzato dall’associazione MAGMA, a cui prese parte, rivelandosi invitato “fuori luogo”, lo stesso Masciari. Anche in quell’occasione sottolineammo l’inutilità di queste manifestazioni e ci sottoponemmo senza remore ad un confronto aperto con gli organizzatori sul forum del Meetup, così come solitamente avviene in democrazia.

Il Meetup di Catanzaro non ha affermato che la Fondazione Caporale non ha voluto invitare il testimone di giustizia Pino Masciari, anche perché come potrebbe fare a saperlo? Ha affermato, invece, che appare quantomeno paradossale organizzare un convegno sui testimoni di giustizia nella città del testimone di giustizia Pino Masciari senza la partecipazione dello stesso. Che questa mancata partecipazione sia dipesa dalle motivazioni esposte dalla Fondazione nel suo comunicato o da altre, poco cambia. Qui non è in discussione la buona fede della Fondazione ma il significato delle scelte che si fanno, pertanto il termine “gettare fango” utilizzato dalla Fondazione noi lo interpretiamo come libertà di espressione e di critica.

Quanto ai testimoni di serie A o di serie B, questa si che è un’illazione, questa volta confezionata dalla Fondazione. Noi non siamo il fan club di Pino Masciari, siamo dei semplici cittadini che hanno conosciuto la storia di Pino e dalla sua famiglia e che ritengono questa storia un esempio importantissimo (per la sua lunga durata e per il prezzo pagato in termini di sofferenze inferte a questa famiglia) per l’intera collettività, soprattutto per quegli altri imprenditori che dovrebbero fare la stessa scelta di Pino ma che, di fronte all’incapacità dello Stato di difenderlo, si arrendono. Questa storia, che dovrebbe essere un esempio positivo per tutti, si è trasformata invece in un deterrente di portata devastante. La “riflessione in chiave critica”, che la Fondazione auspicava potesse nascere nei giovani invitati al convegno, viene annullata in un colpo solo dall’esistenza di questa triste realtà, per cui di tali convegni resta soltanto il passaggio televisivo e l’articolo sul giornale. Gli unici convegni da organizzare sarebbero quelli in cui esprimere riconoscenza a queste “vittime dello Stato”, per chiedere loro scusa per le sofferenze che hanno patito, per proporli come modello ed esempio soprattutto per i più giovani.

Il nostro stupore è maggiore perché, più che dalla Fondazione, ci saremmo aspettati un comunicato stampa di risposta da parte del Comune di Catanzaro o da parte degli altri enti che hanno finanziato il convegno e che, invece, tacciono. La critica maggiore nel nostro comunicato, infatti, era rivolta proprio all’Amministrazione Comunale di Catanzaro, critica seguita immediatamente dopo da un invito al confronto con l’assessore alla legalità, ad oggi non raccolto. In tutta Italia Pino Masciari colleziona cittadinanze onorarie, (l’ultimo riconoscimento, in ordine di tempo, lo riceverà lunedì 19 gennaio dal comune di Soveria Mannelli), mentre l’amministrazione della città in cui aveva sede la sua impresa tace, continua ad ignorarlo, facendo finta di nulla. Questo atteggiamento, crediamo, rappresenti il sale sulla ferita di quest’uomo che ha il solo torto di aver fatto il proprio dovere di cittadino.

Quanto poi alla gestione dei contributi, il Meetup non ha mai affermato che la Fondazione abbia organizzato la manifestazione per intascare i contributi ricevuti ma ha, vista l’inutilità dell’iniziativa precedentemente evidenziata, sottolineato lo spreco di risorse pubbliche (fosse anche un euro) in un periodo di crisi economica che dovrebbe, invece, suggerire una ben più oculata e proficua gestione da parte degli enti coinvolti. La critica, pertanto, non è rivolta a chi i contributi li ha chiesti ma a chi ha ritenuto di doverli erogare.

Ciascuno è libero di organizzare ciò che vuole con le proprie risorse, mentre è tenuto a rendicontare circa le spese ed i risultati ottenuti quando chiede un contributo alla collettività, e può farlo attraverso gli organi di stampa o i siti web ufficiali, cosa che siamo convinti farà anche la Fondazione Caporale in quell’ottica di trasparenza e chiarezza che da sempre la contraddistingue.

Ci auguriamo che questo scambio di opinioni, che possono solo far bene alla democrazia, sia servito e serva a tutti coloro che ne hanno preso parte, direttamente o indirettamente.
Gli Amici di Beppe Grillo di Catanzaro

Autore

Redazione

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