Scuola Magistratura e dintorni: Calabria, da “figlia prediletta” a “figlia indes

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Scuola Magistratura e dintorni: Calabria, da “figlia prediletta” a “figlia indesiderata”?
Dopo mesi di silenzio si torna a parlare della Scuola di Magistratura. Il motivo è essenzialmente legato all’atteggiamento del ministro Alfano il quale promette indifferentemente sia ai politici di Catanzaro che a quelli di Benevento di tenere in considerazione le rispettive ragioni: il classico gioco delle tre carte. In tutto questo sembra esserci un duello a distanza tra il senatore catanzarese Speziali e l’onorevole beneventana Nunzia De Girolamo. Chi avrà più peso sul ministro della giustizia?
Comunque sia, c’è un punto su cui riflettere: se il governo Berlusconi decidesse di non intervenire a favore di Catanzaro, sarebbe davvero bizzarro che una Scuola avente come suo unico mandato quello di produrre giustizia e diffondere legalità nasca con un peccato originale, cioè con quella gigantesca ingiustizia prodotta da Clemente Mastella nel mentre, usurpando e abusando del suo ruolo di ministro, maneggiava il telecomando della politica e degli equilibri di potere per ottenere un vantaggio personale e localistico utile solo a sé stesso. In altri termini la Scuola Superiore della Magistratura si avvia ad esordire sulla scena nazionale con questo peccato originale che rappresenta una improponibile  contraddizione rispetto alla sua stessa missione. Ma un’analoga contraddizione la si può registrare nell’azione di quegli uomini politici che (qualche volta con esagerata sopravvalutazione) chiamiamo Onorevoli e Senatori. Specialmente quelli che dovrebbero rappresentare il territorio calabrese in Parlamento. E anche qui si rileva una situazione bislacca: quelli che ieri, dai banchi dell’opposizione, accusavano giustamente i loro colleghi che stavano nella maggioranza di Prodi di non aver difeso la Scuola di Magistratura a Catanzaro, oggi si trovano a sedere sui banchi della maggioranza e a subire, a loro volta, le accuse di non perorare la causa medesima. In altri termini, che sia al governo la sinistra o che sia al governo la destra, per la Calabria non cambia nulla. Con la sinistra si era “figli prediletti” di un padre che ben presto ha rinnegato il figlio quando ha dovuto sottostare al ricatto mastelliano; con la destra invece la Calabria sembra essere diventata un “figlio indesiderato”, quasi di troppo, dal momento che nessun uomo politico calabrese è stato promosso con incarichi ministeriali e che molte risorse finanziarie destinate al territorio sono state altrove dirottate. E della Scuola di Magistratura se ne continua a parlare solo perché vi è un ricorso al TAR del Lazio. Eppure Berlusconi, nel suo ultimo passaggio elettorale a Catanzaro, si è tanto scandalizzato dello scippo di Mastella. Ci aveva quasi dato l’impressione che nei primi 100 giorni avrebbe ripristinato l’ordine, restituendo la Scuola dei magistrati alla Calabria. Pia illusione! D’altronde perché prendersela con Prodi, con Berlusconi o….addirittura con lo stesso povero Mastella, quando gli uomini eletti in Calabria che chiamiamo (qualche volta con  esagerata sopravvalutazione) Onorevoli e Senatori, siano essi di destra che di sinistra, non hanno alcun peso, non mostrano alcun interesse, non esercitano le prerogative del mandato elettorale? E soprattutto sembrano infischiarsene dei reiterati appelli che gli si rivolgono!
Alcuni di essi ingenuamente credono di compiere il proprio dovere presentando una inutile interrogazione parlamentare. Che ha più il sapore dell’auto-assoluzione, del lavarsi la coscienza, che non il significato politico che la gente di Catanzaro e della Calabria si attende.
Bando alla chiacchiere, alle interrogazioni, alle mozioni e alle loro dichiarazioni estemporanee e demagogiche, la domanda è: i nostri Onorevoli e Senatori ci ridaranno la Scuola di Magistratura? Bussano alla porta di Silvio per rivendicare una sacrosanta richiesta? Insistono notte e giorno? Esigono la restituzione del maltolto?
Gli uomini politici che rappresentano la Calabria in Parlamento ci diano il raro piacere di chiamarli, almeno una volta, Onorevoli e Senatori senza timore di sopravvalutarli.
Prof. Egidio Campagna

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