SCUOLA MAGISTRATURA Sindaco invia promemoria a parlamentari catanzaresi

Le buone ragioni della città di Catanzaro nella querelle sulla Scuola di Magistratura sono contenute in un promemoria che il sindaco Rosario Olivo ha fatto pervenire, tramite il senatore Vincenzo Speziali, al ministro della giustizia Alfano. Ragioni che, come è noto, il sindaco ha  illustrato direttamente al ministro nel corso di una recente telefonata, favorita dallo stesso senatore Speziali.
Olivo ha inviato copia del promemoria ai parlamentari della provincia di Catanzaro (Vincenzo Speziali, Mario Tassone, Michele Traversa, Giancarlo Pittelli, Giuseppe Galati, Doris Lomoro, Ida D’Ippolito), ai quali ha chiesto “un autorevole intervento perché sia individuata una equa soluzione per un problema che riguarda non solo il Capoluogo ma l’intera regione”.
Nel promemoria viene riassunta la delicata vicenda (che, come è noto, è oggetto di discussione al TAR del Lazio) e sottolineato un importante aspetto: nessun decreto ministeriale ulteriore, rispetto a quello oggetto di censura, è stato emanato dopo l’entrata in vigore della nuova disposizione normativa sulla materia (art. 3 della legge 30 luglio 2007, n. 111).
“Cade con ciò – si legge nel documento – anche l’ultimo atto di furbizia con il quale si tentava di mettere una pezza alla stravagante iniziativa del Ministro della giustizia dell’epoca di portare a casa la sede della Scuola che, razionalmente, dalla posizione strategica di Catanzaro avrebbe dovuto servire tutte le regioni del Mezzogiorno, Sicilia compresa”.
In conclusione, secondo il sindaco Olivo, “la nuova norma recata dalla legge n. 111/2007 sull’ordinamento giudiziario lascia ampi margini all’attuale Ministro della giustizia di “fare giustizia” nei confronti di Catanzaro, poiché prevede l’emissione di un nuovo decreto che potrebbe ripristinare la condizione imposta dalla legge e, cioè, l’individuazione di una città “baricentrica” per sud e Sicilia che non potrebbe non essere Catanzaro, Capoluogo di regione, sede di Corte d’appello, di Tribunale amministrativo regionale, di sezione giurisdizionale della corte dei Conti, nonché di una facoltà di giurisprudenza”.
Dal promemoria inviato ai parlamenti emerge chiaramente che la cosiddetta “centralità” di Benevento è solamente “un’affermazione assurda e illogica, come tale riscontrabile anche in base a dati del notorio e delle comuni cognizioni ed esperienze; così assurda e illogica da apparire grottescamente pretestuosa, tanto per giustificare in qualche modo l’insano gesto di natura squisitamente e dichiaratamente clientelare e, comunque, non imparziale per il dichiarato interesse privato perseguito”.

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Redazione

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