La Striscia

HO UN ANNO DI PIU’…

Solo Auteri, calciatori e staff tecnico regalano un sorriso ai tifosi
E venne il giorno del primo pareggio per le Aquile di Auteri.

Un pareggio che sta anche stretto. Le cronache dal Miramare di Manfredonia ci raccontano di un Catanzaro che ha dominato in lungo e in largo, che ha reagito con il gioco come avvenne a Cassino nella prima trasferta del campionato e che ha creduto sino all’ultimo istante nella conquista di un risultato utile.
Bene così. Dal punto di vista tecnico nulla da dire. Il materiale umano su cui lavorare c’è (in gran parte è quello della scorsa stagione con un Caputo al solito decisivo). Se esistesse una società, a gennaio si potrebbero apportare quei correttivi necessari e utili per lo sprint finale, a prescindere dalla penalizzazione, vista la mediocrità del girone. 
Per il momento giù il cappello, chapeau per Auteri e per i calciatori.


Se esistesse una società…

È sempre e solo questo il dilemma che affligge i tifosi giallorossi, i passionali, quelli della provincia, quelli di fuori, quelli che disertano e quelli spariti. Sono esclusi da questo interrogativo, invece, quelli che in certe specie di società ci sguazzano e che antepongono quale problema principale la mancanza di alternative. Allora che ci spiegassero cosa doveva essere Pasquale Bove e cos’è Antonio Aiello.
Ebbene, non chiamateci ripetitivi. Ma dopo la semifinale play off persa in casa contro il Pescina V.d.G. in tanti, subito dopo il triplice fischio finale, avevano chiesto una società diversa, giacché uno nuovo era arrivato. Si era disposti anche ad accettare una società “povera ma bella”, in barba alla tanto sbandierata alternativa. Ma di certo i segnali inviati non sono stati confortanti. Tralasciando la telenovela estiva fatta di comunicati battaglieri e congiunti, compreso l’ultimo accordo di divisioni paritarie delle quote, è giusto soffermarsi su alcune situazioni.

Ciò che la stragrande maggioranza dei tifosi richiedeva non è avvenuto. Anzi, a supporto di questa tesi, testimoni inequivocabili sono gli spalti vuoti. E le poltroncine del Ceravolo in bella mostra non hanno bisogno di nessuna cifra pro o contro. Tranne qualche piccola eccezione (allontanamento Gianni Improta), dal punto di vista societario nulla è cambiato. Chi c’era prima, per un motivo o per l’altro, c’è ancora. E chi c’è sempre stato, ex dirigenti o tifosi eccellenti, pur senza ruolo è ben collocato nell’entourage societario. Che, a questo punto, definirei bunker quasi impossibile da scardinare.

Per quale ragione è facile intuirlo. Il bisogno. Quel bisogno che, senza andare troppo indietro nel tempo, ha cancellato una splendida cavalcata dalla C1 alla B. Quel bisogno che nell’anno del primo lodo Pittelli, dopo i buoni intenti iniziali, ha invaso l’Fc Catanzaro di “nuovi elargitori” con tanto di voce in capitolo. Quel bisogno che nella seconda stagione ci ha portato “sindaci finiti” e danni che ancora oggi paghiamo. Quel bisogno che nel terzo anno ha finito di spremere e svenare, è proprio il caso di dire, il Presidente Ultras Pasquale Bove.

È doveroso segnalare che si sta continuando su quella vecchia strada, “non maestra”, come il tempo e i fatti ci hanno purtroppo dimostrato. Il compianto Lucio Battisti cantava:

Ma che cosa è cambiato dopo che ti ho incontrato? Direi non molto!
Ma che cosa è restato dopo che ti ho amato? Direi non molto.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu”.

Peccato che questa famosa canzone, oggi, paia riesumata e coniata ancora una volta dai proprietari dell’Fc Catanzaro. Alla faccia dei tifosi veri.

P.S.: a proposito. Il titolo dell’album in cui trovate la canzone suddetta è “Io, tu, noi, tutti”. Calza proprio a pennello per questo  Fc Catanzaro. 

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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