Mi piacerebbe…

L’opinione di Massimo Saverino dopo la penalizzazione

Puntuale come un orologio svizzero, arriva la penalizzazione di tre punti per il Catanzaro dell’ennesimo nuovo corso. Qualcuno potrebbe pensare che rappresenti una goduria o un punto a favore di coloro che dall’inizio della stagione disertano lo stadio. Niente di più falso. Rappresenta l’ennesima sconfitta (e non sportiva!) per tutto il popolo giallorosso che da sempre e con compattezza (fino alle ultime ben note vicende) ha sofferto e gioito insieme ogni momento della sua passionale vita. Certo qualcuno ci marcia o ci gode a vedere questa lotta intestina tra due schieramenti di fratelli che per assurdo, seguendo strade differenti, vogliono la stessa cosa: il bene del Catanzaro.

Oggi ad essere sconfitto non è l’FC Catanzaro. Né solamente quei tifosi che la domenica, ancora incuranti delle delusioni (soprattutto quelle del recente passato), assiepano i seggiolini del “rinnovato” Ceravolo. Ad essere sconfitti sono anche coloro che da mesi si ostinano a voler tentare di cambiare qualcosa che con il calcio non c’entra, che con Aiello non c’entra, che con Auteri non c’entra, che con la squadra non c’entra. Una mentalità radicata ed assassina che dopo aver commesso l’omicidio è ancora in libertà pronta a colpire di nuovo.

Sconfitto ed amareggiato il popolo dei “dissidenti” soffre ed incassa l’ennesimo schiaffo. Così come ad incassare sono le persone come mio padre che domenica con ostinazione continueranno a sedersi al loro posto ed incitare le Aquile. “Papà chi te lo fa fare?”, domando, da dissidente innamorato perso di quei colori che continuano nonostante tutto a turbare i miei pensieri. La risposta semplice e pacata di chi ha come solo interesse quello di gioire ad un gol del Catanzaro: “la domenica pomeriggio appartiene ai giallorossi”.

Molto strano perché sarebbe anche la risposta del mio cuore. Un cuore ancora sanguinante in aspettativa forzata, un cuore che non esiterebbe ad esultare, ma è prigioniero di un pensiero, un terribile pensiero. L’abisso che mi separa dai colori della mia terra è ancora popolato di squali. La piccola creatura, naufraga sull’isola, rimane perennemente esposta al pericolo, anche credendosi al sicuro sulla terra ferma.

Mi piacerebbe potermi svegliare ed aspettare la domenica per rivedere giocare le Aquile, senza pensare a penalizzazioni, ancore di salvataggio, collette o similari. Mi piacerebbe vedere un capitano coraggioso a dettare legge sulla sua nave, pur di portarla con il vento in poppa verso lidi più consoni. Mi piacerebbe ancora esultare per un goal di chiunque con fierezza indossi la maglia onorata da tanti campioni nel passato. Mi piacerebbe tantissimo gridare al cielo Catanzaro anche sui campi di C2, ma poterlo fare perché lo sento mio, perché rispecchia il mio desiderio, rispecchia il mio carattere ed il mio fiero senso di appartenenza. Mi piacerebbe tanto tornare allo stadio e pensare solo a tifare, ma oggi non è ancora tempo per farlo. I tradimenti di coloro che hanno contribuito a seppellire anni di storia vivono ancora nella mia memoria. E lacerante è il pensiero di poter soffrire ancora e non per una meritata sconfitta in finale play-off. Le sconfitte si possono superare, gli INGANNI NO!

Allora affacciato alla finestra di questa casa di collina, rimango in attesa che quel capitano possa solcare i mari con quella nave battente bandiera giallorossa, un tempo rifugio di tutti noi, oggi vessillo ammainato e sepolto in attesa che qualcuno sia degno di sventolarlo ancora con fierezza. In bocca al lupo Catanzaro … a rivederci presto … spero …

Massimo Saverino

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento