Il Rompicalcio

Incroci obbligati

Aiello è a un bivio. Ma la strada maestra per non essere “mai più umiliati” è una sola
Un punto di penalizzazione per ogni socio. Un punto di penalizzazione per ogni gol realizzato domenica scorsa da Mosciaro. Quattro gol cancellati a tavolino, come se il Catanzaro avesse perso a Noicattaro. La notizia era scontata, ,  attesa fin da quei caldi giorni di luglio, i giorni della “colletta”. Quei giorni in cui i tre soci del Catanzaro spargevano ottimismo a piene mani, sottolineando i loro sacrifici economici ma garantendo l’iscrizione al campionato. Poi, man mano che ci si avvicinava al momento della verità, le sicurezze crollavano trasformandosi magicamente in disperati appelli alle istituzioni per la sopravvivenza.

MERITI E DEMERITI DI AIELLO – Sgombriamo il campo dagli equivoci. Antonio Aiello non ha alcuna responsabilità nella sconcertante gestione societaria del triennio post-Lodo Petrucci che ha portato il Catanzaro sull’orlo di un nuovo fallimento. La voragine è stata creata e allargata nell’era Coppola-Pittelli, ereditata e coperta senza riempirla da Bove e Soluri. L’unica colpa imputabile ad Aiello è l’essersi lanciato in questa avventura più grande di lui (“non sono un milionario”), senza avere verificato (come avrebbe fatto qualunque imprenditore) la consistenza e la profondità di questa voragine. Di non aver intuito subito che gli inquilini del condominio in cui entrava non erano così disposti (nonostante le dichiarazioni) a lasciargli le chiavi. Di avere alimentato false illusioni quando a fine giugno sosteneva di aver ottemperato , insieme al Presidente Bove, a tutti gli impegni per garantire l’iscrizione, subito smentito da Soluri e, soprattutto, dal del FC Catanzaro.

GIOIE E DOLORI – Un ritornello ormai noto, noioso, mortificante. Che seppellisce la passione del tifoso. Mentre il Catanzaro sembra rialzare la testa, ecco pronta l’umiliazione. Il Catanzaro torna in serie B dopo 15 anni? Subito 2 stagioni ridicole e il fallimento. Domenicali infila 6 vittorie consecutive e lotta per i play-off? Iniziano i rumors societari e arriva il deferimento per Pittelli. Provenza raccoglie 21 risultati utili in fila? Emergono i “mal di pancia” dei giocatori e non ci sono soldi per puntellare la squadra a gennaio. Si arriva alla semifinale play-off contro il Pescina in un clima di entusiasmo crescente? Il giorno prima della partita arriva il deferimento a Bove, prima della disfatta sul campo. La squadra di Auteri tritura gli avversari e riporta i giallorossi in vetta 5 anni e mezzo dopo Braglia? Ecco la mannaia della penalizzazione che toglie lo strameritato primato a Mosciaro e compagni. Consegnandolo, ironia della sorte, proprio al Gela di Provenza.

IL MOMENTO DELLA VERITÀ – Ora è il momento per Aiello di uscire allo scoperto. Di far capire all’opinione pubblica se l’Aiello vero è l’autore dei comunicati personali “anti-Soluri” o quello dei comunicati congiunti. Se è il tifoso tornato in Calabria per acquisire la maggioranza societaria o solo un imprenditore appassionato che “non è milionario e chiede aiuto agli altri due soci”. Se è “l’uomo di provincia” che strizza l’occhio alla provincia giallorossa o se è il responsabile della sciagurata gestione-biglietteria che, di fatto, rende complicatissimo l’accesso allo stadio dei tifosi fuori sede. Alcuni contratti sono ancora un macigno pesante, il debito strutturale della società latente ma non troppo. E la chiusura del bilancio trimestrale incombe, così come le scadenze di fine anno. Ma soprattutto a spaventare è il tanfo nauseabondo di vecchio che si respira intorno alla società. I soliti personaggi in cerca di autore, i soliti “consiglieri” pronti a incidere sulle scelte tecniche e gestionali, i soliti sciacalli che volano bassi sulle paludi societarie, rischiando di impantanare il cammino di Aiello.

PERCORSO OBBLIGATO – Serve uno scatto in avanti. Che dia continuità ai timidi segnali positivi che arrivano dalla sua amministrazione (soprattutto nell’area tecnica e nella comunicazione) e tracci una netta discontinuità rispetto alle precedenti gestioni. Non è più il tempo delle promesse, delle riunioni coi tifosi, degli incontri con i club. La sua diversità deve partire da qui, dal coraggio di rompere i ponti con il passato. Se necessario anche di una denuncia pubblica che troverebbe l’appoggio di tutta la tifoseria sana. Questa è la base di ogni discorso. Solo così può partire un percorso, comunque difficile, verso il risanamento societario, l’avvicinamento di nuovi imprenditori, i risultati sportivi, la riconquista della tifoseria giallorossa. Una tifoseria che ha fatto suo l’appello di Aiello, il “Mai più umiliato”, e adesso lo rigira al suo ideatore, chiedendogli di trasformarlo da sogno in realtà. Senza pregiudizi e senza sconti.

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Redazione

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