IL SINDACO RELAZIONA SUL CASO “CIMICI”

Convocato il Consiglio Comunale

Sono stati aggiornati a mercoledì 18 novembre, alle ore 10,30, i lavori del Consiglio comunale. Il civico consesso, nella seduta di questa mattina, ha incentrato il dibattito sul ritrovamento delle cimici nella stanza del Primo cittadino e del Presidente del Consiglio e sull’intimidazione subita dal presidente della Commissione Attività economica Andrea Ranieri. La discussione è stata aperta dal Sindaco Rosario Olivo, di cui riportiamo l’intervento:
“Cari colleghi,
ritengo doveroso, ad inizio di seduta, accennare ad una vicenda che ha tenuto banco nei mass media in questi giorni, sulla quale hanno avviato indagini le Autorità di Polizia e che è all’attenzione della Procura della Repubblica.
Proprio per questo ad essa farò solo alcuni accenni perché tutti abbiamo il dovere del massimo rispetto verso il lavoro che stanno svolgendo le Autorità competenti, alle quali nessuno di noi può arbitrariamente sostituirsi.
Certo, appena il quadro si farà più chiaro, io stesso e credo questa assemblea, non ci sottrarremo al compito di una più approfondita riflessione su quanto accaduto.
Per ora mi limito ad esprimere piena fiducia e consapevole sostegno alle indagini che vanno svolgendo, con lo scrupolo che li contraddistingue, Polizia e Procura della Repubblica. Sono stato informato sommariamente del ritrovamento nella mia stanza di micro apparecchiature sospette, al termine delle celebrazioni dedicate alle Forze Armate ed all’Unità d’Italia, mercoledì 4 novembre e conseguentemente, al fine di capire meglio di cosa si trattasse, ho ritenuto che fosse opportuno un sopralluogo immediato dei Vigili Urbani per una prima, necessaria ricognizione, propedeutica alla successiva denuncia presentata dall’Amministrazione Comunale, attraverso il vice sindaco avv. Tassoni, alle Autorità di Polizia.
E’ trascorso qualche giorno, dunque, perché non vanno dimenticati tre elementi: era in corso di svolgimento e si avviava alla conclusione un evento culturale di prima grandezza, la rassegna organizzata dal Politeama sulla grande musica per il Cinema che ha avuto largo eco anche sul piano nazionale. Il mio particolare impegno in quell’evento derivava dalla circostanza che, in qualità di sindaco, presiedo il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Teatro Politeama.
Il secondo elemento è rappresentato dal fine settimana, sabato e domenica, giorni che negli Enti Pubblici sono quasi santificati.
Vorrei anche ricordare, terzo ed ultimo elemento, che sul tema della sicurezza, negli ultimi anni, si è molto discusso addivenendo ad una posizione largamente condivisa; questa è un processo che si realizza attraverso la convergenza e la collaborazione di più soggetti istituzionali, tra cui gli Enti Locali.
Il coinvolgimento delle espressioni dirette del territorio, cioè gli Enti Locali, ha portato al concetto di “SICUREZZA PARTECIPATA”, codificata attraverso un recente decreto del Ministero dell’Interno (5/8/2008) che ha assegnato ai sindaci competenze e poteri sulla sicurezza del territorio, molto più ampi che in passato.
Palazzo De Nobili fa parte integrante del territorio cittadino e il sindaco perciò è impegnato più che mai in prima persona alla sicurezza del Palazzo di Città.
Ho da rinnovare un sentimento di profondo disagio e rigetto per quanto accaduto, lo ritengo sommamente ingiusto ed immotivato.
Mi sono sforzato fin dall’inizio del mandato di adempiere ai miei doveri con correttezza ed onestà, cercando di dare un modesto contributo alla soluzione dei tanti problemi della Città. Credo di essere stato, nelle varie stagioni della mia vita politica ed istituzionale, ripetutamente rivoltato come un calzino e suppongo che ciò possa avvenire anche nell’attuale esperienza difficile ma esaltante, purché in modo legittimo e dichiarato.
Mi ha guidato e continua a guidarmi una bussola ben precisa: quella di tutelare gli interessi della collettività.
In questo senso ho ben presenti le esemplari esperienze vissute da indimenticabili figure di sindaci che hanno ben operato in tante parti del Paese ed anche in Calabria.
Nella stanza del sindaco pro tempore ho tenuto finora le riunioni della Giunta Comunale, forse sbagliando, perché vi è un’apposita, prestigiosa sala per le sedute di questo Organismo.
Una sala molto più grande e spaziosa ove da ora in avanti terrò le riunioni dell’esecutivo municipale in maniera da favorire ulteriormente l’ascolto da parte di orecchie indiscrete, considerato che non c’è davvero nulla da nascondere, semmai parecchio da far conoscere e valutare.
Ringrazio i colleghi e quanti hanno ritenuto di prendere posizione su questa vicenda che mi ha provocato amarezza, ma ha altresì rafforzato il mio impegno al servizio della Città che mi ha eletto, conferendomi una responsabilità alla quale non verrò meno, finché ovviamente non verrà meno la maggioranza di questo consesso.
Quanto accaduto non riguarda una persona, ma una rappresentanza popolare, una espressione alta della vita democratica che bisognerebbe sempre rispettare, a prescindere dagli schieramenti, dai ruoli, dalle appartenenze, dalle prospettive elettorali, per la tutela stessa della dignità e credibilità dell’Ente Locale, prima, fondamentale istituzione pubblica che il cittadino incontra nella vita comunitaria.
In questi giorni mi è tornata alla memoria una lezione magistrale svolta in pochi minuti a Copanello, alla fine degli anni Ottanta, dall’allora Presidente della Repubblica, on. Francesco Cossiga, sul ruolo del sindaco.
Si teneva a Copanello un convegno internazionale di studi di Diritto Romano, organizzato dalla nostra Facoltà di Giurisprudenza, il cui Preside era all’epoca il prof. Alessandro Corbino e presieduta da un illustre studioso di Diritto Romano, l’on. prof. Francesco De Martino.
Il Presidente Cossiga volle essere presente al convegno, non solo come Capo dello Stato, ma anche come insigne studioso della materia oggetto del simposio internazionale.
Eravamo in molti, in bell’ordine, ad attenderlo e ad accoglierlo all’ingresso: io come Presidente della Regione, assieme alle altre autorità; il presidente Cossiga non volle essere il primo ad entrare nel salone del convegno: insistette a cedere il passo allo sbalordito sindaco di Stalettì del cui territorio fa parte Copanello. Si soffermò con mirabile sintesi e ricchezza di argomenti a spiegare come il Diritto Costituzionale imponesse allo stesso Presidente della Repubblica di cedere il passo al sindaco, come prima autorità nell’ambito del proprio territorio.
Sono riandato con la memoria a questo lontano episodio non per gonfiare il petto ma per ricordare a me stesso, in primo luogo, la grande, impegnativa responsabilità del ruolo ricoperto: finora mi sono sforzato di assolverlo con umiltà e dignità, continuerò a farlo con serenità ed equilibrio.
Concludo colleghi,
ho sentito e letto in questi giorni vari commenti, battute e dichiarazioni a cui, non intendo per ora replicare.
Spero e mi auguro che non si vada a caccia di farfalle mentre in giro circolano i leoni”.

Autore

Salvatore Ferragina

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