La Striscia

BRINDISI AMARO

Seconda sconfitta in campionato per i giallorossi di Auteri
Mancava il segno uno nella terza trasferta dei giallorossi in terra pugliese e ieri puntualmente è arrivato. Dopo il pareggio di Manfredonia e la vittoria di Noicattaro, il “Fanuzzi”, (stadio carino e adeguato per la categoria) è stato tabù per le aquile di Gaetano Auteri. Duecento circa i tifosi che hanno seguito la squadra per questa trasferta, due i pullman organizzati (uno dagli Ultras 73 e l’altro del Gruppo Teski che da ormai quasi due anni segue il Catanzaro in casa e nelle sue trasferte), al seguito anche pulmini e auto private. Gli Ultras chiedono ai presenti di compattarsi. La gente si avvicina, salvo ben presto allontanarsi quando bandieroni e stendardi coprono la visuale di chi vuole seguire la partita. Almeno in trasferta sarebbe il caso che quest’usanza sia applicata con più raziocinio. Magari i vessilli possono essere alzati ma senza impedire la visuale ai presenti.

Gaetano Auteri per questa trasferta rinuncia a Longoni che in settimana aveva accusato un lieve malanno muscolare e ripresenta Montella. La mossa a sorpresa, che a mio avviso ha influito anche sull’economia del gioco (spiegherò in seguito) dei nostri, è l’inserimento al posto dell’appiedato Lodi di Corapi, rimesso al centro come avvenne nell’incontro di Aversa Normanna. Benincasa ha occupato la “solita” (per motivi contingenti) e innaturale posizione di terzo esterno del centrocampo a tre a sinistra, L’esperto tecnico del Brindisi Massimo Silva, ex attaccante di Ascoli e Milan, sapeva benissimo che contro il Catanzaro si sarebbe giocata una fetta importante sia del suo futuro (il tecnico più volte ha rischiato l’esonero nel corso di questa stagione) che di quello della squadra con la maglietta con la V dipinta sul petto.

Per questi motivi ha mandato in campo una squadra molto corta e coperta che per tutto l’arco dei novanta minuti è riuscita a presidiare tutte le zone del campo specialmente dalla cintola in giù, consapevole della forza e del potenziale offensivo degli uomini in casacca giallorossa. Paradossalmente la mossa di Auteri, cioè quella di innalzare il tasso tecnico del centrocampo con Corapi e Bruno costruttori di gioco, è stata forse poco azzeccata. Il Catanzaro ha avuto un possesso palla non indifferente. Tecnicamente e sul piano del gioco i brindisini sono stati sovrastati. Ma superata la trequarti, la cerniera difensiva di Silva, che si difendeva con nove undicesimi degli uomini schierati, ha fatto sì che tutte le azioni dei giallorossi sbattessero contro il muro eretto dai calciatori pugliesi. Guidato in prima battuta da Battisti e in seconda dall’esperto Trinchera che capitalizzava e fermava tutti i palloni che arrivavano nei pressi dell’area di rigore.

Anche ad Aversa il Catanzaro aveva giocato con Corapi a centrocampo, ma in quel caso con l’assenza di Caputo e la presenza in avanti di tre attaccanti che anche sulle fasce riescono ad affondare i colpi, la manovra era stata più fluida e con più scelte. Ieri per tutto l’arco dei novanta minuti, pur avendo il Catanzaro mantenuto almeno per il 60% il possesso di palla, la maggior parte delle azioni terminava con un imbuto nell’intasato centrocampo, dove Caputo capitalizzava quasi tutti i palloni riuscendo raramente a verticalizzare per i terminali offensivi Mosciaro e Montella. In pratica sono mancate le scelte che di solito in questo scorcio di campionato hanno caratterizzato le prestazioni della truppa di Auteri.

E’ vero che bisogna tenere conto anche degli avversari, bravi a neutralizzare la corsia di destra dove operava Di Cuonzo. Ma a sinistra le pecche sono state tutte nostre. Benincasa in quel ruolo è adattato e, pur svolgendo bene il suo compito, per caratteristiche diverse non riesce ad aggredire gli spazi e soffriamo soprattutto quando bisogna ripartire. Questa pecca che ci portiamo dietro da inizio campionato deve essere necessariamente colmata, anche perché su quella fascia spesso e volentieri capitano le azioni classiche dell’uno contro uno. Insomma, se salti l’uomo vai in porta.

Ieri il Catanzaro sul fondo non è mai arrivato. Siamo stati belli, abbiamo dimostrato tutta la nostra superiorità, ma il Brindisi con un calcio semplice fatto di abnegazione e sacrificio (come serve quando si è più deboli sul piano tecnico) ha affondato i colpi al momento giusto. Non dimentichiamoci che qualche avvisaglia c’era già stata nel primo tempo quando era stata annullata una rete di Da Silva in fuorigioco, sul finale della prima frazione di gioco col salvataggio di Vono e a metà della ripresa in occasione della seconda rete annullata per fuorigioco. La prova che la manovra del Catanzaro non è stata produttiva sta nel fatto che le poche occasioni capitate sono state i tiri da fuori di Caputo e  di Mosciaro che, da trenta metri, aveva pizzicato il jolly della domenica.

Ora bisogna assolutamente ripartire e fare quadrato per queste due prossime partite con Melfi e Cisco Roma, cercando di aumentare o mantenere le distanze delle inseguitrici. La partita di ieri ci ha detto ciò che da mesi andiamo affermando. Siamo belli ma incompleti in qualche ruolo cardine. E se gli avversari si chiudono come ha fatto ieri il Brindisi non sarà facile scardinare le difese avversarie. Anche perché una giornata storta agli attaccanti, specie se non serviti a dovere, può capitare. Domenica arriva il Melfi, battuto come il Brindisi dall’Isola Liri. L’anno scorso ci fece un brutto scherzetto. Penso possa bastare per stare in guardia e per riprendere la marcia verso il traguardo diretto della Prima Divisione. Come il Catanzaro, almeno fino ad oggi, merita.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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