Dalla Redazione

Soluri, Aiello e Bove: regalateci un sorriso…

L’editoriale di Francesco Ceniti

Nella boxe esiste il lancio della spugna. Accade quando un pugile completamente suonato proprio non ne vuole sapere di abbandonare l’incontro, resistendo contro ogni logica anche se il verdetto è segnato. Allora, qualcuno dal suo angolo per pietà, ma soprattutto per evitare guai peggiori, interrompe il match lanciando sul ring un asciugamano. Ecco, dovrebbero inserire una regola simile anche per la gestione delle società di calcio. A Catanzaro di spugne da lanciare ne servirebbero in quantità industriali.

Prendete quello che sta accadendo nelle ultime settimane. C’è una società che è ancora viva solo grazie ai soldi delle istituzioni e agli oboli di altri imprenditori. C’è una società che fatica persino a provvedere alle spese quotidiane (luce, telefono..), mentre ci sarebbe da reperire un bel po’ di quattrini per completare l’iscrizione e chiedere il ripescaggio in Prima divisione. E badate bene, questa storia va avanti da due anni. Eppure sono sempre lì, come se nulla fosse. Comunicato dopo comunicato, sono sempre lì. Di mollare la presa (quote), neppure a pensarci. E’ chiaro pure a un bambino di quattro anni che così non esiste futuro per il Catanzaro: un ipotetico acquirente scappa ancora prima d’imboccare il Sansinato. In questo modo il fallimento o peggio il continuo vivacchiare è garantito.

Qualche imprenditore locale ha fatto notare questo ossimoro vivente, picchiando duro. Per tutta risposta è stato ringraziato nell’ennesimo comunicato paradossale. Dunque, visto che non possiamo gettare la spugna per far terminare lo scempio, usiamo le parole: cari Aiello, Soluri e Bove fateci un favore, sparite per sempre dalla vita del Catanzaro calcio. Solo così regalerete un sorriso ai tifosi giallorossi. E fatelo ora, perché forse siamo ancora in tempo per costruire una società forte.

Siamo stufi di collette, deferimenti, umiliazioni (capito Aiello: umiliazioni!), punti di penalizzazione, scioperi dei calciatori e via discorrendo. Siamo stufi di essere la barzelletta d’Italia dopo che per decenni siamo stati l’orgoglio di una regione. Siamo stufi di essere rappresentati da un socio che con tutta probabilità è stato il peggiore presidente –innominabili esclusi, s’intende – che la storia giallorossa ricordi: nessuna promozione e neppure una misera finale playoff, solo una serie infinita di delusioni. Almeno Aiello in un solo anno, grazie a un progetto tecnico valido, ha centrato un secondo posto e il record di punti.

A proposito: quello stesso progetto tecnico era stato bocciato senza mezzi termini lo scorso agosto dal solito dirigente. Questa è la nostra opinione. E se qualcuno ritiene che possa configurarsi come “un’estorsione”, ci denunci pure. Noi faremo lo stesso per impedire bavagli di qualsiasi natura. Una battaglia che proprio in questi giorni vede impegnati tutti i giornalisti d’Italia. Forse non proprio tutti.

Francesco Ceniti

Autore

Fabrizio Scarfone

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