La Striscia

Alla fiera del Ceravolo

Scritto da Redazione
Gente che va e gente che viene. Giocatori in prova, nuovi acquisti e tanta approssimazione tra lo sconforto dei tifosi

Per toccare con mano il fallimento di una città basta recarsi al Nicola Ceravolo e verificare ciò che è rimasto del sodalizio giallorosso, dopo un’intera estate di tavoli istituzionali ed interminabili riunioni che hanno sentenziato la fine di quello che una volta era il proprio principale (unico?) motivo d’orgoglio.

Oggi il Catanzaro più che una società di calcio sembra un porto di mare. Gente che va e gente che viene.  Arrivano calciatori di tutte le specie, illustri sconosciuti mandati a cercare fortuna in una squadra che di professionistico ha solo la categoria e non sappiamo ancora per quanto. «Tu ci si, e tu e duva nescisti» sono queste le frasi che gli assidui tifosi rivolgono quotidianamente allo stadio a questi ragazzi che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo.

Sappiamo invece quanti personaggi strani ruotano nel mondo del calcio e pur non avendo nulla contro chi è alla ricerca di un ipotetico ingaggio, è palese che chi accetta di venire a Catanzaro in questo momento scommette solo su se stesso. La fatidica frase classica coniata nel tempo dai calciatori «ho scelto Catanzaro e ho accettato di scendere di categoria per la piazza importante» oggi scordiamocela. Al massimo potremo sentire «accetto Catanzaro perché qua prendono tutti e se mi va bene tanto di guadagnato, altrimenti arrivederci».

Sia chiaro che non abbiamo nulla contro chi cerca un lavoro per praticare lo sport più bello del mondo. Ma è giusto pretendere spiegazioni da chi manda questi ragazzi nelle grinfie dei tifosi, da chi espone dei bravi ragazzi agli epiteti del pubblico, mentre loro rimangono nel calduccio dello spogliatoio, ben attenti nel farsi vedere. Così ogni tanto arriva il custode per sbarrare le porte degli allenamenti, nonostante ci sia un numero di tifosi maggiore rispetto alle partite.

In queste due settimane, come d’abitudine, ci siamo recati agli allenamenti, a ritrovarci con i soliti noti. Fra porte chiuse e porte aperte l’aria che si respira è veramente di sconforto totale. A volte si scherza e si ride, ma niente è come una volta. Abbiamo vissuto tanti momenti bui, ma questo è sicuramente il peggiore. E pur sapendo che si tratta di un gioco, quando i discorsi diventano seri ci si commuove nel vedere il Catanzaro ridotto così. La stessa aria si respira in città e i due strani lunedì trascorsi dopo l’inizio del campionato dicono tutto. Del Catanzaro si evita di parlare per vergogna. Una volta si diceva: «novità de giallorossi», oggi si dice «ma comu ni pottimu renducira». E nei volti dognuno traspaiono una rabbia e una vergogna che dicono tutto.

Qualche tifoso più caloroso cerca di far ragionare chi è stato mandato in trincea. I ragazzi guidati da Ze Maria e dal suo secondo al termine dell’allenamento spiegano che loro cercano di dare il massimo e sono consapevoli delle difficoltà. Immaginate che figuraccia stiamo facendo con l’Italia intera. Ieri è arrivato un ragazzo, tale Puntoriere (oggi tesserato): chiedeva informazioni ai tifosi con chi dovesse parlare. Lo aveva mandato Aiello. Come dire vai là a nome mio senza che nessuno sapesse nulla. A Ze Maria, che spiegava che i problemi esistenti li ha esposti ai soci Aiello, Soluri e Catalano, qualcuno ha risposto: «Ze Maria, ma ti rendi contu? Prima parravi ccù Moratti e Gaucci e mo jisti a finira ccù chisti».

La cosa che fa più male non è tanto vedere la squadra che si allena, ma è quella di vedere i dirigenti imperterriti (da Soluri ad Aiello, per finire a Catalano, Santaguida e Ferrara) presentarsi nello spogliatoio del Ceravolo a dettare ordini come quello di chiudere i cancelli dello stadio. Come se fosse di loro esclusiva proprietà, dimenticando che solo grazie ai contributi dei cittadini sono ancora in sella.

Il presidente Ferrara obiettivamente non lo comprendiamo. Oggi era presente allo stadio insieme a Soluri per pianificare non si sa cosa. Ma cosa avranno da dirsi? Si spera in uno sponsor come il toccasana per continuare a tirare a campare. Il iendu videndu che prima era appannaggio dei soci precedenti oggi è anche di chi doveva essere lelemento di garanzia.

Chissà come andrà a finire questa farsa. Di certo, per ora, c’è che pur mettendoci tutta la buona volontà, di calcio non riusciamo a parlarvi. Quello che ci rimane ora è solo un profondo disgusto.

SF

 

P.S.: dopo l’arrivo del centrale difensivo camerunense Boyomo e del centrocampista Biondi, oggi sono stati tesserati gli attaccanti Beha e Puntoriere e il terzino destro Lauteri, da qualche giorno in prova. Appena arriverà il transfer, saranno contrattualizzati anche Ngrandira e Martinez, mentre rimangono sotto osservazione altri giocatori comparsi al Ceravolo. Manfredi Beha, figlio del giornalista Oliviero, arriva dalla Sangiustese. Dal 2004 a oggi ha giocato 31 partite (23 in D e 8 in C2). Marco Puntoriere, reggino di nascita, dopo la trafila delle giovanili nellInter e nel Mantova, si affaccia a 19 anni al calcio professionistico. Lauteri, cresciuto nelle giovanili della Lazio, è a caccia di riscatto dopo tre stagioni nei dilettanti e 17 partite di C2 a Giulianova. Dopo uno stop di un anno e la rescissione col Lumezzane per un infortunio, è finito ad Agropoli in Eccellenza.

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