Catanzaro Night News

Le Associazioni Ulixes e Il Pungolo aderiscono alla manifestazione contro la ndrangheta

Riceviamo e pubblichiamo

Consideriamo questo evento una preziosa occasione per ricordare quanto la ‘ndrangheta soffochi lo sviluppo del nostro territorio, con azioni eclatanti e spietate ed un attacco costante alle istituzioni. Gli omicidi dei giorni scorsi, legati alla cosiddetta faida dei boschi nel catanzarese e le bombe a casa del Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore di Landro, ne sono solo la testimonianza più recente. Di fronte a quanto si verifica nelle strade, addirittura in luoghi di vacanza, come nel caso dell’omicidio di Ferdinando Rombolà, freddato davanti alla famiglia e agli astanti inermi, scrivere comunicati di denuncia e indignazione sembra quasi un mero esercizio di stile.

Viene voglia piuttosto di scendere in piazza, protestare, urlare non solo agli assassini e ai colpevoli ma anche allo Stato che in questa terra non conosce pace per i suoi figli, non conosce dignità. E usiamo il termine dignità perchè la barbarie che viene ripresa da giornali nazionali ed esteri getta onte intollerabili su una regione e su uno Stato che si volgiono qualificarsi quali terre civili e democratiche del mondo occidentale.

Amministratori, giornalisti e procuratori minacciati, commercianti vessati, omicidi eclatanti sono immagini che la comunicazione rapida e predatrice di questi anni sbatte sulle prime pagine di giornali e web e con esse rinchiude l’identità di due milioni di persone entro la snella e vendibile definizione di popolo barbaro e primitivo, banda di carnefici senza pieta o, peggio, di animali. Si si, siamo tutti animali. La comunicazione non risparmia. Crea rapidamente grandi quadri e pregiudizi. Per buona parte del mondo la Calabria è terra di barbari.

 Ma la colpa non deve ricadere su nessuno dei due milioni dei Calabresi onesti che abitano la nostra terra. Su nessuno di loro. Questo noi di Ulixes lo abbiamo sempre ribadito e continueremo a ribadirlo. La colpa è di chi lascia che in paesini con centinaia di affiliati le stazioni di polizia contino pochi effettivi. Di chi non cambia le leggi (e ci permettiamo di ricordare quell disegno di Legge Lazzati, a un passo dall’approvazione a seguito di un iter lungo ormai quasi 15 anni nonostante l’avversione di parte della deputazione calabrese). Di chi non spende denaro. Di chi svilisce. Di chi non mobilita i servizi segreti e l’esercito neppure se esso possa risultare necessario o auspicabile. Di chi non fa funzionare la giustizia. Di quell’unica entità che, insomma, ha la forza e i mezzi per fare e non lo fa. E questa entità si chiama Stato. Si chiama istituzioni.

Se lo Stato non ingaggia una guerra aperta e concreta con la mafia, lo Stato fallisce. Se la polizia non ha i soldi per funzionare, lo Stato ha fallito. Se lo Stato non parla giornamlmente di mafia, lo Stato ha fallito. Se dei buoni giudici lamentano la scarsezza delle proprie risorse e della propria protezione, lo Stato ha fallito. Se mancano gli strumenti legislativi adeguati, lo Stato ha fallito. Il nostro Stato ha fallito e continua a fallire.

 Non è il nostro un discorso di antipolitica o qualsivoglia populismo, anzi, ma solo il ribadire che chi rappresenta lo Stato, particolarmente al Sud, ha l’obbligo e il dovere di confrontarsi frontalmente con la mafia perchè alle istituzioni compete garantire sicurezza e fiducia ai cittadini. Anzi questa è la loro missione fondamentale, senza il compiersi della quale le istituzioni stesse non hanno senso.

  E’ vero che fare bene, per la classe dirigente, comporta rischi ma fare politica non è nè necessario nè obbligatorio per nessuno. Si puo’ scegliere sempre un altro mestiere. A chi sceglie la politica e la rappresentanza dello Stato al Sud si richiede coraggio e azione.

 Per questo il nostro personale urlo del 25 sarà contro una classe di rappresentanti politico-istituzionali fallimentare e al fianco di chi lotta concretamente giorno per giorno per affermare la legalità, le libertà fondamentali e la democrazia nella nostra regione.

 La battaglia contro la mafia non è una delle battaglie ma la battaglia in funzione delle quale le classi dirigenti di oggi e domani misurano e misureranno la portata vera del proprio successo politico.

  Associazione Ulixes

MANIFESTAZIONE DEL 25 SETTEMBRE: NOI CI SAREMO.

AL DIRETTORE DE IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA

Dott. MATTEO COSENZA

Caro Direttore,

la manifestazione che si svolgerà il 25 Settembre, a seguito dei gravi fatti criminali verificatisi a Reggio Calabria e che hanno coinvolto direttamente le istituzioni, costituisce, senz’altro, una iniziativa di grande pregio sociale e culturale.

La Calabria e la sua comunità devono rialzare la testa e liberarsi dei fardelli che frenano la libertà dei cittadini e la crescita, sotto ogni profilo, del territorio.

Per far ciò (non vi sono ricette preconfezionate) occorre, preliminarmente, una forte presa di coscienza della realtà in cui viviamo, delle difficoltà che ci avvinghiano, dei timori che ci frenano e dei diritti che ci vengono negati.

 

Se la comunità dei calabresi non si libera del peso/criminalità, la Calabria resterà prigioniera dei propri limiti e il territorio resterà ancora angusto, viscido e impraticabile.

E’ per questo che l’iniziativa di Reggio Calabria rappresenta una reazione spontanea e forte e popolare (grazie anche alla Sua intuizione), e deve costituire la partenza per un nuovo percorso diretto alla individuazione degli strumenti per la integrazione morale ed etica del nostro territorio.

Questa iniziativa, che sta riscuotendo grande adesione, costituisce, a mio avviso, anche una risposta alle recenti dichiarazioni del Ministro Brunetta sulla nostra Regione.

Se, infatti, è vero (come negarlo?) che la Calabria rallenta la crescita del Paese-Italia, è pur vero che la Calabria (lo ha dimostrato e deve continuare a dimostrarlo) possiede anime e coscienze ed intelligenze (la realizzanda manifestazione ne è prova) che non si arrendono e che lottano quotidianamente per la crescita emotivo-culturale e civico-legale della regione.

Vi è, insomma, una stragrande maggioranza di calabresi che non ci sta a rimanere imbrigliata nelle corde di meccanismi oscuri e regressivi.

E’ di tutta evidenza, però, che il territorio dovrà trovare la disponibilità e l’apertura degli enti-istituzioni deputati a predisporre gli strumenti necessari per accompagnare la grande mobilitazione popolare.

L’augurio è che la manifestazione non costituisca unicamente una passerella (anche eventualmente per politici-fantasma) ma sia il momento di coesione culturale e sociale delle anime calabresi nella lotta al male e nel ripristino delle condizioni minime essenziali di legalità e di diritto.

Per tali ragioni, caro Direttore, Le comunico che l’Associazione Il Pungolo per Catanzaro, il cui obiettivo primario è quello di iniettare stimoli civico-culturali, aderisce all’iniziativa e sarà presente alla manifestazione del 25 Settembre a Reggio Calabria.

Cordiali saluti.

Avv. Francesco Pitaro

(Presidente dell’Associazione

Il Pungolo per Catanzaro)

 


Autore

Salvatore Ferragina

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