L'emigrante

Per Giove!

Iper attivo negli ultimi giorni, Traversa è fermamente deciso a risolvere il caso Catanzaro. Dling… fuori i secondi!
Ambrogino si lancia in un simpatico porca paletta, Cesarino azzarda un romantico te possino, Ciro non si lascia scappare un sonoro mannaggia a Bubba’… e allora noi cosa diciamo?
La notizia è di quelle destinate a suscitare il clamore che i nomi meritano. Nomi che vogliono dire investimenti di assoluto spessore. Tali da suscitare, inevitabilmente, una serie di considerazioni sul futuro assetto economico cittadino. Cosa c’entra la città con il calcio? Beh scusate, ma chi spende soldini nel calcio è chiaro che non si fa certo pregare se c’è da investire anche sul territorio. È il mondo degli affari. Questo non deve indurre a credere che ci sia per forza qualcosa sotto, al contrario investire denaro nel calcio è una questione molto delicata e seria. Ai livelli cui siamo abituati a vivacchiare da qualche anno, il Calcio è riconosciuto come un investimento pericoloso e non sicuro. Servono tempo e soldi, passione e coraggio.

Il Calcio è anche una scommessa. Non si può dire di vivere una società di calcio senza veder crescere, dal punto di vista umano e tecnico, il proprio parco giocatori. I ragazzi, che crescono qui, possono dare alla società di calcio un’opportunità di investimento futura. Stiamo parlando del settore giovanile, la cui assenza ha pesato quando è finito il calcio a Catanzaro. Se negli ultimi anni avessimo potuto contare su un settore giovanile cresciuto e maturo avremmo sicuramente patito meno guai. Fatto meno figuracce. Il settore giovanile aumenta i costi e non dà la certezza di avere un ritorno economico. Ma se da Catanzaro è passata gente come Cacia e Floccari significa che si può investire e si possono sfornare talenti. Quelli che vogliono fare il salto di categoria, accasandosi altrove, hanno un discreto valore sul mercato. Altri come Capicotto hanno dimostrato di sapersela cavare in seconda divisione, e in quel caso, si inizia con la panchina per poi prendersi un posto da titolari. Il settore giovanile conta. Quest’anno si è giocato in condizioni paranormali e si è sentita la mancanza di una squadra. Orgoglio e determinazione a parte, i limiti tecnici erano evidenti e sconsolanti per la reputazione calcistica di una piazza come la nostra. Quand’anche non ci fosse stato il problema di lavare le divise, o pagare gli stewart, chi giocava per noi aggratis?

Sono Massimo Decimo Meridionale, comandante delle legioni del tavoliere e pronipote di Annibale, sfido a singolar tenzone Cosentino Giuseppe dell’isola di Cinquefrondi. Per Giove, hip hip urrà. La rete internet si è intasata nell’intero distretto catanzarese, la notizia che tutti aspettavano è arrivata: è phatta, Ciav fu ‘e parola. Non c’è stato supporto cartaceo o informatico che non abbia fatto stringere il cuore ai palpitanti tifosi giallorossi, mò fannu a gara ppè cu su pigghia.
Si ma insomma, allora dunque, vediamo un pò… alu tribunale cchi si dicia? Ripartimu da C2 o ni mintanu diretti diretti in C1? Eh campa cavallo, la classifica conta e per il momento ci vede felicemente sognatori di una novella società piena di dindi freschi che riparte comodamente dalla seconda divisione. Ma alle magre consolazioni ci siamo abituati e in molti iniziano a sentir puzza di bruciato. Inutile far finta di niente, non è certo la risoluzione del problema Pomezia ciò che angoscia i tifosi, bensi la comprensione delle reali intenzioni di tutti questi paperoni interessati al Catanzaro. Ci avevano abituati a collette porta a porta, soldi pubblici e assegni postdatati. Adesso ci ritroviamo due papabili presidenti che, di sicuro, troveranno il modo di garantire il pieno di gasolio, le casacche profumate e qualche ambizione sportiva. Almeno all’inizio s’intende.

Mentre scriviamo è ancora in corso, in una località segreta fra le Alpi Marittime e le paludi di Comacchio, il summit terropolentone per decidere chi guiderà il clan dei tifosi giallorossi nel prossimo futuro. Alla riunione sono presenti il mandamento dei fiordi, i casati di tutti i comuni della provincia, il rappresentante della carbonara dei profughi transoceanici e infine il gran visir di touch l’emigrants. Non è stato ancora raggiunto un accordo per la figura del capostorico. L’ala dei falchi tiratori ha messo in mezzo uno con il turbante che ha estratto dal cilindro una notizia boom. Le colombe bianche, consapevoli del momento di crisi, hanno risposto proponendo il soggetto in questione per il ruolo di console onorario nei territori del nord-ovest, dopo Ventimiglia. Ma non è finita perchè non è ancora chiaro a chi dovranno rivolgersi quelli del gruppo “claudiè senti aammia”. I tifosi contano, insomma sono molti i punti ancora da definire, ecco perchè il piano giallorosso di rinascita viene continuamente rimandato di giorno in giorno. Nel frattempo per le vie della città fervono i preparativi in vista della presentazione della nuova società di calcio.
Per Giove! Ma allora siamo alla fine del tunnel? Nessuno può dirlo con certezza. Nomi altisonanti se ne son fatti a iosa, ma siamo puntualmente stati delusi. Il Catanzaro non ha una società di calcio seria e dignitosa da moltissimo tempo. A proposito di tempo, quello stringe per natura. Non facciamolo diventare un alibi.

Davide Greco

Autore

Davide Greco

Scrivi un commento