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«Il Catanzaro merita una nuova era»

Scritto da Redazione
Rebus-proprietà tra incertezza e speranze: le opinioni dei giornalisti che seguono i giallorossi tutti i giorni

e la sentenza del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, che ha definitivamente affossato il Pomezia, hanno restituito un po’ di fiducia all’ambiente giallorosso. L’ennesima delusione sembrava dietro l’angolo, nonostante la logica dicesse il contrario. Una frustrazione figlia degli ultimi anni e di una situazione ancora ingarbugliata, a pochi giorni dalla quarta e ultima asta per rilevare in tribunale il titolo dell’FC.

Per orientarci meglio all’interno di questa storia ingarbugliata, per cercare una soluzione al rebus-proprietà e per offrire ai nostri lettori un ventaglio più ampio di opinioni, Puntonet ha rivolto quattro domande identiche ad alcuni colleghi che vivono e seguono il Catanzaro quotidianamente. Tra l’ottimismo di Traversa e il “preoccupato silenzio” di Nardo, ecco cosa hanno risposto Giovanni Bevacqua (Calabria Ora), Francesco Iuliano (Il Quotidiano della Calabria) e Ivan Montesano (Gazzetta dello Sport).

1) PuntonetRiecco il nome di Giuseppe Cosentino, titolare del  gruppo Gicos. L’estate scorsa la trattativa sfumò lasciando il posto alla gestione spartana di Tribuna Gianna. Si farà mai questo matrimonio?

G. Bevacqua: Visti i capitali in ballo verrebbe da dire di si, e di corsa pure. Ma il discorso è più ampio di quanto possa apparire perché, è bene non dimenticarlo, di mezzo c’è la politica… allo stato attuale, da quello che si dice, questa è l’unica soluzione. Ed è triste pensarlo sapendo che a Catanzaro c’è chi potrebbe fare molto di più ma preferisce esprimere solo pareri su questa o quella offerta, limitandosi poi a fare “semplici” sponsorizzazioni.

F. Iuliano: Se dovessi rispondere per sensazioni del tutto personali, direi un “no” secco. Tuttavia devo rimanere cauto e, perché no, ottimista, in quanto il coinvolgimento dell’imprenditore reggino Giuseppe Cosentino, è arrivato direttamente dalla voce di Michele Traversa, neo sindaco della città e sappiamo tutti, quanto interessato ad una soluzione positiva della vicenda. Sia ben chiaro che non sono contrario ad investitori esterni. Il calcio, dopotutto, è pieno di esempi che vanno in questa direzione. L’importante è che, se davvero Cosentino vorrà venire a fare calcio a Catanzaro, dovrà farlo con le migliori intenzioni.

I. Montesano: L’interesse di Cosentino è in piedi da un anno e a determinate condizioni (economiche e ambientali) può concretizzarsi in affare. Qui da noi, però, il condizionale quando si affronta il pianeta “Catanzaro Calcio” non è solo un obbligo di stile: è uno strumento fondamentale per raccontare vicende mai logiche e/o trasparenti. Io aspetto qualcuno in grado di farci parlare e scrivere solo di calcio vero. Tavoli, incontri, riunioni e chiacchiere non fanno più notizia, specie se penso agli ultimi 12 mesi di cronaca giallorosa…

 

2) .net: Dopo mesi di calma piatta si è accesa improvvisamente la corsa alla società giallorossa. Tanti nomi, tante piste, ma nessuna offerta presentata in tribunale. E il curatore Nardo si è dichiarato seriamente preoccupato dopo la terza asta andata deserta. Esiste il rischio che alla fine “tutti la vogliono ma nessuno la prende”? 

GB: Qualche giorno fa ho scritto che Catanzaro spera, come il sottoscritto, che le Aquile non facciano la fine di sora Camilla. Visti i conflitti creatisi c’è il rischio che ciò avvenga. Eppure Traversa, da uomo politico d’esperienza qual è, dopo avere fatto mille proclami, non può permettersi di fare una tale gaffe.

FI: L’interesse attorno alla società giallorossa, quello venuto fuori negli ultimi giorni, di sicuro lascia un tantino scettici. La situazione della fallita Fc, nei mesi scorsi, era nota a tutti. Le cifre e le condizioni, pure. Nonostante questo, nessun imprenditore locale e non, si è fatto mai avanti per iniziare una benché minima trattativa. Questo vuole significare solo una cosa: che la società giallorossa non interessa a nessuno. E la riprova ne è il fatto che tutte le aste calendarizzate dal giudice delegato Song Damiani, sono andate regolarmente deserte. Il curatore Nardo é preoccupato per il futuro del Catanzaro? Più di lui, credo che lo siano soprattutto i catanzaresi e un’intera tifoseria.

IM: I fatti registrati in queste settimane, chiamiamoli così, ci dicono che serve una quarta asta pubblica per provare a “salvare” il titolo del Football club e ripartire dai professionisti. Niente male… Vero, tutti o quasi lo vogliono e la storia insegna che alla fine lo prende sempre il più debole. Per il bene del Catanzaro spero che questa volta la corsa non finisca nel solito vicolo cieco.

 

3) .netDell’imprenditoria locale nemmeno l’ombra. Semplice disinteresse o ragioni più profonde?

GB: È una domanda per cui cerco risposte anch’io ma nessuno me le ha mai date. Chiedetelo a Noto e company.

FI: Non credo che ci siano ragioni più profonde di un conclamato disinteresse che giustifichino l’assenza dell’imprenditoria locale nella vicenda della società giallorossa. Dopotutto, ad eccezione di personaggi passionali come Ceravolo o Albano ed anche di Giovanni Mancuso, il calcio catanzarese possa aver accostato le sue fortune ad un nome che corrisponda con quello delle famiglie imprenditoriali più in vista della città.

IM: Le ragioni vanno cercate nel dna di una città di provincia che basa la sua economia su svariati studi legali, uffici pubblici, qualche call center e un bel po’ di grossi supermarket. Il discorso è lungo. Quello che è certo è che i nostri “big” da almeno un decennio vanno avanti a partnership e sponsorizzazioni, sospesi tra obolo e contributo, forse perché convinti che il Catanzaro non “tiri” abbastanza, non sia un buon investimento. Sarebbe bello se spiegassero pubblicamente perché, almeno nello sport e nella fattispecie nel calcio, certe cose riescono bene in altre province (Novara e Cesena, tanto per dire) e a Catanzaro no. Pongo io una domanda umile umile: è solo questione di soldi, o siamo pure a corto di capacità e competenza?

 

4) .netSulla rinascita del Catanzaro aleggia anche il nome di Claudio Parente. Un ritorno che farebbe discutere alla luce del fallimento che nel 2006 coinvolse l’attuale consigliere regionale. Fantacalcio, Fantapolitica o ipotesi concreta?

GB: Di voci ne corrono tante e a volte anche noi giornalisti (più di quanto noi stessi ammettiamo) ci facciamo trarre in inganno. Penso che il Catanzaro meriti un nuovo corso, una nuova era. Per far si che ciò avvenga c’è bisogno di volti inediti e di buoni propositi.

FI: Che ci sia la volontà (non parlo di voglia), in Claudio Parente, di ritornare a fare calcio non lo escludo. Credo che, se sino ad oggi non si sia fatto avanti, è perché attorno al suo nome c’è ancora un tantino di diffidenza per quanto accaduto nel giugno del 2006 ed anche, perché, non credo abbia ricevuto le rassicurazioni richieste sia dagli imprenditori che vorrebbe lo appoggiassero e dalle istituzioni. Personalmente non guardo alle spalle di chi vuole comunque fare qualcosa per la città.

IM: Ipotesi concreta, venata di passione e inevitabilmente anche di politica, ma al momento resta quella che è: una ipotesi. Claudio Parente non ha mai smesso di seguire le vicende giallorosse e, a parte le dichiarazioni di facciata, ha voglia di riscattare il rocambolesco (e partecipato) fallimento dell’U.s. 1929. Troverà posto in (una) cordata? Vedremo, i tempi stringono, non c’è più spazio per ipotetici intenti. Finalmente capiremo meglio la reale consistenza di questi malcelati ritorni di fiamma e, soprattutto, i loro progetti di rilancio.

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