Le spigolature domenicali

La rubrica curata da Antonio Ciampa

Signori miei, ci siamo.

A questo punto è veramente
difficile continuare a credere che questo possa non essere l’anno buono per
ritornare a combattere in categorie più confacenti alla nostra tradizione
nonchè per terminare di giostrare in più o meno decorosi campetti alla
periferia del calcio che realmente conta.

Guardiamoci un po’ attorno: squadra
che veleggia, praticamente dall’inizio del torneo, nei
quartieri nobili della classifica, giocatori che credono, forse anche di più di
chi li vede dall’esterno, nella possibilità reale di conquistare la cadetteria
e fanno blocco, sul campo e fuori, al fine di non vanificare questo sforzo,
tecnico che, aldilà di qualche perplessità indotta più da qualche imprevedibile
passo falso che da effettive mancanze di professionalità e men che meno di
personalità, ha effettivamente capito cosa vorrebbe dire la conquista della
serie B qui a Catanzaro per il seguito che questa squadra ha nonché per il
raggiungimento delle sue legittime ambizioni personali e dulcis in fundo una
società che dimostra di non volere lesinare gli sforzi per accontentare il
tecnico in primis e tutti i tifosi in subordine, con gli ultimi movimenti di
mercato, alcuni dei quali obiettivamente, e vai che mi sbilancio che finora non
l’ho fatto (!?!), azzeccatissimi ed utilissimi per il
prosieguo ai vertici del torneo (altri forse meno ma questo l’ho già detto
settimana scorsa…).

So che molti di voi, leggendo
queste righe, sarete spinti da irrefrenabili desideri di alleviare i pruriginosi
istinti improvvisamente comparsi nelle parti basse del vostro corpo, ma credo
che sia veramente arrivato il momento di dire le cose come obiettivamente
stanno, mi sembrerebbe puerile continuare a credere che non si debba auspicare
il salto di categoria solo perché, per dirla con parole a noi care, “u gabbu
cogghjia”!

Quali ostacoli obiettivamente è
dato scorgere?

Ferrigno che non sta giocando
benissimo? Ebbene, fermo restando che non credo sia giusto imputargli alcunché riguardo
all’impegno che proietta in campo, sono sicuro che Mister Braglia è abbastanza
duttile da capire la situazione e se capirà che l’alternativa che la società
gli ha ora messo a disposizione si dimostrerà più in forma non ci penserà due
volte a fare il bene della squadra ed a dare un po’ di (meritato) riposo al
Sindaco giallorosso. Anche perché obiettivamente credo poco ad un tecnico che
non pensa alle fortune della squadra e quindi anche alle proprie pur di
favorire le comunque legittime aspirazioni di un giocatore in non grandissimo
stato di forma.

Altri possibili ostacoli di
carattere tecnico, soprattutto alla luce degli ultimissimi movimenti di mercato
sono obiettivamente difficili, al momento, da scorgere.

Chi lo facesse al momento
andrebbe tacciato quantomeno di eccessiva severità e di fornire giudizi
fortemente precostituiti, fermo restando però che, e permettetemi una piccola
divagazione al riguardo, la polemica sorta appena la scorsa settimana tra la
conduzione della squadra e la redazione di un quotidiano locale è un cattivo
esempio di come non di dovrebbero, a mio parere, improntare i rapporti con la
stampa. E’ difficile credere che un semplice articolo, che a ben leggerlo altro
non era che una constatazione della realtà e non una critica vuota e distruttiva,
possa voler dire che c’è qualcuno che voglia minare i rapporti all’interno
dello spogliatoio per poi chissà quale fine da raggiungere, soprattutto ed
ancor di più quando si pensa che la redazione sportiva del dato giornale è
letteralmente “infestata” da eccellenti professionisti col sangue di due
colori, e questi colori sono certamente ed inequivocabilmente giallo-rossi!

 

Antonio Ciampa

Le spigolature domenicali

La rubrica curata da Antonio Ciampa

Non mi và,
proprio non mi và di dover salutare l’inizio del girone di ritorno con una
sconfitta, sopratutto quando tale sconfitta, detto senza tema di smentita,
capita ad opera di una delle peggiori squadre del girone.

E mi permetto di dissentire anche
da chi afferma che la sconfitta di Pesaro possa ritenersi salutare se non altro
perché sinceramente non riesco a capire come possa una sconfitta, qualunque
sconfitta, ritenersi benefica, la classifica (che è quella che realmente conta)
si muove solo se non si perde, non anche se si gioca
bene (ammesso che sia questo il caso, ed onestamente non lo è).

Pur tuttavia è necessario farsene
una ragione  e cercare di capire quel che
sta accadendo.

E per far questo credo sia
opportuno, per tutti, aprire gli occhi e vedere che quello di Pesaro non è
purtroppo un episodio isolato ma invece si traccia nel
solco, quasi come inevitabile corollario, di una serie di prestazioni
sicuramente non all’altezza.

Basti, all’uopo, e senza andare
troppo indietro nel tempo, ricordare le controprestazioni di Teramo, dove solo
la buona sorte e l’imprecisione degli avversari c’hanno
tenuto a galla, od ancora la controversa prestazione casalinga contro il Chieti in cui solo un lampo di Toledo ha permesso di
rischiarare quella che in realtà è stata una opaca giornata di calcio giallorosso.

Condizione fisica al momento non
brillantissima, assenze importanti in campo, infortuni prolungati e momenti di
forma psicologica non proprio al top sono le scusanti che via via vengono più spesso enunciate per giustificare quello
che non sta andando o meglio che sta andando meno rispetto all’inizio del
torneo, e non nego che alcuni di questi motivi di discolpa siano da ritenersi del
tutto legittimi; non è umanamente possibile, ancora andando per esempi, pensare
che gente come Dei o Briano, giusto per non far nomi, possano
continuare a correre come hanno fatto finora da inizio torneo.

Però sarebbe a mio parere riduttivo
ricondurre solo a questi motivi, ripeto sia pur validi, il perché delle nostre
fatiche, non voglio gettare croci addosso ad alcuno, ma è
proprio nei momenti di difficoltà come questo che si deve vedere la forza di un
società come la nostra che credo abbia ormai chiaro che il non vincere questo
torneo, visto le relative forze che se lo contendono, sarebbe una pura e
semplice iattura.

Insomma credo che sia arrivato il
momento di mostrare quel qualcosa in più che possa consentire di navigare
sempre e comunque in vista del primo posto ed, ad
esempio, per venire all’aspetto tecnico, perché non tralasciare il solito
schema coi cinque difensori cinque allorquando le squadre avversarie si
schierano con un unico terminale offensivo come per l’appunto la Vis Pesaro,
regalando così qualcosa al centrocampo avversario?

Od ancora, perchè
continuare a  schierare Ascoli
evidentemente fuori posizione a sinistra esponendo lui a brutte figure e la squadra
a pericolosi sbandamenti difensivi?

E, riguardo la società, siamo
così sicuri che impegnare la somma spesa per l’ingaggio, a quanto si dice,
triennale di Zattarin, sia una somma ben spesa? Non
era forse in altri reparti che, adesso, avremmo avuto
maggior bisogno di forze nuove e fresche?

Lo so, direte
che è presuntuoso da parte mia lanciarsi in queste considerazioni, visto che la
conduzione tecnica di quest’anno ha ampiamente
dimostrato di sapere gestire al meglio le forze in campo e che la società ha
anch’essa abbondantemente dimostrato di che pasta (buona anzi ottima) è fatta,
ma una pungolatina, o meglio una “spigolata” fatta
senza acrimonia o presupponenza non credete che possa
essere utile a chi ha il bastone del comando? Senza considerare che poi ci
sarebbe più gusto a zittirmi come sono sicuro saprà fare questa società ed
anche in tempi brevi.

Ed infine, ancora a proposito di
società, anche da queste righe mi associo ai complimenti al nuovo responsabile
marketing Giuseppe Mangialavori a cui
però
mi permetto di non far mancare una piccola ma significativa
“spigolata” proprio nel momento della sua investitura: ma, i conti in ordine ai
nuovi mini-abbonamenti, siamo sicuri che siano stati fatti al meglio? Possibile
che i mini-abbonati debbano essere addirittura penalizzati (contravvenendo così
a qualsiasi regola e non solo di marketing) rispetto a coloro i quali andranno domenicalmente ad
acquistare il biglietto al botteghino?

Comunque,
auguri di buon lavoro e sempre Ad Maiora!

 

 

Le spigolature domenicali

La rubrica curata da Antonio Ciampa

 

Innanzi tutto vorrei che voi
lettori sapeste che un giorno di qualche tempo fa, ad un nostro caro amico,
amministratore di questo sito, è venuta in testa la più balzana delle idee:
farmi scrivere un pezzo su come vedo io la partita domenicale!

Riposto un così pericoloso
giocattolo nelle mie avide manine, la naturale conseguenza è che se quello che,
da questa settimana, leggerete urterà la vostra suscettibilità, la colpa è
tutta di chi ha permesso che ciò accadesse e pertanto, per favore, non sparate
sul pianista ma, tuttalpiù, prendetevela con l’impresario!

Comunque sia, messe le suddette
manine avanti con questo vigliacco incipit, si può finalmente cominciare:
probabilmente quello che dirò mi farà entrare a far parte di diritto nel
partito che si può variamente denominare come quello dei “gargiuti” e/o delle
“nasche tise”, ma, in quest’annata che spero (ed in fondo credo) possa essere
di eccelse soddisfazioni se tutto andasse come conviene, mi assoggetto al
rischio.

Faccio subito mie tutte le obiezioni
che sicuramente deriveranno da quanto scriverò (le tre vittorie consecutive, il
giorno in meno di recupero, il calo di concentrazione dovuto alla presunta
pochezza dell’avversario, etc, etc.), ma io qualche campanellino d’allarme
questa domenica l’ho sentito distintamente.

Signori miei, si può sostenere
che, per una volta, Mister Braglia ha sbagliato l’impostazione della gara? Se
la risposta è si, allora lo sostengo, a mio (disgraziatamente per voi
insindacabile) parere, tenere cinque difensori opposti ad un unico, fastidioso
peggio di un fuoco di S. Antonio, ma bravo gaucho italo-argentino ha voluto
dire sacrificare qualcosa in altri reparti dove la superiorità, fortunatamente
solo numerica, degli aquilani ci ha fornito parecchi grattacapi.

Si può dire che questo Toledo ha
ormai dato ampia dimostrazione che con la posizioni in cui viene impiegato nel
modulo di Mister Braglia c’entra tanto quanto un cavolo a merenda? Se si può
dire, allora lo dico, non sarebbe pertanto il caso di utilizzarlo magari con
altri compiti, giacché il giocatore ha ampiamente dimostrato che se ben
impiegato sarebbe capace di scardinare da solo un intero bunker difensivo,
foss’anche di C1? 

Terzo rilievo: si può dire che
Fabrizio Ferrigno, indipendentemente dal rigore fallito, sta attraversando una
pericolosa fase involutiva quasi come quella di Moscelliana memoria? Se lo si
può affermare senza rischiare di essere linciati dagli elettori del Sindaco
giallorosso, allora lo affermo, aggiungendo che magari la rinuncia a qualche delega
(leggasi l’accomodamento in panca per qualche partita) potrebbe far rinascere,
in capo a colui che comunque è uno dei nostri trascinatori, la meravigliosa
idea che il calcio non è una lotta senza quartiere contro arbitri, giocatori
avversari, pubblico avverso ed addirittura, come qualcuno un po’ più attento ha
potuto notare questa domenica, compagni di squadra, ma è un semplice sport in
cui solitamente chi sa giocare bene (e lui lo sa fare…) alla fine prevale
sull’avversario.

Conscio di essermi fatto un bel
po’ di “ammiratori” magari pronti a tributarmi da vicino la giusta dose di
“complimenti”, concludo affermando che, aldilà di tutto, non mi dispiace
affatto poter scrivere queste panzane dall’alto di 23 punti di una classifica
che ci vede abbondantemente secondi.

Dimenticavo un’ultima cosa, forse
la più importante: trovo meraviglioso che ci sia, in un mondo talmente crudele
da straziare una famiglia con un dolore inenarrabile, un pubblico compatto nel
ricordare, a tutti noi, la nascita di un angelo e nel sentire, alla famiglia
colpita da tanta sventura, la vicinanza di un’intera comunità; si potrebbe
addirittura arrivare a credere che non siamo soli in questo passaggio sulla
terra.

 

 

Antonio Ciampa

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

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