Sessanta milioni per quattro chilometri La «strada d’oro» che va in pezzi

Tra Cosenza e Catanzaro, costruita su terreno franoso

L’idra dello spreco in Calabria produce mostri come la strada del Medio Savuto, meglio nota come strada «mangiasoldi» o «strada d’oro». Poco più di 4 km di asfalto che hanno drenato risorse pubbliche per 60 milioni di euro. A cui si devono aggiungere ogni anno le spese legali per gli innumerevoli contenziosi sorti da quando nel 1990 si appaltò il progetto. L’ultima parcella che la Comunità Montana ha pagato ai legali che la rappresentano ammonta a 130 mila euro. La Medio Savuto doveva collegare la provincia di Cosenza a quella di Catanzaro. Ma al momento di scavare, l’impresa appaltatrice (una ATI composta da Italstrade, Impregilo e Bocoge) scrive che «ci sono numerose problematiche tecniche che impediscono l’esecuzione dell’appalto». In altre parole, ci si accorge che il primo lotto, quello che va dal comune di Marzi a quello di Carpanzano, nasce su un terreno altamente franoso.

 

SMOTTAMENTI – Dopo rinvii, sospensioni e richieste di varianti, il contratto con la Italstrade viene rescisso. «Si decide di affidare l’opera a un pool di imprese locali che terminano i lavori alla meno peggio», ricorda l’ex sindaco di Marzi Rodolfo Aiello che, da architetto, resta sbalordito quando gli riferiscono che un tecnico ha firmato il collaudo della strada e si sta per aprire il passaggio. Questo perché numerosi studi dell’Università della Calabria, e finanche un rapporto dei Vigili del Fuoco, già nel 1996 avvertivano degli smottamenti in atto in tutta la zona. Tredici anni per costruirla e la strada del Savuto dopo appena qualche giorno dalla conclusione dei lavori viene chiusa. Bastano poche gocce d’acqua, infatti, e gli smottamenti divorano letteralmente le carreggiate. Persino i tiranti ai quali sono ancorati i piloni della strada vengono spazzati via dal terreno franoso e scistoso.

SCUOLABUS – Sul corpo di frana, oggi, è stato spianato un altro percorso su cui incombe un traliccio dell’alta tensione in procinto di cadere. Qui c’è un continuo via vai di auto. «Durante i mesi scolastici è stato visto passare persino uno scuolabus», dice Aiello mentre abbassa la testa, lui stesso imbarazzato per tanta incoscienza. Al passaggio di ogni auto, infatti, è visibile a occhio nudo l’instabilità del terreno che scende verso valle. E mentre ogni giorno si sfiora la catastrofe, si è pensato di risolvere il problema piazzando cartelli che raccomandano la sicurezza o la percorrenza del tratto franoso solo nei mesi che vanno da maggio a ottobre. Il premio Oscar per la fotografia del film Avatar, Mauro Fiore, originario proprio di Marzi, quando è tornato in città per i festeggiamenti, nel vedere tale scempio pare abbia esclamato: «Questi sì che meritano l’Oscar».

Fonte corriere.it (Antonio Crispino)

Autore

Salvatore Ferragina

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