La grande prosa torna al Teatro Politeama

 “A che servono questi quattrini”, commedia in due atti di Armando Curcio nella riduzione di Peppino De Filippo.

Torna al Politeama la grande prosa firmata De Filippo. Martedì 13 e mercoledì 14 è di scena a Catanzaro l’ultimo lavoro di Luigi De Filippo, “A che servono questi quattrini”, commedia in due atti di Armando Curcio nella riduzione di Peppino De Filippo.

Luigi De Filippo è figlio e nipote d’arte. Dal 1980 ha una sua Compagnia di Teatro con la quale ottiene eccezionale successo sia in Italia che all’estero, proponendo le sue commedie, oltre a quelle di suo padre Peppino e di suo zio Eduardo, ma anche personalissime interpretazioni di classici di Molière, Gogol, Machiavelli e Pirandello. E’ stato più volte premiato col “Biglietto d’oro”, campione d’incassi.
Il Presidente della Repubblica Ciampi lo ha insignito della onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica per particolari meriti artistici.

“A che servono questi quattrini?” è diretto dallo stesso Luigi De Filippo (anche autore delle musiche) con le scene di Luigi Ferrigno. Interpreti, in ordine di apparizione: Fabiana Russo, Stefania Ventura, Riccardo Feola, Paolo Pietrantonio, Gennaro Di Biase, Vincenzo De Luca, Michele Sibilio, Stefania Aluzzi, Roberta Misticone, Marisa Carluccio, Michele Sibilia.

Rappresentata per la prima volta nel 1940, la commedia – una delle più divertenti interpretate dai grandi fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino – precorreva allora i tempi, affrontando temi come gli scandali economici e l’onnipotenza del denaro. E oggi, a oltre 70 anni dal debutto, conferma l’attualità del Teatro di tradizione napoletano, di cui Luigi De Filippo, con la sua comicità ironica e amara capace di divertire e far riflettere, è considerato tra i più autorevoli rappresentanti.

La commedia di Armando Curcio divenne anche un film del 1942 diretto da Esodo Pratelli con Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Paolo Stoppa, Clelia Matania, Nerio Bernardi, Nino Marchesini.
“A che servono questi quattrini?” racconta le vicende del marchese Eduardo Parascandoli (Luigi De Filippo) che, diventato serenamente povero da ricco che era, è un seguace accanito della filosofia stoica e insegna il disprezzo per i beni materiali a Vincenzino Esposito, il suo più fedele seguace. Parascandoli fa credere a tutti, compreso all’ingenuo Vincenzino, che quest’ultimo abbia ereditato una cospicua somma di danaro. Il suo scopo, però, è dimostrare che i quattrini non servono a nulla, e che basta la fama della ricchezza per procurarsi crediti da tutti: attraverso comiche situazioni ci riesce e dimostra che per guadagnare del danaro non occorre né lavorare, né disporre di capitali, ma basta essere furbi.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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