Intervistiamo

L’Aquila frena le “Aquile”

Un Catanzaro decimato dalle assenze impatta al “Ceravolo” ma l’arbitro ci mette lo zampino;perdona Piccioni che doveva essere espulso e annulla una rete validissima di Bugatti

Doppia sfida consecutiva fra le mura amiche e pubblico che risponde alla grande. Curva esaurita e più di cinquemila a gremire i settori utili del “Ceravolo”. Davanti al piazzale dello stadio c’è già tanta gente e finalmente in Via Paglia da un po’ di tempo si respira di nuovo l’aria della domenica. C’è anche la troupe di “Striscia la notizia” appostata nelle vicinanze del “Ceravolo” per effettuare il servizio che va in onda ogni lunedì nel noto programma televisivo. Quando entrano le squadre per il riscaldamento si nota subito che il Catanzaro accusa un’altra pesante assenza dopo quella di Quadri. La pelata di Sirignano non si vede e il posto al centro della difesa lo riprende il bravo Accursi che giocherà una buona partita. Maglia rossa per il Catanzaro e bianca per L’Aquila. Cozza schiera la sua squadra con il classico 3-4-3. Mister Ianni risponde con un 4-3-3 ma che in realtà spesso (specie nella ripresa) si trasforma in un 4-5-1. Neanche il tempo di sistemarci e il Catanzaro perde Carboni che si fa male a una caviglia per rincorrere un pallone che stava andando verso la linea di fondo. Ne dovrebbe avere almeno per 15 giorni. Non comincia bene la partita. L’Aquila che arriva con il marchio della migliore difesa affronterà il Catanzaro privo di tre calciatori che formano la cosiddetta spina dorsale di una squadra di calcio; regalare Sirignano, Quadri e Carboni a qualsiasi avversario è come se al Milan di colpo mancassero Thiago Silva, il Nocerino di questa stagione e Ibra.

Entra Bruzzese e il sinistro si sistema sulla corsia di destra. Il Catanzaro non accusa il colpo per la mentalità che Cozza ha dato a questa squadra, ma in qualità perde tantissimo.

La prima frazione di gioco vede i giallorossi creare qualcosa più degli aquilani, ma trovare la via della rete è impresa ardua. A centrocampo Maisto non riesce a dirigere le operazioni di gioco come dovrebbe fare chi ha i compiti di regia. Ci prova Ulloa che mette tanto cuore e anche qualità ma quando perdiamo il pallone rischiamo perché i rossoblu in avanti hanno un peperino che porta il nome d’Improta che è sempre pericoloso quando è in possesso della sfera. Di palloni giocabili per i nostri uomini offensivi malgrado la pressione ne arrivano pochi; c’è qualche traversone di Giampà, ma Masini che spesso si sfianca sulla trequarti per trovare palloni giocabili per il dialogo con qualche compagno in area, non c’è o arriva stanco. Un cross di Giampà arretrato vede Maisto che legge in ritardo la classica azione a rimorchio e non ci arriva per un soffio. Quando Bruzzese dalla destra se la sistema sul sinistro, Squillace che è dall’altra parte, non si ricorda che l’esterno ha proprio nel sinistro il suo piede migliore, e fa quel passettino in avanti che non gli consente di spingere a rete su una perfetta imbeccata. Quando termina il primo tempo recriminiamo perché mentre a Chieti poche giornate fa fioccavano ammonizioni a raffica per i calciatori in maglia rossa, al “Ceravolo”, è consentito a Piccioni che gioca con la maglia bianca dell’Aquila di commettere due falli d’ammonizione e prenderne solo una. Di contro si aggiunge anche la beffa, espulsi dalla panchina prima il Ds Sorace (per lui uno striscione dedicato dagli Ultras) e poi Cozza, reo di aver accelerato il gioco facendo il raccattapalle.

La ripresa non inizia come il primo tempo. L’Aquila arretra il suo baricentro e Cozza da peso al suo attacco inserendo Bugatti in luogo di Esposito. Purtroppo per l’ennesima volta attacchiamo sotto la “Mammi” e con il silenzio forzato dei distinti giocheremo in una metà campo dove l’apporto del pubblico non può essere identico a quello della “Capraro”. E’ una nostra scelta giocare la ripresa da quella parte o è solo questione di monetina? E’ una curiosità che tanti vorrebbero togliersi. Il Catanzaro chiude gli uomini di Ianni nella propria area, Giampà spostato nel mezzo cerca di prendere per mano la squadra ma in realtà il vero regista è Ulloa. Entra Romeo per Bruzzese (che a sua volta era subentrato a Carboni) e questa la dice lunga sulla ristrettezza della rosa degli uomini a disposizione di Cozza nella giornata odierna. Maisto staziona in una posizione più avanzata sul centro destra e Squillace si libera molto di più sulla sinistra. Da dietro il vero regista è Mariotti che per tutta la partita è perfetto. Battiamo angoli a ripetizione ma forare la migliore difesa del campionato non è facile. Nella prima mezzora gli aquilani dalla propria area escono una sola volta ed è Mengoni con una grande parata a salvare il risultato. Quando l’arbitro assegna il calcio di rigore per un fallo di mani del difensore avversario finalmente la partita potrebbe andare su binari diversi. Masini non è freddo come lo era stato a Milazzo, prende una breve rincorsa ma poi cambia direzione e il portiere che rimane fermo respinge facilmente di piede. Nei minuti successivi però c’è un altro episodio. Viene annullato un goal a Bugatti che ai più risulta inspiegabile e le immagini televise confermeranno. Il collaboratore sotto i distinti vuoti  (che peccato…non solo per le presenze in più) alza la bandierina e l’arbitro segnala un fuorigioco che nessuno ha visto. La partita volge al termine e adesso l’equilibrio è cambiato. Il giallorossi più che per stanchezza fisica accusano il colpo a livello psicologico. L’Aquila si riversa in avanti e cerca di rendersi pericolosa ma fortunatamente non accade nulla perché i tre nostri difensori sono attentissimi. Termina la partita ed il pubblico è deluso, non dalla prestazione ma dalla mancata vittoria per l’errore dal dischetto. I ragazzi raccolgono l’applauso di tutti in ogni caso, l’impegno non è mancato ed è un pareggio (errori arbitrali a parte) che ci può stare. Gli abruzzesi oggi hanno giocato come giocò il Milazzo e la Vibonese, uniche due squadre a uscire imbattute dal “Ceravolo”, ma non bisogna dimenticare che sono la quarta forza del campionato. Rimane il rammarico per i tre episodi che potevano cambiare la partita. Ci riferiamo all’espulsione di Piccioni, al rigore buttato alle ortiche e al goal annullato. Quando lo speaker annuncia i risultati finali più che la vittoria del Lamezia ci sorprende il pareggio interno del Perugia. Ci rendiamo conto che oggi abbiamo sprecato il primo match point per il primo posto, ne avremo un altro domenica prossima da giocarci al “L.Razza” di Vibo in “trasferta”. Volutamente abbiamo virgolettato il termine trasferta perché sappiamo bene che domenica Catanzaro si trasferirà a Vibo per conquistare quei tre punti che in questo torneo sembrano non bastare mai. E poi, dopo oggi lasciatecelo dire. Ma il Catanzaro e i suoi cinquemila tifosi presenti cosa ci fanno in questa categoria?

Forza Giallorossi e tutti a Vibo.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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