Intervistiamo

Aggressione ai patrimoni illeciti: sequestrati beni per 150 mila euro

Al termine di una complessa e scrupolosa attività di indagine condotta nell’ambito della costante azione di aggressione dei patrimoni proventi di attività delittuose, la Polizia di Stato ha eseguito il sequestro del patrimonio illecitamente accumulato, per un valore complessivo di circa 150 mila euro, da Domenico Passalacqua, 39 anni, e Marcello Amato, 37 anni, entrambi residenti a Catanzaro, e dei loro familiari, disposti in via di urgenza dal Tribunale di Catanzaro ai sensi dell’art. 22 e s.s. del D.Lgs. 159 del 06/09/2011.

Il sequestro ha riguardato 2 libretti ordinari postali nominativi, 3 buoni postali, 12 autoveicoli, un terreno ubicato nel comune di Catanzaro, 4 imprese con diverse ragioni sociali, rispettivamente lavori di costruzione, trasporti, commercio di autovetture, ingrosso legname e semilavorati in legno.

L’indagine patrimoniale svolta dalla Divisione Antcrimine -Ufficio Misure di Prevenzione, diretto dal Sostituto Commissario D.ssa Rosina Carolei, ha tenuto conto del contesto socio-malavitoso nel quale vivono il Passalacqua e l’Amato e le persone a loro vicine. Si tratta in particolare di insediamenti, pressoché chiusi alle interferenze esterne, i cui appartenenti sono dediti non più solo ai “semplici” furti di auto, in appartamenti o scippi ed accattonaggio minorile, ma che, hanno esteso i loro “ambiti” nel settore dei taglieggi e soprattutto nel traffico della droga e degli appalti pubblici.

Proprio in queste zone situate a sud della città, i livelli di guardia mantenuti dalla Forze dell’Ordine, sono stati sempre alti, anche per le forme di criminalità diffusa dovute al disagio giovanile e al degrado sociale ed abitativo.

Nel corso degli anni, le attività di indagine compiute dalle Forze di Polizia nella provincia di Catanzaro, hanno consentito di svolgere una attenta attività di controllo e di osservazione degli insediamenti nomadi, i cui appartenenti hanno dimostrato inizialmente una tendenza a vivere di piccoli furti, rifiutando l’integrazione nel mondo del lavoro, avviandosi lentamente verso una forma di criminalità organizzata, cercando di imporre il loro predominio sulla popolazione locale, spesso divenuta succube dei loro comportamenti vessatori.

Il convincimento degli inquirenti e dello stesso Tribunale, che l’arricchimento patrimoniale di Domenico Passalacqua e Marcello Amato è sicuramente provento di attività illecite, è scaturito dagli accertamenti compiuti, in base ai quali è emerso che a fronte dei redditi inesistenti o appena sufficienti per soddisfare le primarie necessità dei due nuclei familiari, questi vivevano bel al di sopra delle loro possibilità finanziarie.

L’irrisoria o quasi inesistente situazione reddituale, inoltre non consente di poter costituire, come nel caso di specie è avvenuto, ben 4 imprese/società per il cui avvio è necessario investire, comunque, un capitale sociale anche se minimo. Né si spiega, tra i beni sequestrati, con quali risorse economiche si possa essere acquisito il terreno per un valore dichiarato di €. 80.000,00, importo corrisposto, tra l’altro, al venditore in unica soluzione. Dalle risultanza delle indagini patrimoniali e reddituali, con i relativi saldi attivi e passivi riferiti alle singole posizioni di volta in volte esaminate, si è ritenuto che vi sia prova evidente che i beni, anche se alcuni fittiziamente intestati, sono sicuramente riconducibili a Passalacqua Domenico e Amato Marcello, e abbiano un valore sproporzionato rispetto alle capacità reddituali dei medesimi e dei rispettivi nuclei familiari e, dunque, costituiscono il provento dell’attività delittuosa compiuta sistematicamente nel corso degli anni.

I due soggetti, entrambi sorvegliati speciali di P.S., “vantano” una nutrita serie di precedenti penali perpetrati a partire dai primissimi anni ‘90:

Domenico Passalacqua risulta essere stato condannato per precedenti penali e di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso, furto aggravato, favoreggiamento personale, estorsione, ricettazione, danneggiamento, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti (c.d. cavallo di ritorno);

Marcello Amato risulta essere stato condannato per ricettazione, furto aggravato, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione ed estorsione, traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Autore

Salvatore Ferragina

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