Giovedì Arbore e l’Orchestra Italiana al Politeama

Un Politeama gremito in ogni ordine di posti, con biglietti esauriti già da tre mesi, attende Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana per l’evento che chiuderà in bellezza la stagione artistica 2011-2012 del teatro del Capoluogo.

Giovedì 3 maggio, sul palcoscenico catanzarese si esibirà una delle icone della cultura e dello spettacolo del nostro Paese, un “uomo dalle mille anime”. Quella del deejay, arte che ha coltivato con sapienza e maestria, accompagnando i suoi ascoltatori nel mondo della musica e della comicità con intelligenza e spirito. Quella del conduttore televisivo, mestiere al quale si concede centellinando le proprie apparizioni, li dove “chi lo ama lo segue”, in orari notturni o in assolate domeniche pomeriggio. Quella del ricercatore sonoro, che lo spinge a recuperare con attenzione quasi maniacale e straordinario affetto, il repertorio storico della musica napoletana per farlo vivere di nuovo e riportarlo al successo in tutto il mondo. Quella del regista, con film che a loro modo hanno fatto la storia del cinema italiano. Quella del cantante, arrivato sul palco di Sanremo con indubbia leggerezza. Ed ancora quello dell’uomo di cultura, che ha fatto del suo meglio, in tutta la sua vita, per dare alla cultura popolare la dignità che merita. Insomma, questo è Renzo Arbore.

 

BIO DI RENZO ARBORE

Lorenzo Giovanni Arbore, poliedrico personaggio radio-televisivo, attore, showman e musicista, nasce a Foggia il 24 giugno 1937. Nella sua lunga carriera artistica è riuscito nella difficile impresa di cimentarsi con radio, musica, cinema e televisione, mantenendo sempre intatto il proprio personaggio.

Arbore nasce sì a Foggia, ma è napoletano d’adozione, con tanto di cerimonia in comune, dove si laurea in giurisprudenza. Come artista comincia a farsi strada nella città natale pugliese, nella “Taverna del Gufo” dopo essere stato al seguito di un complesso jazz foggiano. Sempre a suo agio nel mondo dello spettacolo romano, è uno dei pochissimi showman italiani ad essere dotato di fervida creatività e capace di far accettare e realizzare con successo ogni suo programma.

Nel 1972 inizia la sua prima vera esperienza nel mondo musicale con il complesso “N.U. Orleans Rubbish Band” (dove N.U. sono acronimo di “Nettezza Urbana”), band composta, oltre che dallo stesso Arbore al clarino, da Fabrizio Zampa alla batteria, Mauro Chiari al basso, Massimo Catalano al trombone e Franco Bracardi al piano. Con loro pubblica un 45 giri che contiene le tracce “She was not an angel” e “The stage boy”.

Inizia poi la sua carriera alla radio con le trasmissioni “Bandiera gialla”, “Alto gradimento” e “Radio anche noi” al fianco di Gianni Boncompagni, programmi innovativi che raggiungono immediatamente alti indici d’ascolto. Il passaggio dalla radio alla televisione sarà breve.

La carriera televisiva di Renzo Arbore comincia alla fine degli anni ’60, caratterizzati da contestazioni, aspri confronti e proteste. Un momento sociale e politico particolare che ispira ad Arbore la trasmissione “Speciale per voi”. E’ il suo primo programma televisivo che firma come autore e conduttore; è un programma musicale che, senza ricercate forzature come avviene nella televisione moderna, testimonia fedelmente il clima di confronto e contestazione dell’epoca. Un programma che tiene a battesimo nomi come Lucio Battisti, per citarne uno. Il pubblico in sala interviene e critica (anche apertamente) gli ospiti che vengono ad esibirsi. Nasce di fatto il primo talk-show della televisione italiana.

Nel 1976 gli italiani, educati alla domenica televisiva di “Domenica In”, scoprono che sul secondo canale Rai c’è “L’Altra domenica” programma con cui Renzo Arbore sbarca alla tv nazionalpopolare. Arbore inventa questo show “alternativo” che diventa ben presto un cult della televisione. Il pubblico entra in diretta con il programma per la prima volta : “L’altra domenica” è la strampalata combinazione di giochi, macchiette e parodie con cui Renzo lancia, tra gli altri, personaggi come Roberto Benigni, Milly Carlucci, Mario Marenco, le Sorelle Bandiera, Giorgio Bracardi, Gegè Telesforo, Marisa Laurito, Nino Frassica, il cugino americano Andy Luotto, i cartoni animati di Maurizio Nichetti, i collegamenti con Isabella Rossellini da New York, e valorizza personaggi come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e la Microband.

Arrivano gli anni Ottanta e Arrbore torna in tv come autore e conduttore di “Tagli, ritagli e frattaglie” e “Telepatria International”. Nel 1984, in occasione del 60° anniversario della radio Rai, realizza quello che era probabilmente già da qualche tempo un suo sogno: inventa e conduce “Cari amici, vicini e lontani”, riuscendo a coinvolgere Radio e Televisione in un matrimonio sembrato fino ad allora difficile, per non dire impossibile.

Il 1985 è l’anno di “Quelli della notte”, programma TV che inaugura la “seconda serata” nella quale Arbore trova la sua collocazione più propria. La trasmissione è il trionfo dell’improvvisazione al suo stadio più alto, capace di imporre uno stile nuovo, in cui i protagonisti nel salotto cazzeggiano e parlano a ruota libera seguendo solo un filone decretato dal tema della puntata. Il risultato è una comicità sorprendente in quanto improvvisata ed improvvisa, arte più unica che rara nella televisione moderna che verrà negli anni a seguire.

Arbore nel frattempo partecipa a Sanremo nel 1986 con la canzone “Il clarinetto” ed ottiene il secondo posto, gira i film “Il Pap’occhio” e “F.F.S.S. Cioè…che mi ha portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”.

Nel 1987 parte la striscia quotidiana di “D.O.C.”, programma musicale con “Denominazione di Origine Controllata”, che apre al grosso pubblico le porte del jazz, del blues e del rock, e che Arbore colloca un anno dopo nella fascia oraria “notturna” a lui prediletta nella trasmissione dal titolo “International D.O.C. Club”. Ma questo è l’anno di “Indietro Tutta”, programma satirico che descrive dettagliatamente e condanna sul nascere la televisione che oggi vediamo. Arbore è ammiraglio di questa nave che naviga all’indietro, coadiuvato, nelle 65 puntate quotidiane, dal “bravo presentatore” Nino Frassica. Una “marmaglia” bizzarra che prefeticamente irride con invenzioni esilaranti quella che sarebbe stata la televisione del futuro: tra quizzoni, veline coccodè e “sponsorao col cacao meravigliaio”, non si può che ammirare la grande visione che Arbore e compagni avevano avuto già allora.

Nel 1990 conduce “Il Caso Sanremo”, dove in un processo simulato è giudice su fatti e misfatti della storia canora sanremese attorniato da una improbabile corte ed avvocati interpretati da Michele Mirabella e Lino Banfi. Nel 1991 compare come conduttore solo in una serata dedicata al confronto tra la musica italiana degli anni Quaranta e quella americana. Nel1992 rende un sentito omaggio televisivo a Totò con “Caro Totò… ti voglio presentare”, programma per celebrare la grandezza artistica del Principe della risata.

Per 22 ore consecutive, senza sosta, nel 1996 Arbore conduce “La Giostra”, in diretta via Satellite per Rai International, di cui è diventato direttore Artistico e Testimonial; abbandona quasi definitivamente le irruzioni nel piccolo schermo: dopotutto il modello televisivo che lo ha sempre caratterizzato è quello legato alla jam-session, dove preparazione ed improvvisazione si incontrano per realizzare un divertente gioco delle parti.

Il rapporto troppo stretto con le leggi commerciali dell’Auditel che rinunciano allo spazio destinato alla cultura gli sta stretto e preferisce esprimere i suoi talenti in altri modi. Nel 1991 fonda “L’Orchestra Italiana”, composta da quindici grandi strumentisti, con lo scopo di diffondere nel mondo la canzone napoletana classica. Nel 1993 ottiene un clamoroso successo al Radio City Music Hall di New York.

Ricompare sul piccolo schermo solo nel 2001, quando ripropone su Rai-Sat il suo showcult “L’altra domenica”; presenta inoltre tre speciali sul Giappone: “Italian sushi”, “Sotto a chi Tokio” e “Un italiano a Tokio”.

A parte una brevissima serie andata in onda nel 2002 (“Son felice sol così quando canto notte e dì: Do Re Mi Fa Sol La Si”), nel maggio dello stesso anno è protagonista del “Maurizio Costanzo Show” in cui è celebrata la sua carriera di musicista e showman televisivo, momento che ricorda quanto Arbore sia stato capace di fare una televisione unica, che non ammette definizioni, ricca di sfumature e connubio di forme d’arte diverse, dalla radio al cinema, dal teatro al giornalismo. Una puntata incentrata sulla sua carriera sembra aprire le porte ad un ritiro definitivo ma Renzo Arbore non smette di sorprendere e sabato 22 gennaio 2005 fa il suo grande ritorno televisivo con “Speciale per Me”, ovvero “Meno siamo, meglio stiamo”, con cui dimostra ancora una volta di essere avanti a tutti di almeno un decennio.

Nel 2006 partecipa al primo episodio della serie “Don Matteo”, a fianco di Terence Hill e l’anno dopo ritorna in prima serata in “Stiamo lavorando per noi”, programma di cabaret condotto dai veterani Cochi e Renato per poi comparire anche tra gli ospiti di Fabio Fazio in “Che tempo che fa” e Simona Ventura in “Quelli che…il calcio”.

 

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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