Intervistiamo

Operazione ‘The Wall’: 12 persone rinviate a giudizio

Scritto da Redazione

La Procura della Repubblica di Catanzaro ha formulato una richiesta di giudizio immediato nei confronti dei dodici indagati coinvolti nell’operazione battezzata “The Wall”, contro un’organizzazione dedita al narcotraffico che operava a Catanzaro e con canale di approvvigionamento a Napoli. Il gip distrettuale, Maria Rosaria Di Girolamo, ha accolto la richiesta e disposto il giudizio che avrà inizio il 25 settembre davanti al tribunale collegiale di Catanzaro. Sul banco degli imputati ci saranno:  Alessandro Critelli, 35 anni, e sua moglie Maria Passalacqua, 31 anni, ritenuti a capo del gruppo criminale, e poi Giuseppe Lazzarini, 48 anni, Andrea Virtuoso, 30 anni, Domenico Chirumbolo, 36 anni, Antonio Giudice, 38 anni, Ivan Manfredi, 25 anni, Donato Passalacqua, 43 anni, Massimo Purcaro, 38 anni, Antonietta Scozzafava, 27 anni, Giuseppe Caroleo, 39.  Sarà chiamato a giudizio anche il carabiniere Giuseppe Maranzano, 46 anni – in pensione dallo scorso 15 marzo, dopo un periodo di assenza per malattia – accusato di corruzione perché secondo gli inquirenti avrebbe garantito, attraverso il suo ruolo di militare in servizio nel capoluogo calabrese, controlli meno asfissianti nei confronti di un sorvegliato speciale. I difensori impegnati nel dibattimento sono gli avvocati Gregorio Viscomi, Domenico Pietragalla, Antonio Ludovico, Emilio Vitaliano, Renzo Andricciola, Salvatore Staiano, Maurizio Belmonte, Domenico Grisolia, Gianfranco Marcello, Antonio Triffiletti, Gianni Russano. Gli imputati furono arrestati durante un’operazione eseguita all’alba del 29 marzo dalla Squadra mobile di Catanzaro con il blitz “The Wall”, che ha portato in carcere Critelli, Lazzarini, Maria Passalacqua e Virtuoso, agli arresti domiciliari Maranzano, Chirumbolo, Giudice, Manfredi, Donato Passalacqua, Purcaro, e Scozzafava, e all’obbligo di dimora Caroleo. Secondo l’accusa la banda di trafficanti era riuscita a monopolizzare lo spaccio di sostanze stupefacenti – eroina, cocaina, crack e kobrett – acquistate a Napoli e portate nel capoluogo calabrese dai corrieri del gruppo, anche grazie alla partecipazione di soggetti di etnia rom stanziali da anni ormai sul territorio catanzarese.

 

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