Stadio Nicola Ceravolo: la storia infinita

La nota stampa di Antonio Giglio consigliere comunale eletto con SEL

Se la storia dei lavori di ristrutturazione al “Ceravolo” fosse un film, si potrebbe tranquillamente chiamare “La storia infinita”. Un assurdo e caotico vortice di inadempienze, incompetenza, errori, vergognose reticenze e inspiegabili silenzi”. Lo afferma il consigliere comunale di Sel, Antonio Giglio.  “Un anno fa “si diceva” che nel corso dei lavori dietro i Distinti fossero state trovate le fondamenta fradice, e “si diceva” che il progetto avrebbe dovuto essere modificato e integrato. Già allora segnalammo il totale dilettantismo del fronte istituzionale, che ometteva di spiegare ai cittadini come e perché lavori pubblici, su un’opera pubblica, con soldi pubblici, subissero tali e tanti ritardi, ma incassammo il silenzio assordante dell’allora Sindaco Michele Traversa, preso forse da altre faccende; evidentemente in questa città per conoscere informazioni di quel tipo la prassi istituzionale è “andate a chiedere agli operai”. Il tempo passa, dopo alcune settimane “si dice” che ci sia da costruire una palazzina dietro il Settore, e “si dice” che i soldi non bastino più. Poi, colpo di scena, passato il Santo, passata la festa, “si dice” che di quella fantomatica palazzina manchi addirittura il progetto. Altro tempo, altri soldi, Signori! Ma questa è Catanzaro- afferma Giglio –  la Città dove nessuno ha responsabilità su niente, le cose si fanno e si disfano da sole. Quando ancora ci si chiede come e perché la situazione sia in stallo, nuovo colpo di scena! Il problema non è la palazzina ma, “si dice”, l’area di prefiltraggio esterna. Altro tempo, altri soldi. In mezzo a tutto ciò, la roboante promessa del Governatore Scopelliti (che la domenica incassa tonnellate di fischi allo Stadio, ma il lunedì registra l’ottima perfomance cittadina della sua lista, costruita dall’indimenticabile Presidente Claudio Parente, ma si sa, tra “grandi tifosi giallorossi” ci si intende) che annuncia una cascata di milioni di euro (ben cinque) per la ristrutturazione del Ceravolo (“si dice”, anzi, ipse dixit). Ci permettiamo di suggerire che il problema congenito di Catanzaro, e nello specifico di questa vergognosa vicenda, non è la quantità di soldi messi a disposizione, ma il totale dilettantismo e la scandalosa improvvisazione che rendono la progettualità un’illustre sconosciuta, sui tre colli. Che senso ha mettere a disposizione 5 milioni di euro, quando con meno della metà dei soldi, e meno della metà dei lavori da fare, ci si è impantanati in uno squallido teatrino di cui non si vede la fine? Che senso ha parlare di soldi, quando progetti che ci dovrebbero essere non ci sono, ne compaiono di nuovi all’ultimo minuto, ne scompaiono di vecchi che “si dice” ci fossero? Che senso ha parlare di soldi, quando le responsabilità tecniche ed amministrative sono barili che i rispettivi responsabili si scaricano elegantemente tra loro? Meglio, a questo punto, destinare i soldi ad altro, magari a rifare strade, acquedotti e fognature; tanto, ci scommettiamo, qualsiasi altro lavoro pubblico finirebbe prima di questa ignobile telenovela. Di una cosa siamo certi: i lavori potranno finire anche tra molti mesi, ma prima o poi finiranno; magari, per sfinimento, si completeranno da soli. Quello che non leggeremo o ascolteremo mai – termina Giglio – sarà un atto di umile ammissione di colpe da parte di chi ha commesso errori su errori, orrori su orrori e, per una volta, possa avere la dignità di ammettere le proprie responsabilità. Ma non succederà: quando i lavori saranno finiti, ci sarà chi dirà “esprimo soddisfazione”, e colpe e responsabilità passeranno in cavalleria. O almeno, così “si dice”.

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Redazione

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