Intervistiamo

Per la nomina della Sarlo indagati Tallini e la Marasco

Scritto da Redazione
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso un avviso di garanzia nei confronti dell’assessore al Personale della Regione Calabria,

Non sono passati inosservati questa mattina gli ufficiali di polizia giudiziaria che si sono presentati al dipartimento Personale della Regione Calabria. A inviarli negli uffici dell’ente è stato il pm Gerardo Dominijanni. Al centro dell’inchiesta la nomina a dirigente generale del dipartimento Controlli Alessandra Sarlo. I carabinieri hanno notificato un provvedimento di acquisizione in cui vengono riportati i nomi dell’assessore al Personale, Domenico Tallini e della dirigente regionale Rosalia Marasco. Secondo quanto si è appreso, la Procura ipotizza il reato di abuso d’ufficio. I militari sono rimasti alcune ore acquisendo atti e documenti che nei prossimi giorni saranno vagliati dal magistrato della Procura della Repubblica di Catanzaro.

IL DIPARTIMENTO CONTROLLI
La vicenda ha inizio con la delibera 308 del 12 luglio 2011. Su proposta dell’assessore pidiellino Tallini, si decide di istituire il dipartimento Controlli. Un’area in più, con un dirigente in più. Il fatto genere non pochi mugugni nei corridoi della Regione. Ma tant’è. Il 26 luglio viene pubblicato sul sito della Regione l’avviso interno per il conferimento dei relativi incarichi dirigenziali (per le altre nomine degli esterni non lo aveva fatto, ndr), prevedendo la scadenza dopo soli sette giorni. L’11 agosto del 2011 la giunta regionale sancisce che nessuna delle nove candidature interne risultava idonea all’incarico del nuovo dipartimento. Per coprire il buco in organico, il 16 agosto la Regione pubblica un avviso (ma solo sul sito della Regione, né sui giornali né sul Bollettino ufficiale) che scade dieci giorni dopo. A distanza di cinque giorni, la giunta nomina il direttore generale esterno, Alessandra Sarlo, per un breve periodo commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Proprio quest’ultima nomina è valsa l’accusa di corruzione contestata al consigliere regionale della Calabria Franco Morelli nell’ambito dell’indagine della Dda di Milano “Infinito”. La Sarlo è, infatti, moglie del magistrato Vincenzo Giglio, il giudice che avrebbe fornito notizie riservate al consigliere Morelli.

LE PRESSIONI PER LA NOMINA ALL’ASP DI VIBO
Se la nomina di Alessandra Sarlo al dipartimento Controlli è finita nel mirino della Procura di Catanzaro, il suo precedente incarico (commissario straordinario dell’Asp di Vibo) era addirittura entrato nei brogliacci di un’operazione antimafia. Si tratta di Infinito, l’inchiesta che ha portato al clamoroso arresto di Franco Morelli. Al centro dell’indagine, (anche) i rapporti del consigliere regionale con Giglio. Il 10 aprile 2010, poco dopo l’elezione in consiglio regionale di Morelli, un sms mette i magistrati sulle piste delle nomine regionali: «Ti confesso un piccolo segreto: mia moglie fa parte della piccola cerchia di persone a cui piace lavorare molto. Perciò, quale che sia la destinazione, per favore, che sia un posto fortemente operativo e non di mera rappresentanza. Questo per la sua serenità e per il mio equilibrio interiore per cui invoco la solidarietà maschile. Grazia». Detto, fatto. La moglie del magistrato viene nominata dalla giunta regionale, su proposta del governatore Scopelliti, commissario straordinario dell’Asl di Vibo Valentia. È proprio il marito ad annunciarlo all’amico consigliere: «Per il resto grande novità: pare che Ale sarà nominata commissario dell’Asp di Vibo Valentia. È un impegno preso direttamente e inaspettatamente dal governatore. Ovviamente appena avrò novità te le comunicherò». L’amicizia è salva, la gestione della sanità in un’area difficile della Calabria un po’ meno, posto che – secondo la relazione d’accesso che ha osservato da vicino le pratiche dell’ente – le cose non andavano troppo bene. Infatti l’Asp di Vibo verrà sciolta per mafia. E lo annuncerà, il 12 dicembre 2010, proprio il presidente della giunta regionale.
L’esperienza della dirigente (che arrivava dalla Provincia di Reggio Calabria) non si ferma qui. Finirà alla Regione, dopo la creazione del nuovo dipartimento. E finirà anche in una nota di protesta del sindacato dei quadri dirigenziali, il Direr.

Fonte:corrieredellacalabria.it

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