Intervistiamo

Parco Romani, botta e risposta Abramo-Scalzo

Scritto da Redazione
La replica del sindaco alle sette domande e la controreplica del capo dell’opposizione al Comune

 

Il sindaco Sergio Abramo ha replicato, con una dichiarazione, al consigliere di opposizione Salvatore Scalzo in relazione alla vicenda Ente Fiera.

“Il consigliere Scalzo difende a spada tratta l’operazione di acquisto di Parco Romani e, scorrendo i nomi degli indagati dalla Procura della Repubblica, se ne possono comprendere le ragioni. Mi sarei aspettato un atteggiamento più costruttivo e responsabile da parte sua rispetto ad un problema che, se non affrontato con lucidità e ragionevolezza, rischia di produrre enormi danni alla città, a cominciare dalla perdita del finanziamento per la costruzione dell’Ente Fiera.

Intanto, tengo a precisare che l’individuazione della Catanzaro Servizi quale soggetto beneficiario e gestore dell’intervento non è stata decisa dal sindaco Abramo – come egli erroneamente afferma – ma dal Consiglio comunale (delibera n. 33 del 15 marzo 2005) con un voto trasversale maggioranza-opposizione e sulla base di una proposta del Consorzio Catanzaro 2000 che era soggetto responsabile del Tavolo di Concertazione del Patto Territoriale. Ma non è questo il punto. A non riconoscere la Catanzaro Servizi quale legittimo destinatario del finanziamento è il Ministero dello Sviluppo Economico che, al contrario, è pronto ad interloquire con il Comune di Catanzaro per portare avanti la realizzazione dell’importante infrastruttura nella localizzazione a suo tempo individuata dal Consiglio comunale.

Con questa realtà, espostaci crudamente dall’on. Misiti, dobbiamo oggi confrontarci. Non siamo stati noi a spostare la sede dell’Ente Fiera da Germaneto – dove aveva ed ha tutt’ora un senso per le sinergie che possono crearsi sia con il Comalca sia con le attività presenti nelle aree PIP – a Parco Romani con un’operazione condotta fuori dalle regole e su cui giustamente la magistratura vuole vederci chiaro.

Il consigliere Scalzo dovrebbe chiedere spiegazioni ai suoi riferimenti politici, compresi i “tecnici di area” che hanno compiuto l’operazione, sul perché si è scelto di saltare le indicazioni del Consiglio comunale e acquistare Parco Romani.

Oggi il Comune è impegnato su due fronti: primo, salvare il finanziamento ministeriale e realizzare il Centro espositivo fieristico a Germaneto, là dove l’ha localizzato il Consiglio comunale con formali delibere; secondo, agevolare al massimo l’apertura di Parco Romani, consentendo a tutti gli operatori che hanno creduto in questo progetto di sviluppare le loro attività commerciali e di servizio.

Rispetto a questi due irrinunciabili obiettivi, appare sconcertante che il consigliere Scalzo si attardi in difese d’ufficio dei suoi compagni di partito, mentre dovrebbe responsabilmente confrontarsi con il sindaco e la maggioranza per evitare che pesanti ripercussioni possano cadere sulla testa dell’Amministrazione e della città”.


 

La replica di Salvatore Scalzo

 

Abramo sceglie di non rispondere. Questo si che è sconcertante. Il che dimostra o che naviga a vista, senza un barlume di idea, oppure che finge di non avere in mente una strategia. Infatti, a parte ribadire il principio astratto e condivisibile dall’universo mondo che occorre salvare i finanziamenti e aprire il Parco Commerciale, non indica il come. Che era proprio il motivo per quale avevo deciso di formulare domande precise e puntuali. Preciso al sindaco Abramo, dinanzi al suo tentativo di confondere le acque, che per fortuna io sono uno dei pochi che non ha vissuto la vicenda Romani da amministratore ma da semplice spettatore e quindi capace di esprimere giudizi in piena libertà, senza obbligo o necessità di difesa di nessuno. Uno dei pochi, credo. Abramo tenta di spostare l’attenzione ritenendo che i quesiti da me proposti costituiscano una difesa d’ufficio alle persone destinatarie di un avviso di garanzia per la questione Parco Romani. La tattica è troppo nota per essere efficace. Abramo si sottrarre all’obbligo di spiegare ai cittadini il proprio operato, passato e futuro, costruendo fantasiose interpretazioni del mio pensiero. Sulla vicenda giudiziaria non sono entrato e non voglio entrare, perché non sono in possesso di strumenti sufficienti di giudizio. Con l’augurio che persone interessate possano dimostrare la loro piena estraneità, so di poter riporre piena fiducia nella magistratura. Tutto ciò non elimina il problema e non risolve i dubbi che permangono interamente e che un’amministrazione responsabile dovrebbe valutare nella totalità, soprattutto per non far pagare ai cittadini, ancora una volta, scelte scellerate e superficiali. Io voglio solo capire come si possa uscire dal tunnel e che si possa trovare la soluzione più pertinente e percorribile a difesi dei lavoratori della partecipate e degli onesti investitori del Parco Commerciale e dei comuni cittadini che pagano le tasse. Purtroppo da Abramo al momento non colgo uno straccio di idea e l’unica risposta che prova a fornire, relativa alla sua evidente responsabilità nel delegare una società non legittimata ad ente beneficiario, è paradossale. Abramo dice che si è trattato del Consiglio. Ma, appunto, non era quello il suo consiglio? Non era quella la sua maggioranza? Per il resto, nessuna risposta. A parte il riferimento alla cruda realtà descritta da Misiti, vale a dire l’individuo che in due mesi cambia completamente visione sull’argomento. Stiam messi male apparentemente e confido davvero che Abramo riesca a snocciolare quanto prima una concreta e praticabile alternativa. Da parte nostra, apriremo presto un dibattito pubblico per informare i cittadini della faccenda, e continueremo a chiedere pressantemente risposte logiche e sensate che sappiano dirigere le scelte dell’amministrazione nell’unica direzione che mi sta a cuore, l’interesse comune.

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Redazione

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