Il centrosinistra replica ad Abramo dopo le dichiarazioni sul ricorso al Tar

Bel messaggio del primo cittadino: per il Sindaco la colpa è di chi denuncia e non di chi ha commesso il danno.

 

 La non risposta livorosa che il Sindaco Sergio Abramo indirizza al Consigliere Vincenzo Capellupo deve interessare la Città intera. Il Sindaco parla di “gravissimi danni materiali e di immagine che i ricorsi proposti dal centrosinistra – se accolti – potrebbero arrecare all’Amministrazione e alla Città”. Tenendo bene presente che ci si riferisce ad un ricorso dove si denunciano presunti brogli ed irregolarità, è inquietante il fatto che la preoccupazione del Sindaco, in caso di accoglimento del ricorso del centrosinistra – accoglimento che quindi lui ritiene possibile perché fondato – riguarderebbe non i presunti brogli e le irregolarità in sé, ma il conseguente danno di immagine alla Città. L’elemento di gravità sarebbe, dunque, non il presunto voto inquinato, e la conseguente violazione di ogni principio elementare dell’alfabeto democratico, ma l’immagine della Città che sarebbe offesa e umiliata in seguito all’eventuale accoglimento del ricorso. Insomma, un bel messaggio istituzionale: la colpa è di chi denuncia e non di chi ha commesso il danno.
Ci limitiamo a far notare che, qualora il ricorso dovesse essere accolto, la Città sarebbe sì umiliata, mortificata e offesa, ma dalla eventuale certificazione giudiziale di brogli ed irregolarità, non da chi avrebbe denunciato lo stato delle cose. Senza volere entrare neanche nel merito del ricorso, il concetto espresso dal Sindaco appare aberrante e ci auguriamo frutto di disattenzione, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una teoria del diritto e della giustizia del tutto nuove. Chiediamo, e ci chiediamo, dunque, se la preoccupazione del Sindaco sia la legalità oppure una presunta immagine. Chiediamo se la preoccupazione di un’amministrazione sia quella di essere rassicurata su un sistema del voto pulito e libero, oppure se il problema sia spendere soldi per nuove elezioni, e per ragioni di risparmio – che oltretutto le proprie scelte amministrative contraddicono- si possa abdicare ai principi democratici. La giustizia e l’affermazione dei principi democratici e della regolarità’ delle procedure democratiche non hanno un prezzo, sono il valore più’ alto per una comunità’ civile e non si compromettono su alcuna bilancia delle negoziazioni politiche o delle opportunità’. Il vero problema di immagina di una città’ e’ quando in essa spariscono le forze che chiedono giustizia e diritti. La logica di disseminare la polvere sotto il tappeto e’ un portato di cultura mafiosa che ha a lungo ridimensionato le velleità’ del Meridione.
Entrando nel merito della delibera, notiamo che il Comune di Catanzaro continua a non rispondere ai cittadini. Per quanto riguarda l’avvocato Iannello si erano sollevati dubbi sull’opportunità che il Presidente dell’ordine assumesse la difesa a titolo gratuito in una controversia così delicata, una difesa non istituzionale  ma come ci conferma la nota del comune una difesa di parte; infatti  “nella sua sfera personale e politica” il Sindaco è assistito proprio dall’avvocato Iannello. 
Riteniamo che per il Presidente Iannello le perplessita sollevate dal consigliere Capellupo non rappresentino in alcun modo una offesa ma siano constatazioni ampiamente condivise e ricche di buon senso.
Quanto al dato più significativo della delibera 256 il Comune, anche qui, non risponde. Di fronte alla gravissima indeterminatezza della delibera che liquida, all’avvocato romano Scoca, a titolo di anticipo, oltre 23mila euro riservandosi successivamente di determinare l’importo complessivo, dal Sindaco solo silenzio. Ed è strumentale il riferimento ad altre mancanze del Comune, sul bando mense scolastiche, anche in quel caso le responsabilità non sono dei dipendenti dell’Ente ma sono tutte politiche e si configura un danno per i cittadini.
Concludendo, il Comune dovrebbe dirci dato che non esistono più le tariffe quanto costa il ricorso, indicando quanto meno un tetto massimo alla spesa. I cittadini devono sapere quanto costa al Comune di Catanzaro opporsi in sede di giudizio a chi ha denunciato brogli e irregolarità. Quanto costa ad una istituzione opporsi alle legalità ed al senso istituzionale. Continuiamo a chiedere che le difese di parte vengano pagate privatamente dalle parti interessate senza gravare sui cittadini con spese inutili. Continuiamo a chiedere la revoca immediata di una delibera incompleta e che prevede spese indeterminate per l’Ente prima che intervenga, come è giusto che sia, la Corte dei Conti.

 

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Redazione

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