Intervistiamo

I genitori del ‘Mattia Preti’ di S. Maria: “No al nuovo orario scolastico”

Gli scriventi, in qualità di genitori degli alunni, iscritti alle varie classi della scuola primaria dell’Istituto comprensivo “Mattia Preti” del quartiere Santa Maria di Catanzaro, esprimono tutto il loro disappunto per il nuovo orario scolastico che andrebbe in vigore in tutti i plessi della scuola elementare del popoloso quartiere a partire dal prossimo 17 settembre, a seguito di una delibera del Collegio dei docenti dello stesso Istituto e che prevede la riduzione dell’orario scolastico settimanale dalle attuali 30 a 27 ore, con l’aggravante che tale contestato modello di orario determinerebbe la chiusura dell’ attività didattica nella giornata di sabato e la conseguente grave situazione di disagio per le famiglie, i cui figli, alunni della scuola elementare, risulterebbero “vittime” di questo insensato provvedimento: perderebbero infatti una giornata di lezioni e dovrebbero rimanere forzatamente a casa.

Contro questo insensato provvedimento, chiaramente inopportuno e per di più illegittimo, come sarà qui sotto illustrato, si sono attivati moltissimi genitori, che sia per iscritto (con istanza recante la data del 1° luglio 2012 ) e sia personalmente, nel corso di un incontro col dirigente scolastico, dott.ssa Anna Carrozza, la quale non ha inteso recedere da quanto, con evidente superficialità, deliberato dal Collegio dei docenti da lei presieduto. Bisogna dire ad onor del vero che gli insegnanti di un intero plesso (quello di Croci) hanno votato contro la riduzione dell’orario scolastico, mentre i restanti insegnanti, che, evidentemente hanno badato soltanto a soddisfare interessi di categoria e non a perseguire le finalità socio-formative della scuola, non hanno valutato la gravità di quanto andavano ad approvare.

E qui è il momento di parlare delle illegittimità, che inficiano il deliberato del collegio dei docenti con l’avallo del dirigente scolastico, che pur dovrebbe conoscere le esigenze dei bambini del quartiere in parola, i cui genitori ( per lo più operai, impiegati, piccoli commercianti, extracomunitari, indigenti, ecc…) trovano nella scuola -se e in quanto funzionante in tutti i giorni della settimana- un punto di riferimento fondamentale ed estremamente valido sotto il profilo socio-formativo-assistenziale.

Anzitutto, in materia di piano dell’offerta formativa e di adattamento del calendario e dell’orario scolastico, ha potere decisionale soltanto il Consiglio di Istituto, composto anche da genitori, uno dei quali ne è il presidente. Per cui la sola delibera dei collegio dei docenti, che può esprimere al massimo un parere sull’accorciamento dell’orario scolastico, e non determinarne l’attuazione, appare insufficiente a ridurre il modello delle 30 ore del tempo-scuola, che è quello normale; mentre i modelli ridotti di 24 e e 27 ore settimanali, sono adottati soltanto su domanda delle famiglie, come ben specifica il decreto legislativo n. 59/2004. Ora paradossalmente le famiglie non solo non hanno chiesto l’abbreviazione dell’orario settimanale e meno che mai la chiusura della scuola di sabato, quanto hanno formalizzato l’ istanza dell’orario scolastico di 30 ore al momento dell’iscrizione dei loro figli alla scuola primaria e la stessa richiesta è stata recepita nel POF 2011/2012, con valore per l’intero ciclo, così come previsto dal suddetto decreto legislativo.

Ovviamente, dopo il diniego del dirigente scolastico di considerare i predetti elementi e annullare conseguentemente il provvedimento in parola, i genitori si sono rivolti all’Ufficio scolastico Provinciale (ora chiamato ATP), con due istanze del 23 luglio e del 6 agosto scorsi, che in seguito alla seconda istanza ha passato tutta la pratica all’Ufficio Scolastico Regionale, lavandosi pilatescamente le mani rispetto ad un problema che avrebbe potuto risolvere limitandosi a far rispettare la normativa vigente da parte dell’Istituto comprensivo “Mattia Preti”. Tuttavia, inviando gli atti all’U.S.R., l’ATP ha specificato (entrando nel merito e quindi in parte contraddicendosi rispetto alla scelta di investire l’ organo superiore) che “per quanto di sua competenza , ha convalidato e determinato l’organico per l’a.s. 2012/2013 formulato a suo tempo dal Dirigente Scolastico (ogni plesso dell’istituto medesimo è a tempo normale)”.

Ora sarà l’Ufficio Scolastico Regionale a valutare se e come il Dirigente Scolastico da un lato possa giustificare l’impiego degli insegnanti assegnati alla scuola primaria dell’Istituto da lei diretto e dall’altro consentire la riduzione dell’orario scolastico, di fatto trasformando il modello dello stesso orario da normale (30 ore) a ridotto ( 27 ore).

Prevarrà l’ “esigenza” di alcuni insegnanti favorevoli all’indebita riduzione dell’orario scolastico di godere di un “lungo Weekend”, oppure il sacrosanto diritto di tutti gli alunni di avere aperta la propria scuola anche nella giornata di sabato ?

Le famiglie di Santa Maria attendono che a tale quesito l’Ufficio Scolastico Regionale dia una responsabile risposta prima dell’imminente inizio dell’anno scolastico… .

Autore

Salvatore Ferragina

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