Lacrime e rabbia nel quartiere Pistoia

Rabbia, sbigottimento, disgusto, un senso di abbandono che pervade gli animi inquieti, angustiati, sempre più avviliti, degli abitanti del quartiere “Pistoia” di Catanzaro, che da tempo, ormai, sanno cosa significa sentirsi abbandonati dalle istituzioni, da mondo che li ha relegati in un angolo, condannandoli ad una vera e propria agonia.

Una realtà dura e difficile quella del rione “Pistoia”, dove i cittadini onesti sono costretti a vivere ghettizzati a causa della delinquenza che li circonda. Non a caso, la zona è definita il Bronx di Catanzaro dagli stessi cittadini che la popolano. La massiccia presenza di nomadi, che si sono impossessati violentemente ed abusivamente di appartamenti assegnati ad altri e che si contraddistinguono per il loro atteggiamento prevaricatore e vendicativo, costringe i restanti abitanti a rimanere barricati in casa. Una situazione divenuta ormai insostenibile, fatta di droga, furti, prostituzione, vandalismo, sporcizia, paura. La paura che si legge negli occhi di chi da solo non riuscirebbe nemmeno a gettare la spazzatura. Il timore che si prova a far giocare i propri figli giù nei cortili. L’ansia e il terrore di essere svegliati dalla deflagrazione di un’automobile. La stanchezza di chi da anni non chiude occhio a causa degli schiamazzi notturni. Ecco quanto succede a “Pistoia”ed ecco perché quando proprio lì si è celebrata la legalità con un convegno dal titolo “Responsabilità e bene comune” – i suoi abitanti hanno provato ancora più repulsione nei confronti di chi “si riempie la bocca di paroloni”, ma che dimentica non appena mette piede in auto per abbandonare quei luoghi tristi.

“Non ci si ricorda di quello che noi viviamo ogni giorno, una volta all’anno, per convincersi che qualcosa si sta facendo” – spiegano alcuni rappresentanti della comunità – “la nostra è una realtà estremamente angosciante”.

Realtà di cui durante il convegno, senza replica, organizzato dal Coisp e dall’Arcidiocesi Metropolita Catanzaro e Squillace, proprio nella chiesa Santa Maria della Speranza, che tocca ogni giorno con mano la criticità della situazione, il Prefetto Reppucci, il Vescovo Bertolone ed il Procuratore Consolo hanno discusso, spiegando alla platea come fare per vivere sereni, nonostante tutto. Si è parlato di padre Puglisi, di Paolo Borsellino e del loro esempio di vita, ma non è stata data la possibilità a chi vive nel terrore ogni giorno, di dire la sua. Si è lasciato da parte chi, come Don Luigi Corapi, il sacerdote della parrocchia, lotta da anni per creare una comunione sociale e spirituale, schiantandosi ogni singolo giorno contro un muro di indifferenza e sordità. Gli occhi della comunità di Pistoia, ieri, si sono riempiti di lacrime più volte. Lacrime di sofferenza che solo chi vive per quelle strade comprende e fa sue.

 

da Strill.it

Autore

Salvatore Ferragina

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