Intervistiamo

Cosentino: «Un trionfo dell’illegalità. Darò battaglia»

Scritto da Redazione
Il presidente del Catanzaro, indignato dopo la sentenza del Collegio Arbitrale, non si arrende: «Gli obiettivi non cambiano. Ci vediamo a Pagani» 

«Ha perso la legalità, ha vinto l’illegalità. Ma non mi arrendo e sono convinto che alla fine la giustizia trionferà». È un Cosentino infuriato, indignato, avvilito quello che risponde alle domande di UsCatanzaro.net. La sentenza del Collegio Arbitrale, che ha ignorato la richiesta della società giallorossa di sospendere il procedimento sportivo in attesa degli sviluppi dell’inchiesta penale, non gli è andata giù. Il presidente del Catanzaro, come al solito non si nasconde dietro a un dito o a frasi di circostanza: «È una sentenza che non sta né in cielo né in terra. Sembra che il collegio arbitrale – tuona Cosentino – viva in un altro mondo giuridico. Non avevamo neanche discusso nel merito, ma solo sulla richiesta di sospensiva. E invece non solo non hanno accolto la nostra richiesta, ma ci hanno anche condannato a pagare». 

Il presidente è il solito fiume in piena, diviso tra la passione per il suo giocattolo e l’indignazione per la «brutta pagina che è stata scritta». Ma qual è il rischio adesso? «Aspettiamo le motivazioni, ma il giudizio per ora riguarda solo tre calciatori. Sicuramente con gli avvocati valuteremo il da farsi perché c’è il rischio che mi ritrovi a pagare i contratti di giocatori che non so neanche chi siano. Quando ho rilevato il Catanzaro – prosegue il patron giallorosso – mi è stato certificato un debito. Ora le cose sono cambiate». Ma la Lega Pro da che parte sta? «Il Collegio Arbitrale è ovviamente un organo terzo. Anche la Lega è rimasta spiazzata dal giudizio. Io credo che Lega e Federazione saranno dalla nostra parte perché non può passare uno scandalo del genere. Mi sento truffato. Poco fa ero al telefono con Ghirelli e sentirò anche Macalli»

I tifosi del Catanzaro sono in subbuglio perché conoscono bene questa storia per averla vissuta direttamente. E ora si sentono presi in giro per la seconda volta, dopo la farsa del “Flaminio” e l’onta del fallimento. «Capisco i tifosi e sono avvilito quanto loro. Comunque andrò avanti, darò battaglia finché non verrà accertata la verità». E la squadra? Potrà risentire di questa storia? E soprattutto, gli obiettivi della società cambiano dopo questa sentenza? «Assolutamente no. I tifosi devono stare tranquilli: la squadra non c’entra niente. Certo devo valutare con gli avvocati quali potrebbero essere le ricadute. Ci manca solo che mi vengano a chiedere anche i soldi della gestione Parente! Ma comunque andremo avanti. Ci vediamo a Pagani».

A Pagani, per fortuna, sarà di nuovo e soltanto calcio.

Ivan Pugliese

@naracauliz

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