Intervistiamo

Continuano le denunce per le condizioni illegali nel Carcere del quartiere Siano

La toccante denuncia del detenuto Natale Ursino. Presentata un’interrogazione parlamentare al Governo italiano, prossimamente la vicenda approderà al Parlamento Europeo

Continuano le denunce da parte dei detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Catanzaro Siano per le condizioni illegali in cui sono costretti a sopravvivere dallo Stato. Questa volta, a scrivere all’Ecologista Radicale Emilio Quintieri, è il detenuto Natale Ursino di Locri, da 10 mesi rinchiuso in custodia cautelare presso il Carcere di Catanzaro. Quel che scrive Ursino conferma esattamente – sostiene Quintieri – quanto raccontano gli altri detenuti e che, tra l’altro, abbiamo reso noto al Governo tramite una Interrogazione Parlamentare a risposta scritta indirizzata ai Ministri della Giustizia e della Salute Paola Severino e Renato Balduzzi. L’atto di Sindacato Ispettivo nr. 4-08865, sotto integralmente riportato, è stato presentato a Palazzo Madama durante la 853^ seduta e firmato e sottoscritta dai Senatori della Repubblica Marco Perduca e Donatella Poretti (Radicali), Salvo Fleres (Grande Sud), Roberto Di Giovan Paolo, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta (Partito Democratico) che, tra l’altro, sono stati invitati ad effettuare una Visita Ispettiva presso l’Istituto Penitenziario di Catanzaro.

Sono state ampiamente descritte tutte quelle situazioni illegali che riguardano gli Istituti di Pena della Calabria con particolare riferimento alla Casa Circondariale di Siano ove, a fronte di una capienza regolamentare di 354 posti, sono rinchiuse 600 persone, la metà delle quali appartenente al circuito dell’Alta Sicurezza.

Abbiamo denunciato al Governo oltre al problema del sovraffollamento anche tutta una serie di circostanze che rendono l’esecuzione della pena completamente illegale in primo luogo perché non rispetta quei diritti umani fondamentali tutelati dalle norme di rango costituzionale e da quelle europee ed internazionali vigenti in materia. Vivono in tre in delle camere detentive, volgarmente note come “celle” originariamente destinate ad ospitare un solo detenuto, chiusi per 21 ore al giorno in pochi metri quadrati, con la sola possibilità di stare sdraiati nei loro letti a castello, perché tutti quanti in piedi contemporaneamente non avrebbero la possibilità di muoversi a causa della presenza del tavolino, degli sgabelli e degli armadietti. E tale stato di cose nuoce anche dal punto di vista dell’ordine e della sicurezza poiché agli Agenti della Polizia Penitenziaria addetti alla sorveglianza nei Reparti viene materialmente difficile procedere agli opportuni e necessari controlli.  Nemmeno gli animali allo Zoo, per dirla come il detenuto Natale Ursino – prosegue il cetrarese Emilio Quintieri – sono tenuti in queste condizioni.

E’ indubbio che per queste persone la reclusione si traduca in una vera e propria tortura, proibita dalla Costituzione, dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani e da altri Trattati Internazionali che lo Stato Italiano a firmato e ratificato ma che, regolarmente, continua a violare. Per questi motivi l’Italia è stata – dal 1959 ad oggi – chiamata in giudizio innumerevoli volte dinanzi alla Corte Europea di Strasburgo e ripetutamente condannata (oltre 2.000 sentenze di condanna) per violazione della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali ed in particolare modo proprio per violazione dell’Art. 3 che stabilisce “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti. Peggio dell’Italia c’è solo la Turchia ed a seguire la Russia e Polonia. E non è certo degno di uno Stato che si definisce civile e democratico posizionarsi al secondo posto nella classifica dei 47 Stati membri dell’Unione Europea per violazione dei diritti umani fondamentali : tanto basta per avere certezza della conclamata, abituale e flagrante criminalità dello Stato. “L’attività sportiva è quasi inesistente, abbiamo accesso una sola volta alla settimana per 2 ore al Campo Sportivo. La sporcizia non ha eguali. C’è una colonia di topi, a migliaia, una vera invasione, con il serio rischio di esser morsi e subire la gravissima infezione di cui sono portatori i ratti – dice il detenuto locrese Natale Ursino nella sua lettera – Le docce oltre ad essere insufficienti e scarsamente igieniche, spesso siamo costretti a farle con l’acqua fredda e per lavarci dobbiamo privarci dell’ora d’aria all’aperto perché gli orari coincidono con l’ora d’aria.” Come si può tollerare una simile condizione ? Abbiamo un regime carcerario che non comprime solo la libertà personale – protesta l’esponente dei Verdi Europei aderente ai Radicali Italiani – ma li obbliga a vivere in condizioni irrispettose della dignità umana ed a subire disagi, difficoltà e sofferenze non prevista da alcuna norma giuridica o sentenza. Eppure la Corte Europea dei Diritti Umani è stata molto chiara: l’Art. 3 della Convenzione impone allo Stato di garantire la detenzione in condizioni compatibili con il rispetto della dignità umana. Di questa situazione, tra l’altro, proprio recentemente ne abbiamo investito anche la Commissione Europea con l’Interrogazione Parlamentare a risposta scritta nr. E-008766-12, sotto allegata, firmata dagli Onorevoli Raül Romeva i Rueda (Verdi/ALE), Andrea Zanoni (ALDE), Rui Tavares (Verdi/ALE), Gianni Pittella (S&D), Jan Philipp Albrecht (Verdi/ALE), Mario Pirillo (S&D), Eva Lichtenberger (Verdi/ALE), Jean-Paul Besset (Verdi/ALE), Karima Delli (Verdi/ALE) e Niccolò Rinaldi (ALDE) alla quale prossimamente avremo risposta. Sicuramente, adesso, dovremmo presentare un altro atto di Sindacato Ispettivo alla Commissione Europea proprio in riferimento alla insostenibile ed intollerabile situazione in cui versa la Casa Circondariale di Catanzaro Siano. Anzi, faremo di più – conclude l’Ecologista Radicale Emilio Quintieri – perchè inviteremo ed assisteremo i detenuti, per presentare formale ricorso alla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo per denunciare la violazione dei diritti e delle libertà garantiti dalla Convenzione Europea da parte della Repubblica Italiana.

LETTERA DEL DETENUTO NATALE URSINO RISTRETTO NEL CARCERE DI CATANZARO SIANO :

Egregio Signor Quintieri,

Le scrivo, perché ho saputo da alcuni amici e compagni di detenzione del suo interessamento ai problemi delle Carceri e dei Reclusi.

Mi chiamo Ursino Natale, nato il 29/09/1968 a Locri (RC), detenuto a Siano, Sezione Media Sicurezza, 3° Piano, Cella nr. 21.

Dopo avere espiato una condanna di oltre 18 anni di reclusione per un cumulo di pene, sono stato nuovamente arrestato il 23/02/2012 perché da una intercettazione ambientale effettuata dai Carabinieri di Locri, hanno presunto che stessi per darmi alla fuga in seguito alla pronuncia della Cassazione, perciò la Corte di Appello di Catanzaro a ritenuto sufficiente quella segnalazione di P.G. per ripristinarmi la misura cautelare per un reato del lontano 1998.

Ebbene, il 28/02/2012 la Suprema Corte annullava la sentenza di condanna in relazione alla condanna ritenuta per il reato più grave l’Associazione, trasmettendo ad una diversa Sezione della Corte di Appello di Catanzaro per un nuovo giudizio. I motivi dell’annullamento sono stati della insussistenza di elementi validi per ritenere provata l’Associazione.

In virtù della sentenza della Suprema Corte ho più volte reiterato istanze per essere scarcerato le quali, puntualmente, sono state respinte.

Il nuovo appello con relativo giudizio è stato fatto (il 2 Ottobre 2012) e la Corte di Appello di Catanzaro disattendendo completamente la sentenza della Cassazione mi ha condannato alla pena di 11 anni per l’Associazione.

La gravità di questa sentenza di condanna è dovuta al fatto che questo reato lo già pagato ed espiato per intero la pena e Le spiego : nel 1998 precisamente nella data del 1/11/1998 venni arrestato per il reato di cui all’Art. 73 D.P.R. 309/90 e dopo la condanna divenuta irrevocabile, la Procura, come è di consueto in moltissimi casi analoghi, lo ha trasformato in Art. 74 D.P.R. 309/90 in relazione agli stessi addebiti, nonostante espressamente vietato dalla Legge un secondo giudizio per un reato anche se diversamente circostanziato, come nel mio caso previsto dall’Art. 649 del Codice di Procedura Penale.

Ma nonostante ciò da 10 mesi mi trovo in Carcere in attesa che la Suprema Corte entra per la seconda volta nel merito. Quanto detto lo posso dimostrare da atti processuali che vorrei portarli a conoscenza del Parlamento in modo da fare una Interrogazione Parlamentare.

Fatta questa premessa sul fatto che mi riguarda, il motivo per il quale Le scrivo riguarda il Carcere, e i reclusi. Deve sapere fa acqua da tutte le parti, questo Carcere. Quanto Le segnalerò vorrei renderlo pubblico a mio nome sia alla stampa che nelle sedi che riterrà più opportune. Questo Istituto è l’esatto contrario di quella che dovrebbe essere la finalità rieducativa della pena !

Nel lontano 1993, esattamente il 25 aprile, venivo tradotto dalla Casa Circondariale di Parma a questo di Siano per motivi di Giustizia essendo all’epoca ubicato nell’Alta Sicurezza.

Già all’ora, la struttura era fatiscente ed oggi peggio ancora. Nulla è cambiato, penso e sono fortemente convinto che non è stata fatta alcuna ristrutturazione.

Peggio degli animali che nemmeno allo Zoo vengono tenuti in queste condizioni; siamo stipate 3 persone in uno spazio che forse non è concepito per una persona poiché le celle non rispettano i parametri stabiliti per Legge.

Ciò si traduce in una pena inumana e degradante, una vera Tortura oso dire, vietata dalla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, Trattato a cui l’Italia ha firmato ma che viola continuamente senza che nessuno possa impedirlo.

L’attività sportiva è quasi inesistente, abbiamo accesso una sola volta alla settimana per 2 ore al Campo Sportivo. La sporcizia non ha eguali, c’è una colonia di topi, a migliaia, una vera invasione, con il serio rischio di esser morsi e subire la gravissima infezione di cui sono portatori i ratti.

Le docce oltre ad essere insufficienti e scarsamente igieniche, spesso siamo costretti a farle con l’acqua fredda. Per lavarci dobbiamo privarci di un’ora d’aria all’aperto perché gli orari coincidono con l’ora d’aria, pertanto rimaniamo in cella chiusi per ben “21 ore” al giorno. 

Gli Educatori non si vedono mai e quelle poche volte non risolvono quasi nulla e lasciano i detenuti nel più totale abbandono a se stessi. Non mi risulta che l’Autorità Sanitaria ha fatto Visita nell’Istituto e nemmeno il Magistrato di Sorveglianza che fa soltanto colloqui individuali e non esercita l’attività ispettiva nei luoghi ove sono ristretti i cittadini detenuti. Qui sembra che il tempo e le Leggi siano rimaste ad almeno 30 anni fa.

Di recente un detenuto magrebino si è suicidato perché, a mio avviso, non ha avuto quel sostegno morale di cui aveva bisogno.

C’è tant’altro ancora da dire ma, mi è stato riferito che a breve, si farà una Visita Ispettiva all’interno della Casa Circondariale di Siano dove ci sarà anche Lei.

La pregherei affinché voglia – unitamente alle persone che “ispezioneranno” l’Istituto – incontrarmi di persona così potrò illustrarLe dettagliatamente e in modo più ampio quanto qui avviene.

Colgo l’occasione per inviarLe gli auguri di Buon Natale con la speranza di vederLa molto presto !  Cordiali Saluti

 

Autore

Salvatore Ferragina

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