Intervistiamo

Mangiano cibo scaduto e muoiono, sono di origine calabrese le due vittime

Scritto da Redazione

Sono di origine calabrese, sebbene ancora non è nota la loro identità, le due persone (di 57 e 50 anni) trovate morte nella loro abitazione di Fiumicino, in provincia di Roma, e decedute, presumibilmente, a causa dell’ingerimento di cibi scaduti.

Una terza persona, probabilmente il figlio di uno dei due morti, è ora ricoverato in ospedale e versa in gravi condizioni. Le vittime sono state trovate già cadaveri dai sanitari del 118 intervenuti presso la loro abitazione. Il cibo ingerito pare fosse stato conservato in modo artigianale e presenterebbe tracce del batterio botulino, una tossina che si sviluppa proprio negli alimenti avariati.


LE VITTIME sono Domenico Paladino, 57 anni, medico anestesista, il nipote Francesco Paladino (50 anni), barsita, entrambi residenti ad Albidonia, in provincia di Cosenza. Il figlio di Domenico Paladino, Leonardo ha 23 anni e dopo il ricovero presso l’ospedale di Bracciano è stato trasferito al policlinico Gemelli. Il ragazzo è ora fuori pericolo ed avrebbe raccontato agli investigatori che il malore sarebbe iniziato dopo la cena nel corso della quale avrebbero consumato della carne cruda.

Dalle prime ricostruzioni i tre avrebbero consumato ieri sera a cena conserve alimentari prodotte artigianalmente e, molto probabilmente, contenenti il Clostridium botulinum un batterio anaerobico che può contaminare gli alimenti rendendoli particolarmente pericolosi per la salute umana”. E’ quanto ha affermato all’Adnkronos Livio De Angelis, responsabile della sala soperativa del 118 di Roma. Per avere però certezza sulle cause della morte dei due uomini bisognerà necessariamente attendere l’esito dell’esame autoptico.

Da quanto si è appreso sarebbero stati i vicini di casa a lanciare l’allarme: insospettiti sono entrati nell’appartamento facendo la tragica scoperta.

Non lo escludo al 100 per cento ma ho dubbi che si sia trattato di una intossicazione botulinica”. Così Nicola Barelli, direttore del Centro Antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma, all’AGIcommenta le prime informazioni su una ipotetica morte da botulino. “È la prima volta che sento di una morte così rapida” causata dal botulino, continua Barelli. “La paralisi del respiro – aggiunge – non è fulminante.

“Vi è un quadro clinico progressivo”. Tantissimi i sintomi che “è impossibile che chi viene colpito non chieda aiuto”. Ovviamente al momento, per Barelli, “è impossibile valutare in modo attendibile la notizia”, non avendo particolari maggiori sulla vicenda. “Colpisce il fatto che è assolutamente infrequente che l’intossicazione acuta da tossina botulinica provochi la morte in tempi così rapidi da impedire qualsiasi tentativo di richiesta d’aiuto da parte delle vittime”, ribadisce. La tossina botulinica può provocare la morte a causa della paralisi dei muscoli respiratori (diaframma e altri) dovuta al blocco irreversibile della trasmissione tra nervi e muscoli. “Quello che lascia perplessi è che il diaframma è un muscolo che viene interessato dal blocco tossico solo dopo altri muscoli e nervi – sottolinea Barelli -. Infatti l’intossicazione botulinica esordisce con sintomi tipo disfagia (difficoltà a ingoiare), diplopia (disallineamento dei bulbi oculari e visione doppia da paralisi dei muscoli esterni oculari), disfonia (difficoltà nell’emettere suoni), midriasi (dilatazione delle pupille).

Questi sintomi non possono passare inosservati da parte di pazienti in buone condizioni neurologiche e con consapevolezza di sé e portano alla richiesta di aiuto medico ben prima del blocco del diaframma”.Nel caso in cui effettivamente la causa del decesso sia stata la contaminazione di alimenti da parte di tossina botulinica, bisogna quindi “ipotizzare che le due vittime non si sono accorte di sintomi importanti e invalidanti; alternativamente si tratterebbe di una situazione anomala e atipica in cui il blocco del diaframma ha preceduto il blocco di altri muscoli”. Ma anche in questa seconda ipotesi, precisa l’esperto “la paralisi del diaframma non avviene in modo fulminante ma progressivo e la vittima accusa dei sintomi (fame d’aria) che difficilmente passano inosservati. I dubbi che sia trattata di una intossicazione botulinica sono alti. Sarebbe interessante -conclude Barelli – conoscere le condizioni della terza vittima che è sopravvissuta”. 

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