Catanzaronelcuore: sanità di Catanzaro in coma. Come i suoi politici.

Se la situazione della sanità catanzarese perdurasse ancora tale e quale agli accadimenti cui stiamo assistendo, i politici che sono espressione della città capoluogo di regione dovrebbero prendere atto della propria inadeguatezza. E’ inutile che i pazienti sperino, che i medici del Pugliese si indignino, che l’Università insorga, che i lavoratori licenziati protestino, che associazioni e movimenti continuino a far sentire la voce di una città oggetto di soprusi da parte di una politica regionale che danneggia la sanità e l’università catanzaresi. E’ tutto inutile. Rispetto alle nefaste scelte di Scopelliti registriamo il  silenzio assordante dell’assessore Tallini, i tiepidi balbettii dell’ex assessore Aiello, oggi unico senatore della nostra città, le mancate proteste della presidente-commissario Ferro. Anche l’impegno del sindaco Abramo, alla fine, sembra essere annichilito dal governatore. A cosa serve allora una classe politica inadeguata a difendere le prerogative più elementari di un territorio?

Sia chiaro: la nostra non è un’osservazione polemica, né ideologica, né rivolta ad una parte. Riteniamo che l’irresponsabilità sia diffusa e sia il segno dell’inconsistenza della politica di Catanzaro, la cifra di una crisi di dignità e di identità.

Nelle varie campagne elettorali ci promettevano che la sanità catanzarese non avrebbe subito  torti durante l’era Scopelliti; hanno giurato sulle teste dei loro figli. Noi invece temevamo che i nodi sarebbero venuti al pettine prima o poi: ciò è accaduto addirittura oltre le peggiori immaginazioni. Il Pugliese-Ciaccio è oggetto di un depotenziamento volgare e ingiustificato. Idem per l’Ateneo “Magna Graecia”, che perde pezzi ogni giorno e che ci dà l’impressione di essere utilizzato come l’ennesimo giocattolino in mano a politici senza scrupoli; le dichiarazioni dell’ultima ora appaiono come la classica pezza a colori per mascherare il pesante depotenziamento che l’Università sta subendo. Se poi a Cosenza la famiglia Gentile spinge per creare un’altra Facoltà di Medicina senza che la Regione proferisca parole perentorie e inequivocabili, e se a tutt’oggi sono previsti zero posti-letto per la cardiochirurgia universitaria catanzarese e venti presso il Morelli di Reggio,  allora tutto può essere interpretato come un losco ed esplicito disegno per distruggere l’Università e la Sanità del capoluogo. La stessa vicenda dell’esautoramento del prof. Renzulli, primario della cardiochirurgia universitaria, resta un fatto poco chiaro che getta ulteriore dubbi su vicende oscure.

Se anche volessimo dar credito alla classe politica locale ipotizzandone la buona fede, se anche volessimo immaginarla scevra dai condizionamento di Scopelliti, se anche volessimo supporla libera da interessi particolari, resterebbe pur sempre un’incapacità della stessa a svolgere il proprio mandato. La corda è ormai spezzata. Tirare a campare in attesa di trovare l’ennesimo colpo di teatro per l’ennesima campagna elettorale è un giochetto sgamato che può riuscire solo nei confronti degli elettori ingenui. Che a Catanzaro sono tanti. Ma di fronte agli accadimenti gravi di queste settimane noi non possiamo tacere: perciò le dichiarazioni di intenti dell’ultim’ora non ci bastano! Nella seduta consiliare del prossimo otto maggio i nostri esponenti politici di primo piano ci portino non già le sgamate promesse bensì i risultati del loro impegno, dalla Cardiochirurgia al Pugliese-Ciaccio passando per il No regionale ad una seconda facoltà medica. Con documenti ufficiali. Altrimenti non resta che far scendere la città in piazza.

Autore

Salvatore Ferragina

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