Bar Mangialavori

Sogno di mezza estate

In attesa della nuova stagione del Catanzaro desideri, fantasie e ricordi popolano i pensieri 

Vivere senza sogni è come negare ai propri occhi gli orizzonti che sostanziano un panorama. Come negarsi un’alba? Come negarsi un tramonto? Tra le centomila conferenze stampa e le presentazioni delle nuove casacche, tra i restyling e limature degli obiettivi, tra i progetti fantasma e le motivazioni indotte, tra le nuove terminologie che fanno gincane improponibili tra esternazioni che appartengono al mondo del cinema, i romantici del pallone si ritrovano un po’ spiazzati. E ti arrampichi ai ricordi, a quei ricordi che sono propedeutici alla speranza che nulla o poco più di nulla sia cambiato, ma non è così.

Il Catanzaro innanzitutto, si, il Catanzaro, il Catanzaro. Ciò che è sacro perché fa parte integrante del tuo esistere. Per l’amor di Dio, se un innamorato di altri colori avesse la pazienza di leggere un logorroico romantico come il sottoscritto, sostituirebbe il nome, ma mi comprenderebbe ugualmente.

Lo stereotipo è il primo nemico dell’esistere. Non c’è serie A, B o C (oggi la chiamano Prima Divisione) per un innamorato c’è il proprio vessillo che non conosce status di sorta. In una società assetata di classifiche e di gerarchie la cosa più bella sarebbe vincere anteponendo i valori di un tempo, oggi scimmiottati e sostituiti da vocaboli quali “comunicazione”, “business” ecc. ecc. per non parlare delle new entry del vocabolario comune, del genere “top player” oppure “vice tal dei tali” o ancora “top club”. Che orrore signori miei!

Gli organi di informazione ci aggiornano sui mal di pancia e sugli starnuti di idoli ripieni di nullità, gente che sventola casacche fino a poco tempo prima sconosciute. Ed io? Sogno! Sogno un Nicola Ceravolo finalmente ultimato, restituito alla decenza e quel settore distinti ripopolato. Sogno un Amministrazione che si rimbocca le maniche e utilizza specchi per guardarsi e dire: ma quando decideremo di inc… ehm arrabbiarci e bypassare la maledetta burocrazia per sconfiggere il tempo e gli affarismi espliciti e mal sottintesi? Un po’ di orgoglio signori miei, un po’ di sana dignità, cavolo!

Sogno che il tessuto imprenditoriale di una città/provincia che un tempo fu esempio per un’intera Regione si risvegli e dia una mano a chi si è dato in toto per cercare di resuscitare l’icona di un intero popolo. Un’icona che in passato è stata motivo di riscatto per più di una generazione.

Sogno con la speranza che il mio sogno possa vestirsi di realtà. Sogno di avere la mia unica squadra che oltre a vincere sul manto erboso, vince contro questo sistema di cose. Sogno Nicola Ceravolo che a seguito del rifiuto oppostogli da qualcuno a giocare a Catanzaro, va a Torino e vince per 2 a 1 e approda alla finale di Coppa Italia, sogno Massimo Palanca che con la dignità e la giusta misura nell’esultare, espugna l’Olimpico con una tripletta. Sogno Angelo, l’Angelo più bello, Mammì, correre a braccia aperte verso la “Est” e ombrelli e braccia levarsi al cielo per gridare che i sogni che si sposano con la fede si trasformano in realtà. Sogno che un passato che diventa sempre più lontano divenga futuro. E poco mi importa di coloro i quali storcono colpevolmente il naso, poco mi interessa dei disillusi e degli ignavi, dei fruitori della razionalità ad oltranza che non fanno altro che ricordarti che sei un pazzo. Preferisco la mia sana pazzia, la mia fede incrollabile e quella scintilla che a volte tace e a volte si risveglia orgogliosa, fiera del proprio esistere , della propria natura, dei propri ideali.

Il Catanzaro è tutto questo e molto di più. Presidente Cosentino, La ringraziamo per tutto quello che ha fatto, che sta facendo e che farà, nell’ottica dei massimi obiettivi e Le staremo vicini (abboniamoci!!!). Chi fa parte della mia generazione non si accontenterà mai della seconda lettera dell’alfabeto, mai. Disconosce le rivalità “locali” ed è maledettamente ancorato ad altri palcoscenici. Non è prosopopea, ma solo voglia di alimentare quella scintilla di cui sopra che riscalda maledettamente il sangue nelle vene e ti riempie di orgoglio.

Un passionale come Lei lo capisce bene e, ne siamo certi, non si accontenterà di un nono posto! Noi siamo il Catanzaro, la regina del Sud, il timore del nord…. E agli innamorati di realismo ricordo che un giorno l’Avvocato Nicola Ceravolo non avrebbe mai potuto solo lontanamente immaginare di portare il capoluogo di Regione dove l’ha portato. Altri tempi? Certo altri tempi con le difficoltà rapportate al periodo in cui emigrati con esigue possibilità economiche e con cartoni travestiti da valigia al seguito, venivano bollati come “terroni” mentre un professionista (non di certo da potersi etichettare “capitalista”) faceva ciò che neanche il miglior manager odierno sarebbe in grado di fare.

Il mondo è sempre andato avanti grazie agli uomini che non si sono vergognati dei propri sogni e li hanno realizzati. Una pianta che ha dato frutti non può improvvisamente scordarsi di farlo. Oggi c’è un reggino che la sta annaffiando. Stiamogli vicino per fare in modo che i nostri sogni siano i suoi. Avanti tutta Catanzaro, sei sempre la Regina del Sud, timore del Nord…

 Giuseppe Mangialavori

Autore

Redazione

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