Intervistiamo

Referendum sui vitaliizi: il M5S diffida il Consiglio Regionale

I sottoscritti Francesco Palaia, Sofia Teresa Scerbo, Giuseppe Sorrentino e Francesco Nocera, del Movimento Cinque Stelle, hanno avanzato istanza con la quale è stato proposto referendum abrogativo degli artt. 4 comma 1, e 6 della legge regionale del 7/10/2011 n.38 relativi alla concessione dell’assegno vitalizio in favore dei Consiglieri Regionali a partire dalla prossima legislatura, con il conseguente effetto del mantenimento di tale privilegio per i Consiglieri Regionali in carica. In merito a tale proposta l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, contrariamente a quanto previsto dalla legge, non soltanto non ha inteso decidere sull’ammissibilità del referendum nei prescritti cinque giorni, ma oltretutto ha stabilito di “non decidere” rimettendo la questione, senza alcuna plausibile motivazione, al parere dei consulenti giuridici, i quali hanno a loro volta indotto l’Ufficio di Presidenza a rimettere la questione al Consiglio regionale. Poiché tale comportamento omissivo e pretestuosamente dilatorio appare finalizzato ad impedire di fatto alla popolazione calabrese di esprimersi attraverso l’istituto del referendum, dal momento che il termine massimo per la raccolta delle settantacinque mila firme è fissato per il prossimo 30 Settembre, i sottoscritti proponenti hanno inviato al Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministro per gli Affari Regionali, con raccomandata A/R, atto di diffida che si trasmette per ogni opportuna conoscenza. Nell’invitarvi a darne la più ampia diffusione ci rendiamo disponibili a qualunque chiarimento si ritenga necessario. Si comunica fin da ora che è prevista per il prossimo 2 Settembre 2013 alle ore 10:30 presso la Sala Concerti del Comune di Catanzaro una conferenza stampa al quale prenderanno parte alcuni parlamentari calabresi del Movimento Cinque Stelle, al fine di fare il punto della situazione e per valutare la possibilità di ulteriori iniziative.

Il testo della diffida

Catanzaro, 10/8/2013

RACC. A.R.

 

Egr. Sig.

Presidente del Consiglio Regionale

della Calabria

Via Cardinale Portanova

89123 Reggio Calabria

 

Egr. Sig.

Presidente della Repubblica

Palazzo del Quirinale

00187 Roma

 

Egr. Sig.

Presidente del Consiglio

Palazzo Chigi

Piazza Colonna, 370

00187 Roma

 

Egr. Sig

Ministro per gli Affari Regionali

Via della Stamperia, 8

00187 Roma

 

OGGETTO: Proposta di referendum/Atto stragiudiziale di diffida e messa in mora.

 

I sottoscritti Francesco Palaia, Sofia Teresa Scerbo, Giuseppe Sorrentino, Francesco Nocera e William Panzino, con il presente atto

 

PREMESSO

 

-che i sottoscritti con istanza depositata in data 18 giugno 2013, prot. n. 28671, hanno chiesto che il Consiglio Regionale della Calabria dia avvio alle procedure per l’ammissione e lo svolgimento del referendum per l’abrogazione degli artt. 4 commi 1 e 6 della legge regionale del 7/10/2011 N. 38;

 

-che, più precisamente, con la detta istanza è stato chiesto il referendum diretto all’abrogazione delle norme, adottate dall’attuale consiglio regionale, con cui, di fatto, è stata abrogata la concessione dell’assegno vitalizio solo a partire dalla legislatura successiva e cioè dal 2015;

 

-che con tali norme si è stabilito di abrogare l’assegno vitalizio per i consiglieri regionali a decorrere dalla prossima legislatura, mantenendo, al contempo, questo privilegio per i consiglieri regionali attualmente in carica;

 

-che a queste condizioni l’assegno vitalizio si prospetta come un provvedimento concessorio ingiusto, iniquo e illogico, che in questo particolare momento storico di generale difficoltà economica, ed in una regione altamente problematica come la Calabria, determina, oltretutto, un irrazionale ed immotivato esborso di ingenti somme in favore della politica regionale che conseguentemente sono sottratte alle molteplici esigenze reali, effettive e primarie della popolazione calabrese;

 

-che, pertanto, gli istanti con la richiesta di referendum abrogativo hanno deciso di sottoporre, secundum legem, alla decisione popolare la norma de qua con cui gli attuali consiglieri regionali pretendono di autoprivilegiarsi;

 

-che, si rileva sin da ora, la richiesta di referendum è assolutamente ammissibile, non rientrando tra quelle che, ex lege, non possono essere oggetto di referendum e non essendovi altri ostacoli, né in fatto né in diritto, all’ammissione;

 

-che, si rileva sin da ora, nel caso di ammissione di referendum il comitato referendario deve raccogliere le necessarie firme (75.000) entro e non oltre il 30/9/2013;

 

-che sulla base delle norme che disciplinano il referendum abrogativo, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale deve valutare e decidere sull’istanza di referendum entro cinque (5) giorni;

 

-che, al contrario, l’Ufficio di Presidenza, contravvenendo a quanto previsto dalla legge, ha omesso di attenersi alla norma de qua e solo molti giorni dopo, con Nota del 2/7/2013, ha deciso di “non decidere” ed ha rimesso, senza alcuna plausibile motivazione, la questione al parere dei consulenti giuridici;

 

-che, a seguito di ciò, sul presupposto, pretestuoso e inesistente, che vi sarebbero dubbi sull’ammissibilità del referendum, l’Ufficio di Presidenza, anche a seguito del parere dei consulenti giuridici, ha deciso di rimettere la questione al consiglio regionale;

 

-che al momento non è stato fissato alcun consiglio regionale per decidere sulla predetta questione;

 

-che, considerata la piena ammissibilità giuridica del chiesto referendum, è indubbia la condotta totalmente pretestusa dell’Ufficio di Presidenza e dei suoi componenti che non solo non hanno assunto alcuna decisione, ma non hanno nemmeno chiesto né convocato con urgenza il Consiglio Regionale affinchè questo decida con sollecitudine sulla detta delicata questione;

 

-che, infatti, in mancanza dell’ammissione del referendum il comitato referendario non può iniziare la raccolta delle firme e più passa il tempo più si avvicina il 30 settembre, termine massimo entro il quale devono essere raccolte le firme, con la conseguente impossibilità per i promotori di raccogliere tutte le necessarie firme;

 

-che, pertanto, la condotta omissiva dell’Ufficio di Presidenza e di tutti gli organi preposti appare finalizzata ad eludere il diritto della popolazione calabrese di potersi esprimere attraverso l’istituto del referendum e di potere consentire che sui privilegi che si sono autoconcessi gli stessi consiglieri regionali possa decidere il popolo sovrano;

 

-che la condotta dell’Ufficio di Presidenza e di tutti gli altri organi regionali competenti è condotta contra legem, perché omissiva e inadempiente, che è indirizzata unicamente ad impedire che possa svolgersi il referendum e a consentire che gli attuali consiglieri regionali, che si sono autoattribuiti l’assegno vitalizio, possano mantere un privilegio che in questa particolare fase storica è del tutto intollerabile e contrario agli interessi della popolazione calabrese, chiamata a sacrificarsi, ma, allo stesso tempo, a subire la totale mancanza di sacrificio degli organi istituzionali;

 

-che dall’abrogazione del detto privilegio/assegno vitalizio deriverebbe per la Regione Calabria un notevole risparmio economico, con la contestuale possibilità di utilizzare le stesse somme per esigenze più effettive e reali della comunità calabrese;

 

-che, in sostanza, gli organi regionali preposti all’ammissione del chiesto e ammissibile referendum mirano a dilatare i tempi diretti all’adozione del provvedimento di ammissione del referendum affinchè di fatto divenga impossibile (tenendo conto della scadenza del 30 Settembre) raccogliere le necessarie firme;

 

-che tale comportamento implica di fatto la violazione delle norme regionali in materia di referendum, e. di conseguenza, la violazione del diritto, costituzionalmente previsto, al referendum,

 

-che il referendum costituisce strumento di iniziativa popolare che consente alle comunità e alla popolazione di intervenire sui provvedimenti legislativi adottati dal legislatore al fine di abrogarli e/o modificarli consentendo al legislatore di intervenire e di “correggere” la legge renedendola più vicina alle esigenze delle comunità;

 

-che, pertanto, alla luce della “non decisione” dell’Ufficio di Presidenza, vi è la necessità che il Consiglio Regionale, al più presto e comunque entro e non oltre sette giorni dal ricevimento della presente, decida, in via di urgenza, sulla detta questione ed emetta sulla istanza dei sottoscritti il provvedimento di ammissione del referendum consentendo alla comunità e alla popolazione di esprimere la propria volontà.

 

Tanto premesso e alla luce di quanto esposto, gli istanti, con il presente atto

 

INVITANO E DIFFIDANO

 

Il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, On.le Francesco Talarico, entro e non oltre sette giorni dal ricevimento del presente atto, a convocare con urgenza il Consiglio Regionale e di porre all’ordine del giorno la valutazione dell’istanza di referendum dei sottoscritti con l’adozione dei provvedimenti conseguenti.

 

Si chiede, infine, sin d’ora con il presente atto, che gli organi regionali competenti, in considerazione dei comportamenti tenuti fino a questo momento e della mancata tempestiva assunzione della decisione in ordine all’istanza di ammissione del refrendum, vogliano disporre la proroga del termine per la raccolta delle firme dal 30 settembre 2013 al 31 dicembre 2013.

 

Con espresso avvertimento che in mancanza si procederà nelle sedi ritenute più opportune per la tutela dei diritti e degli interessi propri e della comunità calabrese allo svolgimento del referendum popolare.

 

Distinti saluti.

 

Francesco Palaia

 

Sofia Teresa Scerbo

 

Giuseppe Sorrentino

 

Francesco Nocera

 

William Panzino


Autore

Salvatore Ferragina

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