Venti vittime sulla SS 106 solo nel 2013 fra l’indifferenza

L’ennesima riflessione di Fabio Pugliese che ha scritto il libro “Chi è stato”

Un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia, è stato travolto e ucciso sul colpo da un Suv a Sellia Marina, nel catanzarese. L’incidente stradale è avvenuto stamane sulla strada Statale 106. Il mezzo, che viaggiava in direzione Crotone, ha investito il piccolo che è morto sul colpo.

Matteo è la ventesima vittima della strada Statale 106 nel 2013. Queste le diciannove vittime che lo hanno preceduto: Jonel Parus 32 anni, Carlo Chiriaco 67 anni, Vincenzo Salvatore Corvino 43 anni, Valentina Fiore 21 anni, Teresa Fiore 25 anni, Antonio Perrone 52 anni, Domenico Iacino 21 anni, Marcel Mocan 44 anni, Doru Badu 42 anni, Bruno Frustace 84 anni, Roberto Leonardo 52 anni, Antonietta Vigile 61 anni, Angelina Borelli 47 anni, Clelia Andali 57 anni, Leonardo Gualandris 12 anni, Teresa Fullone 75 anni, Giovanni Bevilacqua 73 anni, Antonia Amato 72 anni, Domenico Grillo 38 anni.

Esprimo sentimenti sinceri di vicinanza e cordoglio alla Famiglia Battaglia, ai parenti ed agli amici. Non si può morire in questo modo a dodici anni. Quest’anno, la stessa sorte, è toccata anche al piccolo Leonardo Gualandris. Matteo e Leonardo: due angeli che ricordano a tutti quanto sia pericolosa questa indecente mulattiera che vergognosamente risulta essere una “strada europea E90”. 
Noi calabresi, invece, sappiamo che essa è semplicemente, drammaticamente e tristemente la “strada della morte”!

In questa giornata di lutto, l’ennesima per la Calabria ed i calabresi, non penso servano ulteriori parole per descrivere una situazione che altrove desterebbe scalpore e forte indignazione.
Penso a quanti proveranno dolore per l’ultima tragedia consumata su questa lunga “striscia nera di morte” rifletteranno con profondo dolore, amarezza e rassegnazione sulla loro personale incapacità di poter cambiare ed ammodernare questa strada. Penso a quanti, invece, possono e debbono far qualcosa continueranno a vivere nella loro torre d’avorio, distanti anni luce dall’asfalto nero di morte della strada Statale 106 Ionica calabrese. Nel silenzio, nell’indifferenza e nell’incapacità di spendersi e di adoperarsi nell’interesse esclusivo di un popolo, quello calabrese, mai come oggi isolato, non rappresentato e sfiancato da chi non lo ama.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento