La “terra dei fuochi” anche a due passi da Catanzaro?

Emilio Grimaldi è un giornalista vero. Un calabrese. Non è un tipo da copia e incolla né da ufficio stampa. È uno che la mattina scende in strada e fa domande – in quantità e scomode- per capire cosa accade intorno a sé. Emilio ha un blog (questo) molto letto e frequentato, anche da noi di Puntonet. Per una volta, con il suo permesso, ci permettiamo di pubblicare integralmente un suo pezzo, perché riteniamo di rendere un servizio ai nostri lettori, alla storia che racconta e -considerato l’oggetto del racconto- all’intera collettività.

Buona lettura. 

@fabriscar

 

Questa è un’analisi di un incendio. Non è una vera istruttoria. L’istruttoria la fanno i magistrati e i carabinieri se hanno tempo e soprattutto voglia. E non ne hanno. È così tanto il lavoro che devono fare: ‘ndrangheta che s’infiltra nelle Istituzioni, Istituzioni che s’infiltrano nelle cupole, morti ammazzati senza perché, morti ammazzati senza tombe, che, occuparsi di una discarica, potrebbe risultare dispendioso e forse anche umiliante.Di questi tempi, magri e amari, nessuno ha tempo nemmeno di domandarsi perché. 

È successo, succede. Allora, ci proviamo noi con il beneficio di sbagliare. È vero, possiamo sbagliare. D’altronde, chi alza un dito può sbagliare, anzi sbaglia sempre perché la verità non è mai un dato inconfutabile, oggettivo, incontrovertibile: è  qualcosa che è divenuta e non rimane ferma, continua a divenire. Ragion per cui se è reale e autentica lo è fino ad un determinato momento, fino a quando è stata avvicinata dalla nostra attenzione. Poi viene superata dagli eventi successivi e a volte anche dalla stessa fantasia. Diverso è quando non si parla, quando nessuno alza la mano per dire: Ascoltatemisecondo me è successo perché…, oppure: Si poteva evitare. Costui non sbaglierà mai.Dunque, sappiamo già di sbagliare. E questo è un punto a nostro favore. Sappiamo di partire con il piede sbagliato. E non ci adombriamo se qualcuno ce lo rimprovera. Siamo preparati. 

Gli incendi nella discarica San Simone di Sellia Marina sono periodici. Quello del 3 ottobre scorso rientra nella periodicità a cui è destinata. È come il camino di casa propria. Prima si riempie e poi s’accende. Non si può accendere quando è vuoto, ovviamente. Non avrebbe senso e poi non potrebbe. Solo quando è pieno. E piena lo era anche la discarica del cimitero. E lo è di solito in due periodi fatidici. Prima e dopo l’estate. Prima dell’estate per liberarla dai rifiuti in vista dell’arrivo dei villeggianti. E dopo per ripulire ciò che hanno sporcato. Due sono. Mesi di maggio/giugno e settembre/ottobre.

Solo eccezionalmente la discarica “prende fuoco” in altri momenti. L’eccezione che conferma la regola. E quando succede succede sempre con una certa consecutio temporum. Prima gli ingombranti dell’ingresso: in genere i materassi, che emanano subito una vampata dilagante, poi gli pneumatici e infine tutto il resto. Non è mai accaduto il contrario. La combustione accidentale rimane un accidente e basta a Sellia Marina. Niente di fondamentale. Tutto si verifica per una ragione, invece. Logica e fisica. Se la combustione prendesse alla fine della filiera non si verificherebbe con la stessa energia distruttrice.

È chiaro e anche giusto per lo scopo.Dunque, solo quando la montagna è ben fatta arriva il fuoco. Quando invece i rifiuti dovrebbero essere trasportati nei siti autorizzati. E questo ha un costo. Di 0,15 euro a chilo. Considerate il peso medio di un frigorifero: 40 chili, e moltiplicatelo per migliaia e migliaia di suppellettili: lavatrici, sedie, panchine. Per gli pneumatici il discorso è a parte: circa un euro. E moltiplicatelo per centinaia e centinaia. Se non fossero così tanti non si accenderebbe. Il sito incriminato deve essere ricolmo per incendiarsi. E le gomme servono, come servono i materassi, a parte quelli all’interno, qualcuno di fuori per la vampata iniziale, ricordate? E c’erano anche la mattina del 3 ottobre, come sempre. Facili da recuperare, provvidenziali. Proprio come la carta vicino al fiammifero per il camino di casa propria.

Poi succedono pure i paradossi. Tipo: che il Noe, il Nucleo operativo ecologico interviene, com’è intervenuto l’anno scorso, per sequestrarla verbalizzando che è abusiva. Strano davvero, come fa ad essere abusiva una discarica utilizzata dal Comune? L’unico posto in cui confluiscono i rifiuti di tutti i cittadini di Sellia Marina. Allora saranno abusivi anche i dipendenti comunali!

Forse anche i residenti sono abusivi, allora, e non lo sanno. Succede poi che rimane abusiva e viene nominato custode giudiziario il sindaco. Uno pensa: La metteranno a posto, la bonificheranno! Niente di tutto questo: continua a servire operai e cittadini. Certo: non si può proibire alle persone di produrre rifiuti, e quando arriva il momento buono non c’è santo o legge che tenga. È come quando uno deve andare in bagno e non ce la fa a resistere. Non si può trattenere. Così la discarica. Arrivo in forze di tutti gli organi di sicurezza, vigili del fuoco, carabinieri, vigili urbani, sindaco e consiglieri, dipendenti, curiosi, per cercare di raccogliere con le mani ciò che non si può mai raccogliere. Visi corrucciati dallo scandalo, lacrime accennate e penne che verbalizzano l’ennesimo scempio ambientale.Ma non è uno scempio.

State tranquilli: è un investimento per il futuro. Un guadagno di centinaia di migliaia di euro per le casse del Comune compensato da una decina di tumori ancora in fase embrionale.

Così è se vi pare.

Emilio Grimaldi

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